A Catania “chiddu ca vinni libri vecchi”
testo e foto di Mario Libertini
“Prima facevo il muratore. Una volta mi capitò di sgomberare la casa di un professore e trovai un sacco di libri. Questi libri me li vendevo solo la domenica al mercatino delle pulci. Nel 2008 comincia la crisi e inizia a scarseggiare il lavoro. Così nel 2010 mi viene l’idea di mettermi con i libri qui davanti l’università, per fare un tentativo di guadagnare qualcosa. Il primo giorno incassai ventisette euro, e iniziai a pensare che questo poteva essere il mio lavoro. All’inizio fui incoraggiato da molti studenti che frequentavano la mia bancarella e iniziai a leggere abitualmente mentre lavoravo, anche se già da prima mi piaceva la lettura. Ho capito che era il lavoro che volevo fare, i libri mi hanno sempre affascinato”.
Nello, il libraio di piazza Dante, dal 2010 vende libri usati di fronte il Monastero dei Benedettini, sede delle facoltà umanistiche catanesi. “L’università, luogo di cultura, perché non si accorge che il mio ruolo è pedagogico? Ogni giorno il mio tentativo è quello di educare. Nei libri ci sono storie che influenzano i nostri comportamenti attraverso la conoscenza. Io dovrei essere riconosciuto, ma non io soltanto, anche tutti gli altri che fanno questo lavoro in città. Noi facciamo un tentativo con la nostra esposizione. Sembra strano quello che dico perché non siamo più abituati a vedere il lavoro come una passione. Pensiamo solo all’arricchimento materiale e non a quello spirituale”.
Lontano dalle mostre, dai musei, dalle lezioni universitarie o dai grandi slogan del Comune, Nello prova a fare cultura con la sua bancarella di libri. “Prendere un pugno di quadri e metterli in un museo a pagamento è fare finta cultura. Perché dovrei pagare per una cosa organizzata dal Comune? Per esempio il Castello Ursino è di tutti, perché devo pagare per entrare?”.
Catania si fa bella con un rilancio della cultura spesso soltanto di facciata. “Qua non vogliono che qualcuno si sviluppi. Parlano di Progetto per Catania ma è solo propaganda. A Catania non c’è lavoro. Il Comune dovrebbe creare le condizioni per poter uscire da questa crisi. Qui ci sono un sacco di ragazzi che hanno idee e progetti, basterebbe sollecitarli. Il Comune rappresenta il capofamiglia di questa grande famiglia, il sindaco e i suoi collaboratori dovrebbero servire gli interessi di tutta la comunità, in modo onesto”. Nello per molti è solo un commerciante che prova a guadagnare vendendo dei libri usati “Nella letteratura l’ho letto tante volte, anche in libri di pedagogia: è il posto dove nasci che incide sulla tua vita, quello dove cresci. Puoi avere un po’ di sensibilità in più e cercare di uscire da certe situazioni, io ci ho provato, ma sono sempre ai margini, c’è sempre un pregiudizio. Non fai parte del loro rango, non puoi stare tra loro. In altri paesi ti valorizzano e non importa da dove provieni se sei bravo. Qua invece ti trattano sempre come ‘quello che non è andato a scuola’”.
Nello vive a Librino e conosce bene il confine, sempre più netto, tra i quartieri popolari e il centro “Bisogna conoscere i quartieri popolari per capire, si deve parlare con la gente, accogliere il loro pianto o la loro gioia”. Parla di Kafka, Marx, Gramsci. Lavorando racconta, qua e là, le storie che ha letto sui libri che vende. Il Comune non l’ha mai regolarizzato concedendogli una licenza. “Parigi è piena di bancarelle di libri, tutte regolarizzate dal Comune. In Francia vengono chiamati ‘bouquinistes’, non si chiamano ‘chiddi ca vinnunu libri vecchi’.”