Se le donne si fermano si ferma il mondo
di Elena Majorana
“Mentre marciamo e marciamo, innumerevoli donne morte, piangono, attraverso il nostro canto, il loro antico lamento per il pane. Il loro spirito stremato conobbe poca arte, poca bellezza e poco amore. Si, è per il pane che combattiamo, ma noi combattiamo anche per le rose!” (J. Oppenheim)
Questi versi ci raccontano di donne in sciopero per un salario migliore e per condizioni di vita migliore, il pane ma anche le rose cioè il diritto alla bellezza, all’arte, al riposo, a decidere per se stesse.
Versi scritti da più di cento anni ma ancora attuali. Le donne sono ancora pagate meno degli uomini e hanno ancora lavori meno qualificati, che spesso sono costrette a lasciare per occuparsi della famiglia. Non vogliamo annoiarvi con numeri e statistiche non ce n’è bisogno: ognuno di noi vede la propria madre, sorella o vicina di casa correre di qua e di là da un lavoro precario ad un altro fra un pasto cucinato ed un figlio accompagnato o preso a scuola,un anziano parente da accudire o una fila alla posta o dal medico.
Le donne sono quelle che pagano di più per i tagli alla sanità, per la mancanza di asili e scuole decenti, per gli sfratti che sono sempre più frequenti. Ed inoltre subiscono una cultura maschilista che le considera incomplete senza un uomo e che dà a quel uomo il diritto di decidere per loro, di considerarle una cosa propria tanto da giustificare ogni tipo di violenza domestica.
Eppure c’è un’ altra narrazione che ci racconta che ormai la parità è raggiunta e così assistiamo al tentativo di smantellare leggi come quella sul divorzio o la 194, al taglio dei finanziamenti per i centri anti violenza e dobbiamo assistere al vergognoso spettacolo di politici che apertamente dicono che il posto delle donne è la casa.
Ma le donne non sono disposte né a tornare a casa né a rinunciare a cambiare la società, vogliono consegnare alle proprie figlie e figli un mondo liberato dall’oppressione e dallo sfruttamento ed un pianeta salvato dal disastro ecologico
Per questo l’8 marzo scendono in piazza e proclamano lo sciopero nei luoghi di lavoro ed in casa, sciopero globale, sociale e femminista. Anche Catania, grazie all’iniziativa della rete femminista Non Una Di Meno, parteciperà con un corteo che partirà da piazza Roma alle ore 17:00.