I normali cittadini vanno in prigione per molto meno
di Marcella Giammusso, illustrazione Ivana Parisi
Chi non ricorda Angelo Massimino, imprenditore catanese e mitico presidente della squadra di calcio del Catania? E chi non ricorda gli aneddoti e le frasi da lui formulate e diventate famose fra tutti i catanesi? Giorni fa, ascoltando alla radio la notizia della pena inflitta a Silvio Berlusconi me ne è tornata in mente una che cadeva a fagiolo.
L’ex premier Berlusconi, accusato di frode fiscale per circa trecento milioni di euro e condannato a quattro anni di reclusione, tre detratti per indulto ed il restante anno da scontare in carcere o agli arresti domiciliari, è riuscito ad avere tramutata la pena. Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta della difesa contro gli arresti domiciliari affidandolo ai Servizi Sociali e dovrà svolgere servizio di volontariato presso la clinica per anziani Sacra Famiglia di Cesano Boscone, nell’hinterland di Milano, per un totale di quattro ore la settimana. A conti fatti i giorni effettivi ammontano a meno di un mese.
“C’è chi può e chi non può……io può”. È la celebre frase pronunciata da Massimino che mi è tornata in mente come un lampo. E chiaramente Berlusconi “può”. Durante i lunghi anni in cui è stato Presidente del Consiglio dei Ministri ha potuto fare e disfare leggi a proprio vantaggio, arrivando ad essere uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo.
Adesso ha potuto anche evitare il carcere, rimanendo libero di circolare, di fare campagna elettorale, di salvaguardare le proprie attività. Ma Berlusconi dispone della facoltà di dire “Io può” ed ancora una volta è sfuggito alla condanna della Legge. Mentre i normali cittadini vanno in prigione per molto meno. E questa è giustizia uguale per tutti?
Se per esempio fosse stato un povero Cristo ad essere condannato per un qualsiasi reato, e nel quartiere di San Cristoforo a Catania ce ne sono tanti, pensate che avrebbe scontato la condanna nello stesso modo? Sicuramente sarebbe già a marcire nelle patrie galere, come qualsiasi altra persona comune che oltraggia la Legge.
Adesso anche Marcello Dell’Utri, condannato a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, chiede di essere affidato ai Servizi Sociali. E perché no? I giudici l’hanno accolto per Berlusconi, potrebbero accogliere la richiesta anche per Dell’Utri, il quale intanto si trova libero in Libano, dove è fuggito prima che fosse pronunciata la condanna e dove ha portato parte delle sue ricchezze. In ogni caso anche Dell’Utri può dire: “Io può”.
Anche Scaiola, Previti, Genovese, Cosentino e tanti altri potrebbero chiedere di essere mandati ai Servizi Sociali per scontare la pena. Ma ve lo immaginate come queste persone sarebbero capaci di inquinare il mondo del volontariato?