Articoli 2017

A Catania il mestiere di pescatore è “misteri ca mori”

“Giovane! Sì sì, proprio tu! Tu ca mi facevi i foto no mentri ca travagghiavu, i fotografasti i me manu? U viristi comu su? U sali si manciau tutte”. Sabato, porticciolo di Ognina. Sono passate da poco le nove del mattino e i pescatori tornati dalla notte cominciano a vendere masculini. “Masculina da magghia” li chiamano, per la caratteristica di imprigionarsi con la testa nelle maglie della rete che ogni mattina devono essere ricucite.

LOTTO MARZO

Le donne di San Cristoforo come le donne di tutto il mondo! E “LOTTO MARZO” è lo slogan che le donne di tutto il mondo hanno usato per la Giornata internazionale delle Donne. Donne e uomini di 40 paesi del mondo hanno manifestato nei modi più diversi, dal Togo, alla Svezia, alla Turchia, all’Argentina.

I paria della città

A Catania la puttana non si deve vedere. “Ciao Franchina, hai letto la nuova intervista a Bianco?”. Il centro deve essere bello, tutti vestiti bene. “No, perché?”. E non sono belle le bandiere, le facce di chi protesta, gli zingari che chiedono soldi. “Parla di San Berillo vecchio, fra un po’ ci saranno problemi”. La povertà va sotto il tappeto, nei quartieri attorno al centro. Perché il centro è la città, il resto non conta.

Comandiamo noi! E non si discute!

“Noi siamo stati eletti democraticamente, noi amministriamo Catania e nessuno deve disturbare chi governa!”. Immaginiamo che queste parole siano state dette da chi governa Catania. Lo immaginiamo, visto che la giunta Bianco non ammette a nessuno di esprimere il proprio dissenso al suo operato. Visto che la giunta Bianco fa e disfa senza consultare i suoi cittadini e cittadine, che secondo le regole della democrazia, questa, dovrebbe essere partecipata.

Mille passi con Fava

Sono trascorsi 33 anni da quella piovosa sera in cui una mano armata di pistola ha esploso cinque colpi alla nuca di Giuseppe Fava, direttore del “Giornale del Sud” prima e successivamente del mensile “I Siciliani”. Erano le 21,30 di giovedì 5 gennaio 1984. La sua colpa era stata quella di scrivere ciò che accadeva nella città di Catania ed in Sicilia, il suo giornale con un chiara analisi metteva a nudo le collusioni fra politici corrotti, imprenditori e mafia