Dalle parole della signora Licata, presidente del consiglio d’istituto, emerge una situazione già difficile all’interno: aule chiuse causa caduta d’intonaco, insegnanti costretti a far lezione in palestra, servizi igienici che lasciano a desiderare, ingresso non custodito dal quale chiunque può entrare ed uscire liberamente mancando un custode. Ma la temuta chiusura ha reso le mamme del quartiere combattive, naturalmente arrabbiate e decise perché ciò non avvenga, perché il Comune si assuma le proprie responsabilità. Al convegno del 23 marzo organizzato dal preside la platea era gremita di genitori, ragazzi, insegnanti, tutti in attesa di sentire notizie confortanti sul futuro incerto della scuola. Abbiamo ascoltato i relatori con grande interesse elencare i gravi problemi che affliggono la società e, in particolare, quelli del quartiere San Cristoforo. Il sindaco, atteso ospite, non era presente perché impegnato altrove, ma abbiamo avuto il “piacere” della presenza del suo vice Arena. Il suo è stato un intervento frettoloso e per questo contestato dal pubblico deluso, ancor più quando ha parlato del quartiere con toni quasi entusiastici sottolineando orgogliosamente che gli abitanti usufruiscono di 2 (ben 2!) bambinopoli, dimenticando che i “fortunati”abitanti vivono nel disagio mancando loro servizi altrettanto importanti. Adesso il quartiere rischia pure la chiusura della scuola, necessaria affinché i nostri ragazzi abbiano la possibilità di crescere, conoscere e potersi difendere dall’arroganza dei potenti. Ben fanno le mamme ad indignarsi, arrabbiarsi e difendere un loro diritto, ma si dovrebbe dar loro la possibilità di parlare, confrontarsi con le istituzioni alle quali possano confidare desideri e speranze. Bisognerebbe dar voce ai giovani, veri protagonisti di questa battaglia e futuro della società. Ma dovrebbero parlare anche gli insegnanti, bisognosi di mezzi e locali sicuri e adatti all’insegnamento. Mi viene da pensare perché mai si debba fare una battaglia per impedire la chiusura di una scuola, non sarebbe dovuta nemmeno iniziare perché il quartiere ha bisogno di questo istituto e i suoi abitanti di veder rispettato un loro diritto. Ma, si sa, questo è il quartiere San Cristoforo, uno di quelli a rischio della città. Quasi dimenticato per lungo tempo, ingiustamente abbandonato e poi oggetto di attenzione per gli amministratori in altri periodi… Chi si sente abbandonato nel suo difficile cammino, da chi dovrebbe invece tutelarlo, poco per volta si lascia andare e si lascia “morire”. Noi tutti non possiamo permettere che ciò accada, dobbiamo unirci a queste mamme e agli abitanti di questo quartiere, che è anche il mio, affinché nessuno si lasci andare e poi morire. Questa zona della città ha bisogno di non essere dimenticata, di veder valorizzato quello che di buono esiste qui. È necessario rendere vivibili e sicure queste vie con una maggiore e costante sorveglianza e manutenzione, è dovere di noi tutti non far svanire la speranza, ai tanti giovani e numerose famiglie, di veder migliorate le loro condizioni di vita. Perché qui, al quartiere San Cristoforo, la gente vuole vivere e non sopravvivere.
Anna Zuccarello