Studi sulla questione, super consulenti, progetti, belle parole e tante promesse, ma ad oggi le strade che portano alle scuole sono più che mai un disastro.
Camminando per il quartiere, una strada ci colpisce più delle altre: è via Cordai, esattamente all’altezza del numero civico 59, l’ingresso dell’istituto comprensivo Andrea Doria. C’è una vera e propria voragine, un’antica ferita pronta a diventare acquitrino alle prime piogge, pronta ad imprigionare il primo motorino che ci capita dentro; a nostra memoria è li da tanto tempo. A peggiorare la situazione poi ci sono le auto che, posteggiate ovunque, restringono la carreggiata, occupano il marciapiede, intralciano l’ingresso e l’uscita dalla scuola.
Come tutte le altre scuole, qui non si vede mai un vigile, o meglio, come li chiama Scapagnini, “una sentinella dell’ordine” a regolare il traffico e ad impedire a chicchessia di occupare il posto per disabili. Alla faccia dei percorsi scolastici e della sicurezza!
Ma questo “super assessore” non è il solo a dispensare promesse, c’è anche un “super consigliere di A.N.”che va a destra e a manca per il quartiere li dove c’è più bisogno. Così chiamato alla scuola materna di via Moncada (plesso Toledo-Livio Tempesta) lui è arrivato subito per far riparare un tetto malconcio e far debellare topi e zecche.
Peccato che, anche in questo caso, la storia è una favola, perché alla scuola materna di via Moncada tutto è come prima, forse ci sono meno topi e qualche zecca aspetta l’estate per venire fuori, ma il tetto dell’aula è sempre lì, pronto a cadere nonostante gli impegni a farlo riparare durante le vacanze di natale.
Forse più che “super assessore” o “super consigliere” sono dei “super parolai”, che giocano con la vita della gente.
Noi del GAPA, da questo piccolo giornale, non abbiamo nessuna intenzione di stare ad ascoltare bugie e false promesse. La nostra intenzione è quella di riportare la verità attraverso i racconti della gente di quartiere, di promuovere e sostenere qualunque comitato che difenda i diritti e la verità.
Giovanni Caruso