testo di Giovanni Caruso
Trasporto pubblico a Catania
“Scusi, scusi! È qui la fermata del 431?”. “Sì, ma po’ stari friscu, passa ogni tre quarti d’ura!.” “Allora ma fazzu a peri!”.
Sentire queste battute alle fermate Amt (Azienda municipale trasporti) di Catania è normale, infatti da fin troppi mesi la crisi del trasporto pubblico cittadino è sempre più grave con conseguente disagio per noi tutti.
Da quando l’azienda è passata a gestione pubblico – privato, le cose sono andate veramente male: su cento autobus, che dovrebbero esserci per il trasporto pubblico, ce ne sono poco meno di cinquanta. Scarsa la manutenzione dei bus per via che i pezzi di ricambio non si possono acquistare. La società partecipata vanta un debito, da parte del comune, di circa trentacinque-quaranta milioni di euro.
Molte volte è accaduto che non si avevano i soldi per acquistare il carburante. Poi ci sono le legittime proteste del personale che sempre più spesso, essendo loro a contatto con i passeggeri, subiscono offese, pesanti lamentele e a volte anche aggressioni fisiche.
Cosa fanno i sindacati confederali? Hanno cercato un accordo con la giunta Bianco. Sembrava che questo accordo si potesse fare, ma dopo un referendum interno alla azienda del trasporto pubblico – che ha bocciato l’accordo – i confederali hanno ritirato la firma. I sindacati autonomi, che sono più vicini ai lavoratori, pur partecipando agli incontri con la giunta, da subito non hanno accettato le proposte di questa.
Giorno 19 settembre i lavoratori hanno fatto sciopero e gli autobus “crumiri” erano solo quattro per coprire l’intera città. Sciopero, giusto e legittimo! Che dovrebbe avere il sostegno di tutti gli abitanti della città per pretendere un giusto servizio del trasporto pubblico. Ma chi viaggia in auto, inquinando l’aria, se ne frega! Ma pensate a tutti i cittadini dei quartieri popolari del centro storico e delle periferie – che viaggiano su quei mezzi sporchi, senza area condizionata, e che molte volte si fermano per un guasto – quale disagio subiscono.
Ma secondo l’ufficio stampa del comune, pagato da noi, spesso si legge che tutto va bene, che il trasporto pubblico funziona, e se ci sono problemi tutto sarà risolto grazie al podestà Enzo Bianco. Infatti questo ufficio stampa si comporta e scrive come se fosse l’ufficio stampa della segreteria politica del sindaco e non al nostro servizio.
Certo, le responsabilità di questo disastro vanno suddivise tra le altre amministrazioni che hanno preceduto questa giunta, ma anche questa non ha fatto nulla per risolvere il problema, anzi lo ha aggravato!
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Intanto alla fermata si aspetta e si aspetta ancora. Poi appare sui cartelloni luminosi “Il mezzo ritarderà venti minuti. Informiamo i cittadini che questo inverno gli autobus saranno ridotti. Ci scusiamo per il disagio.”