Giovanni Caruso
Si sa, Catania ha uno splendido centro storico con il suo prezioso barocco. Tra i monumenti più di valore c’è l’ex convento di Santa Chiara, ristrutturato con i finanziamenti pubblici per destinarlo ad area museale.
Ed invece cosa ha pensato la giunta comunale, capeggiata dal sindaco Bianco?
Di dare una parte del convento a “Frontex”, un’agenzia dell’Unione Europea, che serve a controllare le frontiere, respingere gli emigranti che fuggono da guerre e fame. Questa agenzia, insieme alla missione “Triton”, fa parte di un programma gestito da forze militari dell’Unione Europea.
Insomma oltre la militarizzazione della nostra provincia, hanno militarizzato il nostro centro storico, la nostra città.
Una città che sicuramente ha una vocazione all’accoglienza e all’integrazione.
Una città che – già “militarizzata” dalla mafia – non può accettare questa ingiustizia.
Quella parte del convento poteva essere destinata alle iniziative culturali, alle scuole, alle organizzazioni sociali che da tempo chiedono l’uso dei beni comuni. Ma da tempo il “podestà” di Catania chiedeva all’Europa, che “Frontex” venisse collocata nella nostra città. E così è stato!
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E dire che qualche mese fa l’assessore Salvatore Di Salvo aveva lanciato l’idea della “fabbrica del decoro”, un progetto che coinvolge la cosiddetta “società civile” e le organizzazioni che la rappresentano (ma che non tengono in considerazione la società reale). Una “fabbrica del decoro” per rendere Catania vivibile, colta, accattivante, legale. Per restituire i beni comuni ai cittadini, i beni confiscati alla mafia a chi ne ha diritto, e addirittura, combattere la criminalità organizzata a partire dai quartieri popolari…
Peccato che nello stesso tempo il sindaco si esalti per l’approvazione del “Pua”, che massacrerà la Plaja. Che accolga i ministri della Nato e poi esponga sul municipio la bandiera della pace. Che chiuda gli asili nido e ne licenzi le operatrici. Che rilanci le speculazioni col nuovo regolamento edilizio. Che chiuda la scuola di via Santa Maddalena – presidio di istruzione e integrazione per gli emigranti. Che consegni, ancora una volta, la festa della patrona della città all’assoluta illegalità e alla mafia.
Potrebbe continuare l’elenco delle schizofrenie politiche di questa giunta, che come le precedenti non si confronta con la città, non crede nella partecipazione democratica.
Così ci è venuto il dubbio che l’operazione “fabbrica del decoro” non cerchi uno scambio di democrazia con le associazioni e i cittadini, ma semplicemente una legittimazione per ciò che il governo della città farà con o senza l’approvazione degli uomini e le donne di Catania.
“Io sono il re e non conto nulla, il popolo è il vero re!” fa dire Eschilo – nelle “Supplici” – al re di Argo. Ma questa, a quanto pare, non è una tragedia greca: è solo una farsa catanese.
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Noi siamo disposti a discutere, con chi amministra, ma col diritto di critica e la libertà di dissentire. E solo quando vedremo le piazze di San Cristoforo liberate dallo spaccio e i quartieri liberati dalla mafia e riconsegnati allo Stato e ai cittadini.