Artificium

Cooperazione, arte e artigianato oltre le sbarre

di Ivana Parisi

“Non m’importa niente dell’arte. Non m’importa di leggere e scrivere. Lasciatemi stare qui dentro. A me ci penso io”. È una protesta questa. Una semplice protesta di chi vuole essere amato… di chi non conosce affetti familiari, di chi è stato sfortunato, di chi è genitore e non può crescere i propri figli, di chi vive nell’illegalità senza sapere che ci siano altre possibilità di riscatto, di chi vive la violenza come fatto normale e quotidiano, di chi avrebbe voluto fare altro nella vita, di chi si prende le proprie responsabilità, di chi decide di sostenersi e di chi ha già deciso di arrendersi e lasciarsi andare.

E allora da dove cominciare? Dalla fiducia. Prima ancora di ricordare ai nostri ragazzi che fare arte è importante perchè nutre la mente e l’anima, bisogna far capire loro che è importante ricominciare e per far questo bisogna avere fiducia prima in se stessi e poi verso gli altri. Siamo qui perchè dobbiamo ricominciare tutto da zero.

“Sì ma io nun sacciu addisegnari!”. A Napoli si dice “…wè, sienti amme! Nisciuno nasce imparato!”. Prendi i colori, traccia un gesto, piega il foglio, pasticcia, disegna, ecco vedi? Quella è una forma! Di che colore è il cielo? È grigio, ma le nuvole sono bianche, sono pure! Il prato è verde speranza. Dove vorresti essere in questo momento? A casa, con mia moglie, con mio marito, con mia madre.

Allora passo dopo passo, devi riattivare la mente, non lasciare che il tuo cervello si addormenti lentamente. Stimolarlo in continuazione. Pensa, immagina, guarda oltre quella collina che si vede da questa finestra. Guarda, piove. Da dove viene la pioggia? Che percorso fa? Chissà cosa pensa una goccia d’acqua? Com’ero io quando ero bambina? Com’è fatta la mia casa? Perchè nessuno credeva alle parole di Cassandra? Il mito! I ritratti. Le persone. C’è un mondo lì fuori. Voglio trovare la strada per raggiungere i posti migliori.
È vero, qui dentro i problemi sono tanti. Convivere, rispettare le regole e non mettersi nei guai. Cominciamo proprio da qui. Siamo tutti diversi, ognuno con la propria storia. Ti offro la mia storia e la condivido con te.

Quest’anno gli ospiti detenuti dell’Istituto Penale per Minorenni Bicocca di Catania e le ospiti detenute dell’Istituto Penale per Minorenni di Pontremoli in provincia di Massa, sono stati protagonisti di un progetto di gemellaggio e cooperazione sostenuto dai Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese e realizzato con grande professionalità dagli operatori dell’Associazione Culturale La Poltrona Rossa.

Il progetto dal nome Artificium – cooperazione, arte ed artigianato oltre le sbarre, si è sviluppato su due percorsi paralleli e sinergici. Mentre in Toscana, a Pontremoli, le ragazze detenute hanno realizzato tele pittoriche ispirate a opere d’arte moderna e contemporanea, in Sicilia, a Catania, i ragazzi dell’Istituto hanno potuto conoscere e sperimentare le diverse tecniche di artigianato siciliano e toscano realizzando cornici in foglia d’oro e d’argento dei lavori prodotti a Pontremoli.

Arte e artigianato che s’intrecciano dunque. Un vero e proprio gemellaggio tra i due Istituti che adesso vede come momento finale l’esposizione dei lavori prima a Pontremoli e poi a Catania.
Siamo nel 2018 e, mentre il mondo e la sua tecnologia corrono sempre più veloci verso il futuro, i sentimenti più antichi dell’essere umano riemergono numerosi dentro strutture recluse destinate a percorsi mirati al recupero sociale, le carceri. Viviamo ancora in un’epoca moderna in cui lo Stato risolve le sue mancanze attraverso l’accrescere di strutture marginali, chiuse, che non rendono visibili i problemi della società.

Quella delle carceri è una condizione che l’uomo si trascina silenziosamente da troppi secoli e spesso fa pure comodo ai poteri. Ci dicono che ci sono i buoni e i cattivi e noi comodamente diamo giudizi per mezzo dei social. E poi ci sono loro, gli ultimi, le minori e i minori le cui vite scorrono lente sul limite della sopravvivenza. Il mondo li ha dimenticati e i loro destini spesso dipendono da strade diroccate e senza via d’uscita che inevitabilmente li conducono come rei dentro gli Istituti Penali per Minorenni.