25 novembre, le donne dicono no!

Da sempre la donna è stata soggetta a violenze e soprusi

di Marcella Giammusso, foto di Alessandro Romeo

Desirèe Mariottini, la storia sconvolgente di una ragazza sedicenne stuprata ed uccisa nel quartiere di San Lorenzo a Roma. La vita spezzata di una adolescente che ci imbarazza tutti e ci fa riflettere sulle responsabilità che ciascuno di noi ha su vicende assurde come questa. La storia di Desirèè potrebbe essere la storia di una qualsiasi adolescente della nostra città, del nostro quartiere. La figlia, la nipote, l’amica di ognuno di noi che la società e le difficoltà della vita hanno schiacciato e portato verso una fine violenta ed indegna. Sicuramente siamo tutti chiamati a farci un serio esame di coscienza.

Troppi casi di femminicidio tormentano da anni la nostra quotidianità. Violenze, soprusi, botte, odio e senso di possesso rendono ciechi mariti, fidanzati, amanti. Nel 2018 sono state uccise il 30% di donne in più rispetto al 2017, secondo il bilancio dell’associazione Sos Stalking.

Da sempre la donna è stata soggetta a violenze e soprusi e dopo anni di lotte da parte di femministe, sensibilizzazioni da parte di associazioni, donne e uomini illustri, leggi ottenute con difficoltà, oggi la condizione della donna è ancora di dipendenza ed inferiorità.

La violenza sessuale o violenza di genere non è solo l’aggressione fisica di un uomo contro una donna ma include anche persecuzioni psicologiche, ricatti economici e sfruttamento.
Ancora più grave è la situazione delle donne immigrate. Disagi, sottomissione e sofferenze di una vita di stenti nei propri paesi le costringono ad una emigrazione difficile e pericolosa. Non tutte riescono a superare le traversate su barche o gommoni precari che li portano sulle coste dell’Europa. Spesso le donne subiscono violenze fisiche e sessuali durante i viaggi da parte degli scafisti. E non sono pochi i casi di violenze sessuali nei centri di accoglienza dove vengono alloggiate. Per non parlare poi delle donne immigrate nelle nostre città sottoposte a sfruttamento sessuale sia da uomini dello stesso stato di origine che da uomini occidentali.

Inoltre, oggi alcuni diritti acquisisti dalle donne con anni di lotta, in caso di separazione o divorzio, sono messi in discussione dal disegno di legge del parlamentare Pillon.
Mediazione civile obbligatoria per le questioni in cui sono coinvolti i figli minorenni. Equilibrio tra entrambe le figure genitoriali e tempi paritari fra i genitori per il tempo in cui i bambini sono affidati al padre o alla madre. Mantenimento in forma diretta senza automatismi e contrasto dell’alienazione genitoriale. Sono i punti che introduce il disegno di legge sull’affido condiviso presentato dal senatore leghista Pillon e arrivato il 10 settembre 2018 alla Commissione giustizia del Senato.

In pratica il decreto Pillon non tiene conto dei diritti delle donne che hanno subito violenza. Dovrebbe conciliare i problemi dei minori, ma di fatto crea maggiori contrasti, imponendo regole che stravolgerebbero la vita di quei figli che vorrebbero tutelare.
Una proposta di legge che riporta indietro di 50 anni l’Italia.

L’Assemblea Generale dell’ONU ha dedicato il giorno 25 novembre a questo tema di enorme attualità: La Giornata Mondiale contro il femminicidio e la violenza sulle donne. In questo giorno si ricordano le sorelle Mirabal, violentate e assassinate in quello stesso giorno. Originarie della Repubblica Dominicana, vissero gli anni bui in cui nel Paese si era instaurata una delle più feroci dittature dell’America Latina che riuscirono a combattere pagando il loro coraggio con la vita.

Quest’anno per la ricorrenza del 25 novembre sono programmate manifestazioni in molte città. A Catania la manifestazione, indetta dall’Associazione Ragna Tela, con l’adesione di innumerevoli associazioni, inizierà in piazza Stesicoro alle ore 9,30 e si protrarrà fino alle 13,00.