Fu la giunta Scapagnini, nell’agosto del 2005, ad iniziare la “giostra” degli sfratti, questi furono evitati grazie all’impegno civile del comitato delle “donne madri”, del personale scolastico e di quella società civile che sostenne la lotta per il diritto, costituzionale, all’istruzione.
La giunta cambia, gli sfratti continuano.
Agosto 2008, il neosindaco Stancanelli trova una Catania massacrata dal dissesto finanziario ed un ennesimo sfratto per la scuola “Andrea Doria”.
Ancora una volta mamme e movimento si mobilitano e minacciano una nuova occupazione.
L’amministrazione comunale stanzia 30.000 euro come acconto, e le suore orsoline, rinviano lo sfratto per l’8 gennaio 2009, data che, insieme a quella del 7 febbraio2009, non vengono onorate dall’Aministrazione comunale accumulando un debito di 150.000 euro.
A queste condizioni le orsoline non ci stanno più e vogliono vendere almeno quella parte di edificio occupato dalla scuola “Doria”, e gli sembra corretto offrire l’acquisto del plesso al Comune di Catania.
Ma questo tace, tace Stancanelli e tace la sua giunta.
Intanto gli insegnanti, il personale scolastico, le famiglie della “Doria”, sono in fermento, cosa fare?
Se lo chiede anche il dirigente scolastico, prof. Santonocito, a cui non è stato comunicato nulla né dall’Amministrazione comunale né dal Provveditorato. Cosa fare?
Riprendersi i diritti, rimettere su i comitati, ritornare a protestare affinchè la “Doria” non si tocchi. Ecco perché ci appelliamo nuovamente alla società civile, alle mamme della “Doria”, ai suoi insegnanti e personale scolastico affinchè la “Doria” non chiuda, affinchè la democrazia non venga calpestata.
Giovanni Caruso