Stanno discutendo l’articolato: il Comune pagherà un surplus alle Orsoline, perchè la stessa proprietà si occupi dei lavori di messa in sicurezza basilari. Non verrà fatto un prolungamento dell’affitto, ma un’indennità occupazionale, perchè questo garantisce di più le Orsoline nell’essere liberi da vincoli legali: il plesso è più liberamente a disposizione della proprietà. Se perchè abbiano paura di un comune insolvente o perchè abbiano già acquirenti facoltosi è ancora da dimostrare. Le preoccupazioni che restano sono grosse: che fine farà la Doria dopo questi 2 anni? Come verrà trovata una soluzione strutturale in così brevi termini?
Si è parlato pure dell’acquisto dell’intero edificio. Maimone risponde: convincete le Orsoline (orami è il suo cavallo di battaglia). Le Orsoline dicono che non venderebbero tutto. E poi, tra due anni, a fronte di nuove elezioni, chi sarà il nostro interlocutore? Il risultato è che il corpo docente della Doria non si sente attulmente garantito. I 2 anni concessi appaiono come un prolungamento dell’agonia, piuttosto che dell’affitto. Bisogna rimanere vigili nel prossimo biennio e meditare già nuove soluzioni. Come ci ha insegnato questa esperienza, la vera democrazia e l’ottenimento dei diritti civili basilari provengono dal basso. E spesso con un’azione di forza. Dove sarebbe oggi la Doria se le madri non si fossero sollevate?
Maimone, prima di entrare in macchina, spiega così alla giornalista di step1: “Il problema è che ne hanno fatta una questione politica”. Il quotidiano La Sicilia, scrivendo sempre che i Ds appoggiavano fortemente la sollevazione, ha di proposito avvallato la teoria della strumentalizzazione. Noi sappiamo che non è così. I Ds non hanno mai mosso un dito, dietro la ribellione non c’è stato alcun partito, ma gente di ogni genere che sottoscriveva la necessità di un diritto fondamentale. A Maimone che allegramente rimproverava alle mamme “Sono qua, e ho lavorato per voi, invece di andare al mare”, la signora Di Fazio risponde “A mia mi pare bellu abrunzateddu!”. Ma dove dovrebbe stare un assessore di Catania pagato profumatamente: al mare??? Traduzione della battuta i Maimone “Certo, dovrebbe essere un mio dovere. Ma chi se lo ricorda più! Invece mi dovete dire grazie. Senza di me eravate col culo per terra. M’avete costretto a venire a San Cristoforo mentre i miei colleghi se la spassano alla Playa coi secchielli e la paletta, giocando al costruttore”. Titolo dello spot di propaganda: Castelli di sabbia.