Adesso e da qui si resiste

GAPA (foto Archivio  Giovanni Caruso)Un ragazzino con la bicicletta arrivò da noi al doposcuola con le ginocchia tutte sanguinanti, era caduto dentro uno dei tanti crateri disseminati nel quartiere. Un’anziana donna di nostra conoscenza fu ricoverata in ospedale con il femore rotto; il buio della strada, per la luce tagliata, aveva nascosto la fine del marciapiede. Un papà ci fece entrare in casa per farci vedere la cacca del topo che aveva deciso di abitare in casa anziché stare nella discarica vicina, in via Gramignani. Un vecchio pensionato svenne per il caldo facendo la fila fuori dall’unico ufficio postale della zona in via Plebiscito, fortunatamente la sua tempra di vecchio manovale lo ha salvato e il nipotino al doposcuola ritornò contento per non aver perduto il nonno. Una mamma si era messa a fare pulizie presso alcune famiglie “bene” della città per “sbarcare il lunario” perché aveva il marito a casa con le costole fratturate in un incidente di lavoro, ma essendo a nero non gli toccava neanche un centesimo e non poteva denunciare nessuno per non perdere il precario lavoro. Una bimba di 7 anni fu investita in via Cordai da una vespa guidata, fortunatamente, da un tranquillo signore e il trauma cranico si è risolto in 5 giorni di ospedale (un attimo prima però a passare era un ragazzotto, come tanti, che sfrecciava con una grossa moto alla velocità di almeno 90 chilometri orari). Una signora, dopo una giornata di pulizie nelle case altrui, ci raccontava che in effetti il suo stipendio reale era meno della metà di quello ufficiale, ma “spatti c’ava diri grazie”. Lo sguardo perso di un ragazzo che frequenta il Gapa  ci “raccontava” che quella mattina non lo avevano chiamato come manovale ed era “peri peri” per il quartiere a cercare di far passare il tempo e la rabbia. Un titolare di ferramenta accoglieva i clienti come extraterrestri, tanto sono diventati rari dopo che i Mega Brico-Center-Fai da te- … ormai sono aperti come i funghi. Lo sguardo preoccupato di un giovane barbiere del quartiere ci faceva intendere che “ormai non c’è nenti chi pigghiari, semu pessi”. Potremmo continuare all’infinito, ne conosciamo tante di queste storie.
Dopo queste elezioni comunali abbiamo riconsegnato la città a coloro che non hanno fatto nulla per dare risposte concrete a queste storie, anzi le hanno aumentate sia per numero e sia per gravità. A parole però, nell’ultimo mese di campagna elettorale, i problemi sembrano magicamente risolti. Noi del GAPA non ci fidiamo! Noi non crediamo a queste false promesse! Noi crediamo che bisogna ripartire da quelle belle storie, di uomini e donne semplici che non si sono persi d’animo e che non vogliono mollare, che ancora credono in un futuro migliore per loro e per i loro figli. Noi vogliamo ricominciare perché vogliamo uscire dal buio che ci fa credere che questa è l’unica realtà possibile o che “tanto non cambia niente”. Noi vogliamo riorganizzarci, perchè le risposte concrete ai veri problemi del quartiere S.Cristoforo e di Catania le dobbiamo trovare insieme,
ADESSO E DA QUI!

Toti Domina