La partenza “zoppa” della Doria

Una madre lucchetta il  cancello della Doria (foto Giuseppe Scatà)Ammassati come sardine in aule improvvisate al posto dei laboratori, della stanza dei professori e della sala fotocopie – piccola quanto un ripostiglio – allo scoccare dell’ultima ora di lezione escono fuori a frotte, attraverso le scale e poi fuori dal portone principale su via Cordai dove, nemmeno a dirlo, non c’è l’ombra di un vigile che faccia ordine. Il dirigente scolastico ha ricevuto negli scorsi giorni una diffida ad aprire il corpo B dell’Andrea Doria, composto da 9 aule. Motivazione? I lavori di messa in sicurezza, previsti per quest’estate, sono incompleti: la scala interno del corpo B non sarebbe a norma, perché troppo stretta, secondo quanto comunicato alla scuola il 13 settembre. Eppure, a rileggere l’accordo firmato dal Comune e dalla proprietà (congregazione delle Orsoline), i lavori straordinari svoltisi in estate dovevano provvedere al cambio dei vetri delle finestre, alla sostituzione delle porte antipanico, ed alla costruzione dell’impianto antincendio. Il Comune ha ufficialmente dato novantamila euro alla proprieta’, la quale ha poi appaltato i lavori, portando a compimento solo l’impianto antincendio e il cambio dei vetri. Nell’accordo non si parlava di messa in sicurezza della scala interna del corpo B, eppure il 13 settembre, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, si scopre che doveva essere messa a norma: troppo tardi. Il risultato è la soppressione di nove aule e il nuovo disagio di una scuola che fino a due mesi fa aveva tanto lottato per sopravvivere all’interno del quartiere San Cristoforo, e che ora si ritrova già azzoppata ai blocchi di partenza. Gli alunni, anche per via di un aumento degli iscritti, sono troppi per il corpo A. Le aule improvvisate non rispettano assolutamente le norme previste dal Ministero (lo spazio tra banco e banco è insufficiente, la luce è scarsa, le lavagne mancano e gli spazi sono troppo stretti, al di fuori insomma di ogni vivibilità). E all’ultima campana? La scala interna reggerà al flusso incontrollato dei ragazzi che vanno a casa? Ed una volta vomitati in strada, a centinaia e senza freni, chi li salvaguarda dalle auto e dai motorini? Per mettere in sicurezza una scuola, la si è paradossalmente gettata nella più assoluta insicurezza. Il comitato civico in difesa della Doria si è presto riunito ed è pronto a ridare battaglia. Ha già diffuso un comunicato ai giornali e al Comune per denunziare l’ennesimo affronto ad una scuola-presidio fondamentale nel territorio di San  Cristoforo. E pensare che mentre il Comitato dibatteva e qualche madre diceva: “Siamo sempre agguerrite, solo ca semu chiù unchie di prima”, l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Nicola Lenza, diceva a Palermo: “Risolveremo l’emergenza dell’edilizia scolastica e lotteremo con ogni mezzo il fenomeno della dispersione”. Ma con quale mezzo, assessore? Rendendo le scuole insicure e inaccoglienti? Poi Leanza aggiunge pure “Verrà incentivato il turismo scolastico in  Sicilia”. Portateli tutti in via Cordai gli studenti italiani, c’è un attrazione imperdibile! Gli alunni in scatola e Le Grandi Cascate umane della Doria. Basta suonare l’ultima campana e avranno uno spettacolo meglio del Niagara. I biglietti, nemmeno a dirlo, andranno a ruba.

Giuseppe Scatà