…ma solo per un giorno!
di Miriana Squillaci, foto Domenico Pisciotta
Appena due settimane fa disfacevo la valigia, tiravo fuori i vestiti e mettevo in ordine i ricordi; seppure con la consapevolezza che, un po’ per scelta, un po’ spinta dalle circostanze, avrei dovuto riempirla presto, questa volta più pesante d ‘ esperienza,aspettative e sogni.
Ho vissuto così dei giorni intensi, “ricaricandomi” di tutto quello che so già mi mancherà pochi attimi dopo essere scesa dall’aereo : le lasagne della mamma, il gelato artigianale, il sole che ti riscalda anche l’anima, le chiacchiere in famiglia, le risate con gli amici di sempre, la bellezza, ferita, di questa città….
Perché Catania è bella, bellissima, ma te ne rendi conto solo quando ne prendi le distanze e ne vedi solo la superficie, non vai a fondo…..
Come oggi, un sabato pomeriggio, l’ultimo a Catania prima della partenza, quando, dopo un pranzo in compagnia di un’amica spagnola arrivata in città con il programma Erasmus, ho deciso che forse avevo tutti i requisiti per “vedere questa città” con gli occhi da turista , piuttosto che da catanese.
Confesso di essere stata sorpresa da tutti i dettagli che non avevo mai notato in 20 anni!
La bottega disordinata, ma preziosa perché ormai rara,di un calzolaio, il profumo di bucato nelle viuzze che mi portano al centro, le vivaci facciate di palazzi dipinti con colori pastello, le mura del Castello Ursino che raccontano molto di più che la storia di questa città. L’elefante con la sua solita cornice: un gruppo di anziani signori che discutono dei rigori, di politica, della pensione, una coppia di turisti che scatta una foto ricordo, un gruppo di amici in attesa del solito ritardatario….è incredibile come intorno a questa statua si riuniscano generazioni di catanesi e stranieri in attesa: che il tempo passi, che la “comitiva” sia al completo, che un’altra meravigliosa chiesa barocca li stupisca….
Ma ciò che davvero mi stupisce, più dei milanesi incantati dalla “città vecchia” che ho sempre dato per scontata senza mai riflettere sul suo grandissimo valore storico, è il multiculturalismo di questa città che avevo sempre pensato essere troppo “piatta” : in 2 ore ho sentito parlare 5 lingue (spagnolo, cinese, rumeno , inglese, tedesco) e un’infinità che non riesco neanche a riconoscere, ho visto coppie multiculturali e riconosciuto stili che richiamano modelli di vita totalmente diversi da quello americano a quello turco…..
Catania bella, bellissima, con gli occhi di un turista, che avrà comunque problemi a visitare musei e chiese perché l’unica lista aggiornata, compresa di prezzi e orari è presente solo sul sito del Comune di Catania o sulla parete dell’assessorato al turismo che si scusa per non poterla fotocopiare ” Ma se vuoi posso darti carta e penna e puoi passarti il tempo a copiarla”. Il problema diventa quando Catania la vivi e tutta questa bellezza e diversità viene coperta dall’abbandono dell’amministrazione comunale che mette 5 cassonetti dell’immondizia davanti ad una biblioteca o chiude i centri culturali, dalla strafottenza dei catanesi che per non fare un metro in più, abbandonano 3 sacchi dell’immondizia angolo di via transito, dalle “leggi” mafiose che prevaricano quelle statali e mostrano tutta la loro forza organizzando concerti senza autorizzazioni, senza rispetto delle norme di sicurezza, creando recinti per cavalli dove dovrebbero esserci bambinopoli.
cassonetti dei rifiuti piazzati proprio all’ingresso del Centro Culturale Sordi
Così se il mio giorno da turista finisce qua, la rabbia e l’indignazione le porterò con me sempre ed ovunque insieme all’appello che faccio ai catanesi di ribellarsi, di chiedere la presenza dello Stato dove questo è ormai sostituito dalle regole mafiose, di amarla di più e rispettarla….perché desidererei una Catania bella, bellissima anche da vivere e non solo da vedere per poi fuggire!