Da area verde a discarica abusiva
di Ivana Sciacca, foto Francesco Nicosia
C’era una volta il Parco dei Giusti. Correva l’anno 2003 e il Comune di Catania, dopo avere espropriato i mezzadri che coltivavano la terra e che lì avevano le masserie, decise di acquistare quei trenta ettari di terreno per trasformarli nella più grande area verde di Catania.
Trenta ettari sparpagliati tra i quartieri di Monte Po, Librino, Nesima e San Giorgio di certo avrebbero giovato alla collettività, specie considerando che quest’area verde sarebbe sorta in un’area periferica povera di spazi pubblici.
Volendo essere scrupolosi non si sarebbe trattato di un’area verde qualsiasi perché il progetto comunale era ben preciso: questo parco sarebbe stato dedicato alla memoria dei “Giusti”, ossia a personaggi di spicco che durante la seconda guerra mondiale salvarono diversi ebrei dalla persecuzione razziale. Proprio per questo l’inaugurazione avvenne il 27 gennaio 2003 durante la giornata della Memoria.
Ricapitolando questo Parco dei Giusti sarebbe dovuto essere un vanto sotto diversi profili: sarebbe diventata l’area verde più estesa della città; sarebbe sorto in una zona periferica; avrebbe custodito la memoria di uomini esemplari per l’umanità.
Ma allora perché “C’era una volta il Parco dei Giusti”? Perché c’era e non c’è più, perché col senno di poi sembra davvero una favola ma senza alcun lieto fine. Cos’è successo nel frattempo?
Evidentemente una volta acquistata e inaugurata quest’area non è stata tenuta in vita come sarebbe dovuto essere. Giorno dopo giorno è caduta nell’abbandono e ciò che sarebbe dovuto essere un fiore all’occhiello per l’amministrazione comunale dell’epoca è diventata una vergogna senza eguali per tutta la città.
E’ importante ribadire che sulle lacune delle amministrazioni le organizzazioni criminali costruiscono i loro imperi. E’ importante ribadirlo affinché prima o poi chi occupa posizioni di potere la smetta di voltarsi dall’altra parte e si assuma le proprie responsabilità verso i cittadini.
Chiusa questa breve ma fondamentale parentesi e tornando al Parco dei Giusti, già nel 2009 qui era stata scoperta un’area di discarica con materiali altamente tossici. Il Comune ha continuato per anni a proclamare la nobile intenzione di voler sottrarre quest’area alla cattiva gestione, tuttavia senza mai attuare seri controlli.
Tant’è che nel 2012 la Polizia Provinciale aveva sgominato diverse attività illecite legate alle due discariche abusive attive proprio all’interno del Parco di Monte Po. Qui venivano smaltiti rifiuti speciali pericolosi, ma anche motorini rubati e persino cavalli morti. Furono arrestate sette persone che erano riuscite ad occupare diverse zone dell’area attrezzandola con sbarre e lucchetti per poter scaricare (indisturbati) i rifiuti. In tale occasione il Comune si beccò una denuncia per non aver attivato nessuna attività di tutela del proprio patrimonio demaniale e l’area fu posta sotto sequestro.
A dire il vero già a partire dal 2011 erano arrivate diverse segnalazioni alle forze dell’ordine circa le attività illecite che fiorivano in quest’area dimenticata da tutti tranne che dai criminali: allevamenti abusivi, alloggi abusivi, discariche abusive. Forse in memoria dell’accezione più negativa di sicilianità? Sicilianità come mafia, come abusivismo, come indifferenza verso gli altri… Ma a questo punto non sarebbe stato più onesto intitolare il parco agli “ingiusti”, ossia a tutti i responsabili di questo scempio ambientale?
Ovviamente, come lo schema predefinito di ogni favola, ogni scandalo avvenuto in quest’area è stato seguito da dichiarazioni sussiegose da parte dei pubblici funzionari indignati per i danni causati dai teppisti ma mai con un briciolo di vergogna sui loro volti per aver permesso che questo degrado avvenisse.
Sarebbe davvero fiabesco concludere rivelando che finalmente giustizia è stata fatta: i cattivi sono periti, i giusti hanno vinto e il Parco di Monte Po è stato restituito ai cittadini. Ma il regno dei cieli se c’è di certo non è a Catania e di certo non è in quest’area: le ultime notizie sul parco risalgono a quest’estate e parlano di ulteriori rifiuti tossici scaricati e di abitanti costretti a respirare veleni e a vivere barricati in casa a causa dell’aria irrespirabile dovuta agli incendi di copertoni e materiali che neanche Dio sa cosa siano!
I politicanti di turno anche adesso parlano di bonifica e riqualificazione del Parco ma, a parte qualche sopralluogo, i lavori devono ancora iniziare.
Fondi per intervenire pare non ce ne siano. Addirittura qualcuno ha dichiarato in estate che non c’erano ditte disponibili per avviare i lavori o, ancora più fantasioso, qualcun altro ha aggiunto che “una volta fermata l’emergenza igienico-sanitaria sarà necessario installare un capillare sistema di videosorveglianza”. Dichiarazioni che lasciano perplessi perché se il Parco dei Giusti è peggiorato in undici anni, non si osa immaginare cosa accadrà nei prossimi!
La sfiducia è giustificata ma si spera venga smentita il più presto possibile perché in quella zona ci abitano persone che hanno diritto a un’aria respirabile tanto quanto gli assessori, il sindaco e tutti i cittadini. Una cosa è però certa: se le parole fossero oro, i governanti non ne sprecherebbero così tante.