Per allenarsi alla socialità, anche con le capriole
di Andrea Arena e Maria Elena Rubbino
“Trovo splendida l’idea di uno spazio dove si dedica attenzione a chi, da parte delle istituzioni, non riceve nulla”. A dirci queste parole è Caterina, una giovane artista di circo che frequenta l’allenamento libero che si svolge al GAPA tre volte la settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) dalle dieci del mattino alle due del pomeriggio, e a cui tutti possono partecipare.
L’idea nasce da un gruppo di circensi catanesi – riuniti nell’Associazione Culturale Clatù – specializzati in diverse discipline, che hanno proposto di creare, in collaborazione con l’associazione GAPA, un momento di aggregazione per la città e per il quartiere a partire dalla diffusione di buone pratiche di allenamento e salute del corpo.
Ma perché proprio il Circo a San Cristoforo?
Il Circo è una forma d’arte riconosciuta e comprende una grande varietà di discipline, ciascuna delle quali richiede un elevato impegno sia fisico che creativo.
Nell’immaginario collettivo rimanda al tendone e a carovane di artisti girovaghi capaci di imprese sovrumane, ma dalla sua nascita esso ha assunto diverse forme: non tutti gli artisti di circo, soprattutto oggi, si muovono in grandi carovane o si esibiscono sotto il tendone, molti di loro eleggono a palcoscenico la strada, ricercando nelle piazze e nelle vie una dimensione più diretta di contatto col pubblico, con la gente.
Sempre più il Circo torna ad essere una forma di spettacolo popolare che diventa occasione di svago e socialità negli spazi pubblici, sempre meno valorizzati e troppo spesso ridotti a semplici luoghi di passaggio o “centri commerciali naturali”.
Per Salvo, danzatore aereo, “l’allenamento libero diventa una questione di crescita personale, una svolta positiva non solo per noi stessi ma nel contesto che si genera, creando un ambiente di continua e proficua produzione e crescita artistica”.
Valentina, che pratica la giocoleria, afferma “Uno spazio di allenamento in una realtà difficile permette alla città di riqualificarsi e risponde a un’esigenza di tutti.”
Creare momenti di socialità e collaborazione è importante per la città e ancora più importante per un quartiere disertato dalle istituzioni che in tal modo diventa fulcro di nuove energie, rete di idee, sperimentazione e creazione. Il Circo, essendo un insieme variegato di abilità e ruoli, è per sua natura inclusivo e valorizza la diversità: ciascuno, a seconda delle sue propensioni o delle sue qualità, trova posto all’interno di questo pittoresco mondo. Attraverso disciplina fisica e mentale, la pratica circense possiede la capacità di innescare processi virtuosi di autostima e socialità come lo sport e di veicolare, grazie alla sua componente creativa, processi di pensiero, emozioni ed idee, come la danza o il teatro.
“Non è facile trovare uno spazio dove potersi sentire liberi di esprimere i propri interessi o la propria arte. Trovare qui stimoli e condivisione è meraviglioso, permette di crescere da tutti i punti di vista”, continua Valentina. Espressione e condivisione sono esigenze umane che appartengono a tutti, esigenze sempre più negate dalla società occidentale, che ci vuole sempre più competitivi, produttivi e soli.
Il Circo è in grado di divenire metodo d’educazione tanto per il corpo quanto per la mente, proprio perché estremamente efficace nel rispondere a queste e ad altre esigenze.
A partire da queste premesse nasce il Circo Sociale, ampiamente utilizzato in tutto il mondo come strumento di intervento in situazioni di marginalità, fragilità e disagio e come strumento pedagogico per il sano sviluppo dell’individuo.
Le tecniche del circo sono qui messe al servizio di una sperimentazione giocosa di dinamiche di gruppo e di crescita personale in cui l’individuo sviluppa ascolto e responsabilità nei confronti di se stesso e dell’altro. Alcuni ragazzi che hanno iniziato a frequentare lo spazio di allenamento libero del GAPA hanno avviato dei brevi laboratori di pre-acrobatica rivolti ai bambini del quartiere all’interno del progetto Scuola e Libertà. Una di questi è Soemia, giocoliera, che racconta “I bambini si sono messi alla prova e hanno imparato qualcosa che non credevano di poter fare, in un ambiente diverso dal quotidiano, dove non valgono le stesse dinamiche cui sono abituati e hanno scoperto di essere capaci, giocando insieme”.
L’aspetto ludico è fondamentale per la crescita dell’individuo: durante il gioco è più semplice entrare in contatto con gli altri scavalcando parte delle convenzioni sociali e delle gerarchie che la vita quotidiana impone; lasciandosi dietro l’immagine che noi stessi ci siamo creati o che gli altri hanno di noi, nel Circo vale l’enunciato di Einstein: “Il gioco è la più alta forma di ricerca”.
S. (nove anni) è felicissimo di far vedere a sua madre che ha imparato a fare le capriole, “Guarda cosa ho imparato!” esclama entusiasta. Per crescere come cittadini all’interno di una società è fondamentale responsabilizzarsi, conoscere le proprie potenzialità, riconoscere quelle altrui, oltrepassare le barriere imposte da ciò che sembra immutabile, trovare alternative, pensare fuori dagli schemi, non avere paura: si può iniziare in molti modi a scoprirlo, uno di questi può essere di certo fare le capriole!