di Salvatore Ruggieri
Se la vedesse Ferdinando adesso la rispedirebbe contrariato al mittente, e magari indispettito ed offeso c’avrebbe pure scatenato l’esercito borbone guidato dai suoi temibili ufficiali centenari. Vabbè che a caval donato non si guarda in bocca, ma qui…
E per rimanere in tema Risorgimentale, Garibaldi avrebbe forse lasciato Catania enclave straniera, a sapere che quel luogo sarebbe stato ribattezzato col suo nome.
E non per scomodare il Cielo, ma perfino Sant’Agata oggi invece di entrare in centro città, proseguirebbe per le campagne il suo giro, chissà scappando verso Palermo.
In realtà la situazione di degrado in Piazza Palestro va avanti da ben prima di Febbraio, ma negli ultimi mesi tutto sembra precipitare.
Il tutto cominciò quando l’ex Sindaco Umberto Scapagnini decise di avviare i lavori di riqualificazione di Piazza Palestro nei primissimi anni del 2000. L’opera andava a rilento tra mille ritardi e blocchi del cantiere e la piazza rivide la luce parecchi anni dopo, benché incompleta. Ma ai tanti non fece scalpore. Dopi più di un lustro senza una tra i più belli scorci di Catania, si poteva fare a meno di qualche basola non scalpellata ed un’illuminazione assai precaria!
Ma certo era evidente che i lavori che rientravano in quella folle idea scapagniniana che vedeva in Catania la capitale del Mediterraneo, non erano stati fatti a regola d’arte, ma soprattutto senza considerazione e rispetto della tradizione e della storia di quei luoghi. E così apparsero inappropriate fontanelle che sgorgavano acqua da terra, stile Champs Elysèe (almeno così ripeteva Scapagnini, nonostante io di ‘sti schizzi a Parigi non ne vidi mai in quella Avenue) e un’illuminazione fatta di lampioni assai avvenieristici. Del verde al solito nemmeno l’ombra.
Ed oggi? Oggi la situazione è precipitata. La pedonalizzazione della piazza aveva resistito fino a qualche mese fa quando piano piano si trasformava in parcheggio oggi divenuto permanente. I motorini sfrecciano incuranti dei bambini intenti a giocare. Dell’acqua delle fontanella e delle fontane centrali nemmeno l’ombra. Lo stesso monumento celebrativo, “a porta do Furtinu” come la chiamano i catanesi, è piena di tags spray che inneggiano ad amori eterni. Giustamente il primo cittadino di oggi, l’avv. Raffaele Stancanelli, avvertito, ha dovuto interpretare questi segni come in linea con la natura del monumento che fu regalo di nozze al re Borbone. Altrimenti come spiegarne la mancata pulitura dopo mesi? E per concludere non si possono non citare i vetri rotti del lo storico lampione che pende dalla Porta e l’orologio che segna sempre il solito orario.
“Melior de cinere surgo” recita la scritta sotto l’effige della fenice, ma più cenere di così…