Questo anno per la prima volta l’A.N.P.I. Nazionale ha proclamato il 27 maggio “Giornata Antifascista”
di Paolo Parisi
“Questa è una iniziativa sul fronte del contrasto giuridico, sociale e culturale ai fascismi” dice Il presidente nazionale Carlo Smuraglia nell’annunciare la giornata antifascista. Hanno aderito circa 150 città italiane con la partecipazione dei cittadini che si sono mobilitati contro i nuovi fascismi ed il nuovo razzismo.
L’ANPI Catania, vista la coincidenza della data del 27 maggio 2017 con l’evento dei G7, ha deciso di rinviare l’iniziativa al 23 giugno presso il chiostro della CGIL in via Crociferi.
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di creare una consapevolezza sui valori della Costituzione, nata dalla Resistenza, contro i nuovi fascismi che in questi ultimi anni stanno dilagando sia in Italia che nel resto del mondo. In Italia si nota il diffondersi di manifestazioni fasciste, come il raduno al cimitero maggiore di Milano in onore ai caduti della repubblica di Salò, oppure la messa in onore di Mussolini a Catania presso la chiesa di Santa Maria della Guardia dove gli intervenuti durante e dopo la funzione hanno fatto saluti romani, urlando frasi che inneggiavano al fascismo.
Su internet spesso si trovano siti dove si inneggia all’odio razziale, odio antisemita e violenze di ogni genere. Spesso cortei e manifestazioni fasciste vengono autorizzate nelle varie città italiane. Questi avvenimenti si verificano tranquillamente senza che nessuno intervenga, né istituzioni né politici, nonostante ci siano gli estremi di reato di apologia del fascismo.
Certo non si vedono più persone vestite con le comiche camice nere, con il fez sul capo ed i pantaloni a zuava, ma il fascismo lo si respira tutti i giorni. Non ci sono più i campi di concentramento con le camere a gas, ma ci sono i CARA (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo) dove i richiedenti asilo immigrati extracomunitari vivono stipati oltre l’inverosimile aspettando un visto di soggiorno dopo un lungo periodo di attesa. Fra sporcizia, degrado e prostituzione quei luoghi diventano dei lager, creando un grande affare per gente senza scrupoli sulla pelle di questi disperati. E come dice Buzzi (in mafia capitale) “Gli immigrati rendono più della droga”.
Gli immigrati, con o senza permesso di soggiorno, spesso lavorano in nero, senza contratto di lavoro, non hanno nessun diritto ed hanno retribuzioni da fame. In agricoltura i richiedenti asilo lavorano nei campi nella raccolta di vari prodotti dal pomodoro all’anguria, dall’alba al tramonto come schiavi.
Come succedeva durante il fascismo che i fiancheggiatori denunciavano Ebrei, zingari ed omosessuali, oggi assistiamo a proteste di cittadini che non vogliono avere immigrati e campi Rom vicino casa, si infastidiscono quando il lavavetri al semaforo si avvicina alla propria auto. I sindaci, per il decoro della città, fanno delle ordinanze dove vietano ai disperati di pulire i vetri delle auto e ai cittadini di dare da mangiare agli immigrati.
I mezzi di informazione sono sempre più servili al potere che ostacola quei giornalisti e mass media che non intendono chinare la testa.
Spesso si apprende che grandi appalti vengono assegnati con enorme facilità ai soliti potenti senza aver indetto nessuna gara. In parole povere i potenti hanno sempre le porte aperte a svantaggio dei più deboli. La popolazione che vive in stato di povertà aumenta ogni giorno e nella stesso tempo si nota che la ricchezza dello stato è nelle mani di poche persone.
Da parte dell’Italia ci sono interventi armati, senza mandato dell’ONU, nei vari paesi del mondo dove difendono gli interessi dei vari potenti di turno, nonostante il divieto della nostra Costituzione articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli……”
Dall’entrata in vigore della Costituzione Italiana, il primo gennaio 1948, è iniziato giorno dopo giorno un attacco continuo a questa, fino ai nostri giorni, per fare in modo che l’Italia tornasse indietro nel tempo e la popolazione perdesse i diritti acquisiti dopo quel 25 aprile del 1945.