Nel quartiere di San Cristoforo gli astenuti raggiungono quasi il 60%
Marcella Giammusso
Finalmente in Sicilia c’è la tanto attesa svolta politica dopo i dannosi governi di Totò Cuffaro prima e di Raffaele Lombardo dopo, conclusi con l’incriminazione per appoggio esterno in associazione mafiosa e la condanna a sette anni di carcere per Cuffaro, e l’indagine da parte della magistratura per lo stesso reato nei confronti di Lombardo.
La delusione e la rabbia dei siciliani verso i partiti che sono stati al governo hanno contribuito al capovolgimento delle sorti della Regione.
A San Cristoforo, durante gli ultimi giorni prima delle elezioni si respirava una strana aria. Non c’erano manifesti attaccati in modo selvaggio sui muri delle case, i “santini” sparsi nelle strade erano pochi, ma riproducevano sempre le stesse facce di sempre. Non c’erano gli amici e gli amici degli amici sguinzagliati nel quartiere in cerca di voti, non c’erano i preti che in una mano portavano l’immaginetta del “Cuore di Gesù” e nell’altra mano l’immaginetta del “politico amico”. Sì, c’è stata veramente un’aria diversa. “Sta vota non votu ppì nuddu, su tutti i stissi, su tutti latri e bastardi!”. Così diceva il signor Carmelo, il signor Turi, la signora Maria e così via.
È arrivato il giorno delle votazioni e d’avanti le sezioni non c’erano i vari galoppini e l’affluenza dei votanti è stata minima. Rosario Crocetta è stato il più votato come presidente, non ha vinto Nello Musumeci solo per pochi voti. Ma non è cambiato molto, Crocetta è stato eletto grazie ai numerosi voti dati all’UDC, partito di Cuffaro e per quanto riguarda i consiglieri regionali la gente del quartiere ha votato sempre gli stessi nomi dei personaggi che da anni amministrano la città e che non hanno fatto nulla per migliorare le sorti di Catania. Come possono i vari consiglieri eletti a Catania governare alla Regione Siciliana, quando non hanno saputo portare avanti alcun progetto per Catania?
Il voto dato ai consiglieri di Beppe Grillo è stato invece fondamentalmente un voto di protesta contro tutti i partiti politici. La gente è stata attratta dalla loquacità, dalla foga, ma soprattutto da ciò che ha detto Grillo durante i comizi nelle piazze e gli incontri effettuati a contatto con la gente. Bene Grillo, ma il Movimento Cinque Stelle come si porrà davanti alle dinamiche politiche, quali sono gli obiettivi del movimento?
Nei prossimi mesi avremo modo di dare una risposta a tutte queste domande.
Intanto i veri vincitori o meglio perdenti sono i non votanti che raggiungono la percentuale del 52,58%. E nel quartiere San Cristoforo l’astensionismo è stato ancora più alto raggiungendo quasi il 60%. Ciò vuol dire che la maggior parte della gente è stanca di tutti i partiti, non crede più alle promesse ed è consapevole che l’attuale sistema politico non risolverà i problemi della sopravvivenza della gente. Vuol dire che i cittadini cominciano ad essere coscienti che la cattiva politica che sta sulle nostre teste decide dei nostri destini, del nostro futuro. La povertà, la disoccupazione, l’illegalità, la mala sanità, la non cultura non sono altro che il risultato di cattiva politica.
Allora la gente vuole riappropriarsi del vero significato della parola politica, tornare ad un modello di vera democrazia che coinvolge attivamente tutti i cittadini al governo della città. Il governo del popolo dove tutti, anche i più miseri e poveri della città, hanno il diritto di esprimersi ed essere ascoltati da chi è stato eletto. Una democrazia che manifesta gli interessi della collettività e non di pochi privilegiati dà segni di grande civiltà e garantisce una vita dignitosa a tutti i cittadini. Una democrazia che rispecchia la polis greca, metodologia con cui i Greci coinvolgevano attivamente tutti i cittadini al governo delle città.
E una vera democrazia inizia quando la signora Mimma, la signora Angela, la signora Carmela, la signora Santina e altre donne del quartiere ti chiedono chiarimenti sulle varie forze politiche perché prima di andare a votare vogliono capire qual è la differenza fra una forza politica ed un’altra, capire se è meglio votare oppure no, capire cosa vuol dire democrazia. E allora decidono di fare un incontro con i volontari del Gapa e poi un altro ancora per approfondire l’argomento.
Questa è la speranza, questo l’inizio di un nuovo modo, un modo giusto di fare politica.