Buon anno, Gapa


Colpi di pistola contro la sede del centro

di Domenico Pisciotta

A Capodanno, a San Cristoforo si spara per festeggiare. Le strade del quartiere sono disseminate da centinaia di proiettili a salve, calibro 7.65 e pallettoni da caccia 77 o 70 mm.

C’è un luogo che ogni anno subisce le conseguenze di questi festeggiamenti, l’ufficio postale di via Plebiscito. Alcuni colpi di pistola sono stati sparati contro la vetrata e la porta dell’ufficio postale.

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Per non lasciar le cose a metà, alcuni giorni dopo, lo stesso ufficio è stato luogo di una rapina. Durante i festeggiamenti per il nuovo anno, qualcuno ha pensato bene di coinvolgere anche il GAPA, sede de I Cordai e centro di volontariato che da venticinque anni lavora con le bambine, i bambini e le famiglie del quartiere.

Tre proiettili sono stati esplosi contro la sede del centro; uno ha rotto una finestra, gli altri due hanno forato una porta di metallo. La sede, nell’occasione, non era aperta. Dei tre proiettili due hanno attraversato l’intera aula, adibita a biblioteca, la quale durante la settimana è impiegata per il doposcuola, il corso di fumetti e i vari laboratori.

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I due proiettili hanno prodotto due fori sulla parete interna dell’aula e hanno sollevato, in noi, numerosi interrogativi. Perchè colpire il Gapa? Quale messaggio nasconde quest’aggressione? Quali intenzioni hanno armato la mano di chi ha sparato? Interrogativi che inquietano, allarmano e rimandano a paure che si ritenevano superate, ma che, invece, riemergono, come un fuoco che covava sotto la cenere da tempo. Domande che, con molta probabilità, rimarranno senza risposta.

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Le paure vanno, ad ogni modo, superate, non per coraggio o eroismo ma per l’importanza della posta in palio. In gioco, vi è la sopravvivenza di un idea, di un sogno che da venticinque anni vive il quartiere di San Cristoforo. I danni si riparano; la finestra e la porta si cambiano. Rimane il gesto, che pur lasciando perplessi e incerti sulla sua natura e sul suo significato, al tempo stesso, impone, a tutti noi, di continuare, come sempre, le nostre attività.

Sicuramente, sarebbe stata più gradita una cartolina d’auguri, ad ogni modo buon anno a tutti.