Giovanni Caruso
Una coppia di api svolazzava in cerca di verde e fiori, ma la città, vista dall’alto, era grigia e triste. Ad un tratto l’ape vide qualcosa “Hei, Apo, guarda lì! C’è un giardino, è pieno di fiori!”. L’Apo aguzzò la vista, e disse “Lo vedo! Andiamo e facciamoci una scorpacciata di buon nettare e poi spargiamo semi di fiori che nasceranno sul grigio cemento!”. Scesero in picchiata e, man mano che scendevano, videro il giardino fiorito e tanti bambini che giocavano, e i loro genitori che discutevano allegramente.
Quella che avete letto è solo una piccolissima favola, ma non tanto. Perché questo giardino esiste davvero! In via Randazzo, nella zona Borgo, troverete infatti Il giardino di Scidà, dedicato a Gianbattista Scidà, che fu il presidente del Tribunale dei minori, che fece tanto per i bambini e i ragazzi di Catania, ma anche per l’ingiustizia sociale, matrigna di tutte le mafie.
Questo giardino, con accanto una piccola casa, apparteneva a un clan mafioso di Catania che lo ha avuto con la pratica della violenza, con quella delle estorsioni e con la vendita di tanta droga, che tanti ragazzi e ragazze ha ucciso. Poi lo Stato lo ha tolto a questa gentaglia, e ha detto “Lo restituiamo alla comunità civile di questa città”. E così è stato.
Il bene confiscato alla mafia è stato assegnato all’associazione culturale I Siciliani giovani e al suo omonimo giornale, che da trent’anni continua il percorso tracciato dal giornalista Giuseppe Fava, ucciso da Cosa nostra catanese, capeggiata dal clan Santapaola-Ercolano.
Ma I Siciliani giovani non abbiamo chiesto questo bene confiscato solo per noi. Infatti noi crediamo che la forza per combattere la mafia può venire solo se si sta tutti insieme. E così, insieme a noi, a gestire questo bene comune ci sarà il GAPA, la Fondazione Fava, l’ARCI, e altre associazioni che vorranno camminare con noi.
Adesso che è nostro cosa vogliamo che diventi? Sicuramente un luogo di legalità, dove la memoria triste di questo posto venga riscattata con dignità e con un progetto di lotta alla mafia, attraverso l’antimafia sociale. Una casa dove con allegria si lotta, si progetta, si accolgono studenti, uomini e donne, tanti bambini e bambine che scorrazzino in giardino a seminare fiori di pace.
Un giardino dove passare le calde serate d’estate: guardando un film, o ascoltando musica, o vedendo spettacoli teatrali, o funamboli e giocolieri circensi. Ma sarà anche un luogo per ricordare le vittime uccise dalle mafie, ma soprattutto le vittime vive e innocenti che vivono nei nostri quartieri popolari oppressi dallo “Stato mafioso”. Inoltre, ci sembra naturale che in questo giardino potremmo mettere radici per una libera informazione, presupposto per essere cittadini consapevoli.
Per fare tutto ciò, abbiamo la necessità di ristrutturare la casa e il giardino. E per fare questo ci vogliono soldi. Per risolvere il problema finanziario ci è venuta incontro Banca Etica attraverso una piattaforma per raccogliere fondi dal basso, che in poche parole vuol dire che ognuno e ognuna di voi può contribuire anche solo con un euro ed essere partecipe concretamente a questo progetto (www.produzionidalbasso.com – Il Giardino di Scidà).
Infine, un appello a tutte le associazioni e movimenti sociali. A Catania ci sono tanti beni confiscati alla mafia: non lasciate che rimangano chiusi, che vadano a degradarsi. Fate pressione a chi amministra questi beni. Insomma, chiedete anche voi un bene confiscato alla mafia: così facendo, farete un atto di giustizia e di libertà. E noi continueremo ad essere al vostro fianco nella battaglia per ottenerli.