Un paragone forse un pò forzato, ma ci piace paragonare la vita di Andrea Doria e la vita dell’unica scuola media di S.Cristoforo. Magari non pretendiamo e non vogliamo la vendetta violenta che il Genovese riservava ai traditori, ma pretendiamo rispetto e giustizia per una storia scolastica di prim’ordine. Rispetto, per tutti quegli alunni e alunne, e per quei genitori che si formano o si sono formati nelle aule della scuola. Rispetto, per tutti quei docenti (soprattutto professoresse-donne-mamme) che hanno scelto in questi anni di restare e di non chiedere il trasferimento in altre scuole. Rispetto, per un quartiere che ogni giorno è abituato ad affrontare a denti stretti la vita e che ha necessità di un luogo come la Doria, lì in via Cordai e non smembrata in altre sedi. Giustizia, per sapere perché i traditori sono ancora lì, al loro posto, traditori che in questi anni hanno dato il colpo di grazia ad un quartiere e ad una città, traditori sia di governo e sia di finta opposizione. Giustizia, per sapere perché quasi nessuno, stampa locale in testa, ha denunciato un’amministrazione con il “portafoglio aperto”, e denunciato i “soliti noti” con il cappello dietro il taschino bucato da cui sgorgavano i denari per tutte le cose inutili fatte o incomplete in città, dai megaparcheggi ai marciapiedi del corso Italia, dalle consulenze d’oro per esperti esterni all’aumento di stipendi per gli stessi amministratori.
Il risultato è una città al buio, sporca, che non difende le scuole di frontiera, che svende ai privati il suolo dei cittadini (Corso Martiri è un esempio), che sta rovinando migliaia di famiglie che non ricevono gli stipendi dalle cooperative o ditte che hanno crediti con il comune e che lo stesso non assolve (personale degli asili nido, pulizieri, personale di cooperative sociali, …).
La battaglia della Doria vuole essere un esempio per tutta la città, di come forse ancora non è tutto perduto. La lotta non si è fermata neanche in piena estate: eravamo in tanti la mattina di giovedì 7 agosto ad opporci all’ennesimo sfratto ed occupare la scuola se necessario. Il Comune ci ha fatto sapere in quell’occasione che aveva dato 30 mila euro, su 160 mila di arretrati di affitto, alla proprietà e così lo sfratto era stato rinviato al 31 dicembre 2008. Da settembre pretenderemo risposte certe per una scuola che deve restare lì dov’è: il Comune rinnovi l’affitto o la compri, la scuola Doria non si tocca!
Se in questi mesi non ci saranno risposte certe e positive, denunceremo con forza i “traditori” che il vecchio Ammiraglio genovese avrebbe decapitato. Noi invece in maniera più civile e nonviolenta sappiamo già con chi e dove trascorreremo, a fine dicembre, Natale e Capodanno.
Toti Domina