di Marcella Giammusso
25 Aprile 1945, il Comitato di Liberazione nazionale Alta Italia (Clani) delibera un ordine di insurrezione generale nei territori schiacciati dall’occupazione tedesca e fascista. Dopo l’8 settembre era stata organizzata dai Partigiani la “Resistenza” per combattere il dominio nazifascista. I Partigiani erano donne e uomini, giovani e anziani, militari, studenti e anche diversi preti che si erano uniti in ogni modo per una battaglia comune: la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista e dalla occupazione tedesca. La Resistenza dura quasi due anni, ma si considera il 25 aprile come data simbolo perché quel giorno coincide con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della Repubblica di Salò dai territori occupati.
Da allora, annualmente in tutte le città italiane vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento.
25 Aprile 2018, le ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di tutta Italia indicono, con l’adesione di numerose associazioni antifasciste, manifestazioni in tutto il territorio italiano per celebrare la giornata della liberazione.
Sono trascorsi 73 anni da quel fatidico giorno, non c’è più la guerra, ma oggi nel mondo ci sono tantissime popolazioni che ancora stanno aspettando la liberazione. In questi ultimi anni milioni di persone sono arrivate in Italia fuggite da paesi africani ed asiatici martoriati da guerre che durano da decenni e oppressi da dittature autoritarie. Emigranti che spesso hanno vissuto storie di violenza e schiavitù prima di poter giungere ai barconi che permetteranno di fare una traversata che soltanto parte di loro riuscirà a superare perché un’altra buona parte morirà o per annegamento o per soffocamento in una stiva di nave sovraffollata. Sono i deportati dei nostri giorni. Giungono in Europa con la speranza di una vita nuova ed invece spesso vengono ghettizzati, schiavizzati e sfruttati.
La storia si ripete e, come negli anni 30 e 40 in Italia come in tutta l’Europa, il razzismo ed il fascismo prendono piede.
Si è anche perso lo spirito che aveva animato i nostri Partigiani durante la Resistenza che non era solo quello di liberare l’Italia dalla Germania nazista e dal regime fascista, ma quello di realizzare una società libera e concretizzare la giustizia sociale. E’ stato possibile conseguire questi valori con la promulgazione della Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza con la lotta partigiana.
Oggi invece vediamo sempre più sgretolare i diritti sanciti dalla Costituzione Italiana. I tagli alla sanità alla scuola pubblica, le forme di lavoro che sfruttano la manodopera, i tagli al welfare hanno creato diseguaglianze sociali molto evidenti, producendo sempre più famiglie sotto la soglia della povertà e meno persone che hanno in mano una grande percentuale di ricchezza.
Diamo il giusto valore al 25 Aprile non solo onorando coloro che hanno dato la loro vita per la nostra libertà ma anche attivandoci a realizzare una “Nuova Resistenza” affinché venga attuata totalmente la Costituzione Italiana.