di Paolo Parisi
Se finisce la vendita del pesce la pescheria muore.
La “Pescheria”, mercato storico del pesce e di altri prodotti alimentari, da sempre meta turistica dei visitatori della città di Catania e vanto dei catanesi, sta avendo gradualmente una trasformazione. Attualmente a Catania c’è un incremento turistico dovuto probabilmente alle difficoltà in cui si trovano alcuni paesi del sud del Mediterraneo (Egitto, Libia, Turchia), che scoraggiano i turisti.
I commercianti di questo antico mercato, spinti dal cambiamento di utenti, iniziano a rivolgere la loro attenzione non più ai cittadini catanesi, che lo frequentano sempre meno, ma bensì verso i turisti. Infatti girando per le stradine della Pescheria si notano i visitatori che attratti dall’originalità del luogo con l’esposizione della merce che riflette sotto le lampade attaccate agli ombrelloni, scattano foto con le macchine fotografiche alle varie bancarelle di pesce, frutta e verdura.
“Gli abitanti degli altri quartieri che prima venivano alla pescheria per acquistare il pesce e altri prodotti hanno avuto un enorme calo in questi ultimi anni,” dice Nino Bonaccorso, presidente del comitato Mercato Storico Pescheria, titolare di un negozio di salumeria ed alimentari: “Ultimamente abbiamo visto diminuire i clienti catanesi e crescere la presenza di turisti a Catania. La pescheria è sempre stata una tappa obbligata per chi viene da fuori e si vede ogni giorno un aumentare di visitatori ma non di vendite.
Abbiamo notato l’esigenza del viaggiatore di voler assaggiare i nostri prodotti tipici e fare un pranzo veloce, in tal modo qualcuno ha voluto creare degli spazi riservati con tavolini e sedie per far degustare i propri prodotti che ha in vendita. Pertanto sin dall’estate del 2018 qualche commerciante ha iniziato questa trasformazione per incrementare le proprie entrate, invece di cessare l’attività dovuta al calo delle vendite.
C’è stato chi si è arreso, come si nota dalle tante botteghe chiuse o dagli spazi vuoti lasciati dalle bancarelle mancanti, altri invece hanno seguito l’esigenza del momento, cioè avere attenzione verso i nuovi frequentatori della Pescheria.” Il signor Bonaccorso dopo avere dato un morso al suo panino imbottito, anche lui fa un pranzo veloce, continua: “Finché i commercianti creano degli angoli per fare assaggiare i propri prodotti è un arricchimento del mercato, ma si sta verificando che alcune attività si sono già trasformate totalmente in trattorie o ristoranti e se si continua in questo percorso il mercato perde la sua identità con la conseguenza che ci saranno più ristoranti che negozi, facendo diminuire l’attrazione turistica.”
Il signor Mirabella titolare di una macelleria si lamenta dell’amministrazione comunale: “Il comune non ha mai fatto niente per incrementare i mezzi pubblici e permettere che la Pescheria sia raggiunta con facilità anche dagli altri quartieri della città, non ha mai trovato una soluzione alla circolazione stradale, anzi gradualmente ha allontanato i mezzi pubblici da piazza Duomo. Anche la Fiera vedrebbe il suo declino se allontanassero i mezzi pubblici.”
Vittorio Andrea, pescivendolo della Pescheria interviene: “Non siamo soltanto noi commercianti di questo antico mercato a lamentarci ma anche tutti gli operatori delle vicinanze come farmacie, e tanti altri negozianti che stanno avendo un calo di vendite.” Andando verso la zona dei pescivendoli il signor Paolo dice: “Questa trasformazione incentiverà nuovi operatori che vorranno aprire trattorie o ristoranti, con il rischio che vengano sfrattati i commercianti già esistenti. Però attenzione se finisce la vendita del pesce la pescheria muore!”
Avvicinandoci ad un commerciate di frutta, il signor Romano, afferma: “Ormai ci dobbiamo rassegnare tutti: A Piscaria finiu.”