Qualche anno fa ad un povero fruttivendolo catanese tolsero la licenza perché in ritardo con il pagamento dei tributi comunali. Solo che lui aspettava da mesi e mesi parecchi soldi dallo stesso comune di Catania per le forniture di frutta ad un asilo nido. Lui ha fatto una cosa illegale, il comune era (ed è) senza una lira per i poveri cristi (per altri vedremo tra poco che i soldi li trova), e può permettersi di non pagare i suoi fornitori. Questo non è giusto, ma la licenza gli è stata tolta per rispettare la legalità.
Un esempio che ci riguarda da vicino è la storia della scuola “A.Doria” a S.Cristoforo, protagoniste le donne madri del quartiere e, come vedremo, il procuratore capo della procura di Catania Vincenzo D’Agata. L’amministrazione comunale di Catania da diversi anni non paga l’affitto per la scuola. Il Tribunale di Catania ha più volte mandato l’ufficiale giudiziario per procedere allo sfratto dei locali. Solo la determinazioni di un comitato di mamme ha, fino a questo momento, scongiurato il pericolo. Mamme che negli anni scorsi hanno occupato più volte la scuola e interrotto le attività scolastiche per protesta. Lo sapete cosa succedeva mentre le mamme “illegalmente” occupavano la scuola e rischiavano che la polizia entrasse per sgomberarle? Il procuratore capo di Catania D’Agata, uno dei più alti magistrati presenti in Tribunale, telefonava al ragioniere generale del Comune Francesco Bruno per chiedere “amichevolmente” di provvedere al pagamento dell’affitto dei locali che la moglie di D’Agata aveva affittato al Comune (la telefonata è confermata dallo stesso magistrato su “La Sicilia” del 20/12/09). Il rag. Bruno e gli assessori che si sono susseguiti hanno sempre detto che non c’era una lira in cassa per gli affitti. Non era vero! Esistevano delle somme di denaro, sicuramente non per coprire tutti gli affitti; ma anziché destinarle per pagare e far vivere l’unica scuola media del quartiere, questo soldi servivano per pagare gli affitti ai loro amici! Ma la cosa assurda di tutta questa storia è che le mamme facevano un’azione giusta ma illegale e D’Agata faceva un’azione ingiusta ma probabilmente legale.
Ci saremmo aspettati, forse, un altro tipo di telefonata da un rappresentante delle istituzioni, forse quella che avrebbe fatto un alto Magistrato, l’ex Presidente del Tribunale dei Minorenni di Catania Giambattista Scidà. Lui avrebbe sicuramente detto questo: “Rag. Bruno in nome di tutti quei ragazzi e quelle ragazze che rischiano di non avere la loro scuola media. In nome di una giustizia e di una politica che non è al servizio dei potenti e dei loro affari, ma al servizio dei cittadini e delle cittadine che vivono situazioni più difficili. In nome di una città che non può prendersela solamente con il ragazzino che ruba per ignoranza o per bisogno, ma che deve alzare la testa anche e soprattutto contro chi in questa città ha fatto affari e carriere d’oro e ha utilizzato i soldi pubblici (cioè di tutti) per interessi privati. In nome di tutto questo la invito a pagare immediatamente l’affitto della Scuola A. Doria!”.
Pretendiamo con forza che in questa città il contenuto delle telefonate istituzionali cambi costume e tono: da ammiccante ed amichevole pieno di favori e scambi, a trasparente e dignitoso pieno di senso civico e solo per il bene comune.