La città “invisibile”

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Letizia Ardizzone

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Abito al centro di Catania e sono abituata a trascorrere i giorni in compagnia dei mie amici. La mia famiglia mi vuole bene e di certo ricevo affetto. Mi ritengo fortunata e non mi manca nulla. Ma oggi, come prima volta, sono andata incontro a una realtà completamente diversa e mi sono resa conto che la mia Catania non è solo come la conoscevo io.

Al di là dei mie confini, ci sono altre realtà e altri orizzonti e oggi l’ho potuto constatare.
Ci trovavamo nel quartiere di san Cristoforo, un quartiere dove persiste la povertà. A primo impatto mi sembrava il quartiere di Librino, erano simili se non identici. Provavo una tenerezza mai avuta prima d’ora e mi sentivo triste.

Perché mai queste persone non devono essere fortunate come me?
Perché i posti vengono lasciati abbandonati e perché si lavora in nero?

Tutt’oggi nonostante la scolarizzazione vi è una percentuale significativa e preoccupante di bambini rimasti analfabeti, disagiati e sono costretti a volte anche a commettere crimini. Le persone erano di poche parole, ormai rassegnate al loro destino.

Abbiamo visitato la parte sud del quartiere compresa tra “via Barcellona e via delle Salette” e anche solo quella minima parte ci ha fatto capire molto.

Come prima cosa siamo scesi nella piazza don Bonomo, soprannominata ”piazza della cocaina”, diversissima da come si potrebbe immaginare. Manca il lavoro e proprio per questo le persone ne risentono e iniziano a vendere droga o comunque si adoperano a fare qualcosa per poter guadagnare anche poche monete. Poi ci sono quei poveri che chiedono elemosina e i bambini, bambini abituati a parlare il dialetto, bambini che vengono cresciuti nella miseria.

Ma perché si inizia a spacciare? Forse perché la povertà è a livelli troppo alti e quindi si cerca rimedio per combatterla.

E vi esiste la mafia in questo quartiere? Certamente si ,la mafia pone le proprie radici proprio dove vi è povertà e l’omertà è la sua principale alleata. Le persone preferiscono essere omertose ,come si legge anche nei libri. “Muore qualcuno, nessuno sa nulla, meglio tacere.”

È un quartiere abbandonato questo? Senza dubbio lo è. Ma perché?
Sono le persone che ormai ci hanno perso le speranze oppure è l’istituzione che non vuole fare nulla? Più persone hanno risposto a questa domanda dicendo “il sindaco non da il suo contributo”.

È lo stato italiano a non voler agire o si lascia sottomettere dalla mafia che diventa protagonista? Magari entrambi ,i mafiosi molto spesso fanno accordi con la cattiva politica.

Ma continuiamo, dopo aver visto piazza don Bonomo e Don Pino Puglisi, siamo giunti al parco giochi. Doveva essere un parco giochi, ma non lo sembrava affatto. Fu ripulito ma ora come ora non vi sono grandi risultati.

Ora quello che tutti dovremmo chiederci è: perché questo quartiere è quello che è e ogni giorno si sentono notizie di spari, assassini, delinquenze?

Forse uno dei motivi è perché si è stabilita la mafia. Ricordiamo molte persone che cercarono di combatterla tra cui Impastato, Falcone, Borsellino e molti altri. Così come diceva Giovanni Falcone: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio e una rivoluzione, poi ha anche una fine”. “E noi come tutti dobbiamo combatterla, ma la mafia deve essere combattuta già da subito e non si deve aspettare di diventare grandi”.

La mafia si è così diluita proprio perché c’è molta povertà e le regole… le regole mancano quindi la mafia può approfittarne quanto vuole. Non c’è il controllo del territorio da parte dello Stato e per questo ognuno segue le proprie regole.

Soluzione a tutto: apriamo più centri cosicché diamo a tutti la possibilità di entrarvi e anche più scuole per farle usufruire da tutti e inseriamo le regole. Le regole farebbero tanto in un quartiere così degradato.