Ivana Sciacca, foto Francesco Nicosia – Collettivo Scatto Sociale
Cosa sono questi beni confiscati alla mafia di cui si sente tanto parlare? Immaginiamo un mafioso, uno qualsiasi, che per tanti anni attraverso lo spaccio di droga, il traffico di armi e qualsiasi altro traffico illecito sia riuscito ad accumulare un patrimonio in denaro, edifici, aziende, etc. Ad un certo punto la legge si insospettisce e fa dei controlli: “Come fai a possedere tutto questo ben di Dio?”.
Se il mafioso non riuscirà a dimostrare che tutto ciò che ha accumulato è stato frutto del suo sudore, ecco che scatta prima il sequestro e dopo la confisca: del denaro, degli edifici, delle aziende o di qualsiasi altro “tesoro”.
Mettiamo che si tratti di un appartamento costruito o acquistato attraverso soldi sporchi. Nel momento in cui il Signor Stato si accorge di questo mafioso “riccone sulle spalle degli altri” interviene, gli toglie l’appartamento e invece di lasciare marcire l’immobile, lo restituisce indirettamente a tutti i cittadini onesti, usandolo come ufficio pubblico o come sede per qualche associazione di volontariato, o prestandolo temporaneamente a qualche famiglia sfrattata.
Di beni immobili confiscati a Catania ce ne sono parecchi: il Comune, l’anno scorso, ha diffuso una lista in cui ne compaiono 31, tutti assegnati tranne 5 (3 appartamenti e 2 terreni) e un garage che è stato demolito e trasformato in una piazzetta, proprio nel cuore del San Cristoforo: via Caprera 28/30, se qualcuno volesse visitarla! In realtà non sono 31 gli edifici confiscati ma molti di più: perché il Comune non aggiorna questa lista? Non ci è dato saperlo!
La questione di restituzione del bene ai cittadini onesti in realtà è un po’ più complicata nella pratica: prima era l’Agenzia del Demanio che, attraverso la Prefettura, assegnava questi beni. Poi nel 2010 venne istituita l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con sede principale a Reggio Calabria. Quest’Agenzia in pratica dovrebbe stabilire come usare questi beni. Ma non può farlo da sola: deve interagire col Comune di competenza.
Il Comune a sua volta deve avere un regolamento, un insieme di norme per vedere come regolarsi con questi patrimoni.
Udite, udite: il Comune di Catania questo regolamento ce l’ha, è stato uno dei quattro impegni sottoscritti da Bianco al momento della sua candidatura a Sindaco! Attraverso questo regolamento non si potranno assegnare i beni in base ad amicizie, ma si dovrà fare un bando pubblico, trasparente, cui potranno partecipare le associazioni di volontariato e le ONLUS che, presentando un progetto valido, potranno acquisire per un periodo ben preciso il bene per svolgerci la loro attività.
Le associazioni di volontariato possono fare richiesta perché operano, senza fini di lucro, per la collettività: sembra il criterio più onesto per poter ridare dignità all’utilizzo del bene.
Tuttavia questo regolamento a Catania c’è ma non è stato mai inaugurato! Perché? Non si capisce perché! Di certo non perché non ci siano associazioni che non abbiano bisogno di una sede. Tutt’altro! Ma non è tutto. I beni confiscati, si è già ricordato, possono essere utilizzati come sedi di uffici pubblici, di caserme, etc. ma se il Comune non ne ha bisogno non è che deve tenerseli sulla pancia! Eh no, in teoria non potrebbe. Tant’è che alcuni edifici, per esempio, vengono utilizzati come Case Emergenza per coloro che hanno subito uno sfratto.
Naturalmente si dovrebbe trattare di alloggi temporanei, però… non sempre è così. Ma sapete perché? La legge prevede che una volta assegnati questi beni, il Comune dovrebbe monitorarne l’utilizzo: insomma, sapere se davvero il bene viene usato per lo scopo per cui era stato assegnato! E invece il Comune non fa neanche questo…
Non si capisce perché! Così accade che ci sono appartamenti o villette assegnate ad associazioni che non le usano o le usano per farci tutt’altro che il bene della collettività, ma anche associazioni a cui è stata revocata la concessione del bene ma a cui nessuno è andato a chiedere le chiavi, e ancora associazioni che pur non svolgendo nessuna attività continuano a detenerlo…
Perché il Comune non fa il suo dovere? Abbiamo incontrato diversi assessori e responsabili di uffici per farci spiegare il perché… Sembravano tutti caduti dalle nuvole quando si parlava di beni confiscati “Eh ma non ce ne occupiamo noi, forse l’altro ufficio, o forse l’altro ancora” e così via, all’infinito.
L’unica cosa chiara sinora è che questi beni appartengono di diritto ai cittadini che, indirettamente, dovrebbero poterne usufruire. Perché chi dovrebbe amministrarli in modo TRASPARENTE finge di non saperne nulla e li confisca ingiustamente ai cittadini?
Poi fanno le serate di beneficienza per i “poverini senza tetto”: ma perché? Perché se a non garantire un razionale utilizzo dei beni sono loro stessi? Sindaco, assessori, responsabili d’ufficio e tutti i burocrati di questo circuito chiuso, segregato… senza nessuno spiraglio per i cittadini onesti.