Cineforum: Il cinema “siciliano” di Pietro Germi
Divorzio all’italiana
(1961, 101’)
Il barone Ferdinando Cefalù di Agramonte, un paesino dell’entroterra siciliano, dopo dodici anni di matrimonio non esattamente felice, si innamora della giovane e sensuale cugina Angela, da cui è ricambiato. Unico, ma grosso ostacolo alla loro unione è Rosalia, moglie di Ferdinando, una donna oppressiva, ossessiva e petulante. Il processo a una sua conterranea, che ha assassinato l’amante per difendere il proprio onore, suggerisce al barone il cosiddetto “delitto d’onore”. A facilitare il problema che affligge il decaduto nobile siciliano c’è l’arrivo di Carmelo Patané, un modesto pittore, che in passato era stato la grande passione di Rosalia. Ferdinando, grazie a un astuto stratagemma, favorisce il riavvicinamento tra i due. Il desiderato tradimento di Rosalia si compie e il marito aspetta il precipitare degli eventi che gli permetta di agire in “flagranza di adulterio”. Grazie all’articolo 587 del codice penale, Ferdinando sconta una mite condanna, al termine della quale, tra il tripudio dei paesani, conduce a nozze l’amata Angela. Ma il matrimonio tra i due non segna però la fine della vicenda. Sulla barca, mentre Fefè pregusta beato la raggiunta felicità e bacia teneramente Angela, la giovane tocca e accarezza con il piede quello del giovane marinaio timoniere.
GAPA, Centro di aggregazione Popolare, via Cordai, 47 San Cristoforo, Catania
22 maggio – ore 21.00 ore 18.00 – ingresso € 3,00