Il gruppo attualmente è composto da circa trenta soci/e volontari/e e 10 volontari/e non ancora associati/e (di età compresa tra i 17 e i 55 anni), che si alternano nelle numerose attività, motivati da un’idea di volontariato non assistenziale ma presente in maniera critica nella compagine sociale.
La presenza nel quartiere è concreta attraverso un lavoro diretto con i minori e le famiglie, e politica per la rivendicazione, insieme agli abitanti, dei tanti diritti negati attraverso incontri, denuncie pubbliche sulle disfunzioni cittadine e manifestazioni di protesta. Il tutto per favorire una reale partecipazione alla “cosa pubblica”.
Il presidente del Gapa è Marcella Giammusso. Esiste un consiglio direttivo composto da tre membri, ma la partecipazione democratica nella gestione del gruppo è garantita dall’assemblea dei soci attraverso due riunioni mensili generali di tutti i volontari/e (compresi i minori e le famiglie che frequentano il gruppo) e da numerose riunioni di sottogruppi legate direttamente all’esecuzione delle attività: gruppo animazione, gruppo doposcuola, gruppo relazioni esterne, gruppo formazione (che si occupa anche di accogliere e accompagnare i nuovi volontari/e), gruppo “progetto casa” sono i sottogruppi che attualmente operano, ogni sottogruppo ha un referente che può coordinarsi velocemente con i referenti degli altri gruppi e che coordina le attività.
I beneficiari delle attività (oltre agli stessi volontari/e) sono le bambine, i bambini, gli adolescenti, le ragazze e i ragazzi, e le famiglie del quartiere. Sono coinvolti attualmente in maniera regolare e continuativa circa 60 minori di età compresa dai 6 ai 17 anni, più una decina di ragazzi/e maggiorenni e il 50% delle rispettive famiglie. Esiste un continuo scambio e confronto con associazioni catanesi e non, per iniziative comuni sia di carattere politico che ludico-ricreativo.
Si cerca un costante rapporto con le istituzioni pubbliche (enti locali, servizi sociali, scuole, parrocchie, …) per la realizzazione, come avvenuto in passato, di iniziative comuni, alla ricerca di un reale dialogo sociale (incontro e/o scontro se necessario). Il rapporto comunque non ha mai riguardato convenzioni o richiesta di contributi pubblici, ma ha riguardato il confronto su tematiche che riguardavano il quartiere (lavoro minorile, dispersione scolastica, spazi di aggregazioni, devianza minorile, ….. mafia).
Le risorse economiche dell’Associazione provengono da spettacoli teatrali, cene di autofinanziamento, contributi di privati cittadini. Nel 2002, per l’acquisto della “Casa di quartiere” (progetti in corso) è partita una grossa campagna di ricerca fondi, ma molto mirata, personale e quanto più etica possibile.