Sdegnata per le atrocità che venivano commesse, decise di impegnarsi attivamente per la liberazione dell’Italia.
di Marcella Giammusso
Dall’Archivio ILSREC “R.Ricci” di Genova:
“Il 15 marzo 1945 la Signorina Giuffrida Grazia, mentre si trovava in tram, fu avvicinata da un gruppo di soldati tedeschi, che cominciarono a tormentarla con atti osceni sulla sua persona. Nel toccarla si accorsero che portava in tasca una rivoltella. Immediatamente la arrestarono e la condussero alla sede delle loro barbarie in via Rocca dei Corvi a Fegino.
Ivi la povera ragazza venne trucidata, dopo essere stata sottoposta ad atrocità di ogni genere, non esclusi atti innominabili sulla sua persona, come si poté constatare nell’atto del rinvenimento del cadavere il 28 aprile 1945.
Biografia del Caduto Giuffrida Graziella di Salvatore e di Loiacono Grazia nata a Catania il 15/11/1923.”
La nostra eroica concittadina era nata nel quartiere di San Cristoforo, in via Bellia, una piccola via adiacente alla famosa piazza Machiavelli, ma che a Catania è conosciuta come “ piazza San Cocimo” dal nome della chiesa dedicata a San Cosimo che si trova proprio nella piazza. Una bambina come tanti altri che in compagnia del fratello Salvatore spesso trascorrevano i pomeriggi giocando in quella piazza circondata da alberi e panchine. Una piazza che ancora oggi si mantiene meno confusionaria rispetto alle via Plebiscito, via Vittorio Emanuele e strade limitrofe. Una dei pochi spazi nel quartiere del quale i bambini possono usufruirne facendo partite di pallone e giochi vari, rendendo la piazza allegra e viva.
A poco più di 20 anni Graziella Giuffrida, insieme al fratello Salvatore emigrò a Genova piena di speranze e di voglia di fare come può esserlo una ragazza di vent’anni. In quegli anni molti catanesi “salivano” al nord per cercare lavoro, e trovò un’occupazione di “maestrina”. Erano gli anni dell’invasione tedesca che con l’ausilio delle forze fasciste italiane consumava orrori sulla popolazione inerme uccidendo, incarcerando e deportando donne uomini e bambini.
La giovane Graziella, sdegnata per le atrocità che venivano commesse, decise di impegnarsi attivamente per la liberazione dell’Italia e si aggregò al SAP, Squadre di Azione Partigiana. Fu uccisa il 24 marzo del 1945 nel quartiere Teglie a Genova, dopo aver subito tremende torture e infami sevizie. Il suo corpo fu ritrovato a Fegino il 28 aprile, alcuni giorni dopo La Liberazione. Graziella giaceva assieme ai corpi di altri quattro giovani partigiani, uccisi e torturati allo stesso modo. Anche Salvatore , fratello di Graziella fu ucciso dai tedeschi.
La mattina del 24 aprile la popolazione del luogo si riversò verso quella valle e scavate le cinque fosse e con orrore vennero fuori i quattro giovani e la ragazza. Avvertito il CLN di Rivarolo, mandò alcuni suoi membri. Nella capanna vicina alla fossa dove avvenivano le torture venne recuperato un barattolo contenete le unghie dei torturati.
Le salme di Graziella e Salvatore Giuffrida vennero riportate a Catania, ed oggi l’ANPI di Catania dopo varie ricerche è riuscita ad individuare la tomba di famiglia dove riposano i due fratelli. In tal modo ogni anno, recandosi presso questa tomba e depositando una corona di fiori si potrà onorare il ricordo dei due fratelli che con l’eroico sacrificio delle loro vite hanno contribuito alla liberazione dell’Italia.