I sommersi e i salvati

di Giovanni Caruso

I marinai in silenzio stringono le nostre mani. Mani che lottano per i diritti in terraferma, mani che lottano in mare per “i sommersi e i salvati”

La Sea-Watch, foto Alessandro Romeo

“GRAZIE per la solidarietà” dice il cartello dei marinai sulla passerella della Sea Watch. La passerella da cui poco prima sono scesi in terra di Sicilia uomini, donne e bambini in fuga dai lager libici.
Sorridono i marinai della nave, i volti scavati dal vento. Non nobili pescatori, non militari costretti a non salvare più. Ma semplici marinai, “pirati” disobbedienti a tutto salvo che alla legge del mare. Il mare che dà e che toglie, il mare libero e infinito. “Io – dice il mare – non ho confini. Io amo chi mi rispetta”. Quelli della Sea Wacht lo rispettano e navigano per amore.
Salvano chi l’Europa rifiuta, afferrano con mani forti le mani di chi ha la pelle “sbagliata”. Di chi senza di loro sarebbe inghiottito dalle onde e dall’egoismo odiatore. .
Noi donne e uomini della Catania buona abbiamo accolto sul molo quei marinai, il molo che vide partire i nostri emigranti, i nostri nonni. I marinai in silenzio stringono le nostre mani. Mani che lottano per i diritti in terraferma, mani che lottano in mare per “i sommersi e i salvati”.