di Daniela Calcaterra
Le donne attraversano la vita con lo stesso passo con il quale attraversano le vie, le piazze, i mercati, entrando ed uscendo dalle proprie case, dai luoghi che abitano.
Le donne e gli uomini di tutte le città “abitano” le città. E le città sono tali in quanto sono abitate.
Siamo tutti “abitanti” di questo mondo e in quanto tali siamo chiamati oggi più che mai a proteggerlo, a difenderlo. E le donne sanno bene che difendere e proteggere ciò che si ama richiede spesso tempo e cura, ma anche una grande forza e molto coraggio.
E di questo coraggio ne danno dimostrazione giorno per giorno le mamme NO MUOS, che lottano per la smilitarizzazione del territorio di Niscemi, che rifiutano ogni forma di violenza e subordinazione verso un sistema che non tiene più conto delle relazioni umane.
O le donne di Kobane (Kurdistan) che hanno resistito alla violenza maschilista dell’esercito nazista dell’ISIS e liberato la loro città per nuovamente abitarla in pace. E come dimenticare le “donne madri” dei nostri quartieri popolari che resistono ad una infelicità collettiva imposta dall’illegalità istituzionale e l’oppressione mafiosa, eppure sono loro che, nell’assenza totale degli uomini, crescono i figli per dargli un futuro migliore.
Questi i temi e le esperienze che hanno ispirato le iniziative organizzate dalla rete di associazioni La Ragna-tela per l’8 marzo, dedicato “alla città, a questo scrigno di relazioni, legami, affetti, e interessi, che la rendono un crogiolo di umanità e alle tante donne che ogni giorno pensano a cosa si può fare per vivere con più agio e con meno fatica e pretendono di essere ascoltate”.
La Cité des Dames è il titolo che ha legato i diversi eventi, proprio come il libro scritto nel 1405 da Christine de Pizan, una figura rivoluzionaria e silenziosa che, immagina una città utopica dove racchiude tutte le donne che fino ad allora si erano distinte per capacità creativa e razionalità, evidenziando la nobiltà d’animo che le distingueva, esortandole ad uscire fuori da quella condizione di inferiorità a cui erano sottoposte.
La città delle donne: i criteri e le pretese femminili per Catania ha puntato l’attenzione sulla vivibilità non solo delle città, ma soprattutto del territorio mettendo in risalto la capacità relazionale e lo spirito propositivo proprio delle donne che, senza avere nessuna pretesa di esclusività, potranno trascinare in questo circolo virtuoso tutte e tutti coloro che abitano la città e il suo territorio.