Palestra di vita


Un allievo della palestra del Gapa secondo ai regionali di lotta greco-romana

foto e testo di Domenico Pisciotta

Un cerchio colorato di giallo e rosso delimita l’azione dei due lottatori. Non vince il più forte. Non è la forza fisica a prevalere. Vince chi usa la testa, chi ragiona, chi anticipa l’azione dell’avversario.

È un gioco di sbilanciamenti e di finte. Prima in piedi e poi per terra, si gioca di braccia, di prese e di leve cercando di proiettare o immobilizzare l’avversario. Questa è la lotta greco-romana.

Il Gapa, grazie all’impegno del maestro Claudio Alonzo, tiene, ormai da anni, un corso di lotta frequentato da ragazze e ragazzi del quartiere San Cristoforo e non solo. Un impegno che gli allievi e le allieve prendono con molto impegno, presentandosi sempre prima degli orari d’inizio della palestra. La materassina della palestra è calpestata ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17:30 fino alle 21. La lotta non è intesa come strumento offensivo ma come strumento di educazione alle regole, di condivisione e di amicizia.

Un’attività che ha portato uno dei più assidui allievi della palestra, Giacomo Vitale, a partecipare domenica 21 ottobre ai campionati regionali di lotta greco-romana, tenutisi a Catania nella palestra del Boschetto della Playa.

Giacomo ha lottato con grande impegno, arrivando in finale e classificandosi come secondo della sua categoria. Giacomo, da più di un anno, viene alla palestra del Gapa e il prossimo anno andrà a Roma per gareggiare ancora. Intanto continua ad allenarsi insieme agli altri ragazzi e ragazze della palestra.

Nonostante il secondo posto, però, Giacomo ha vinto appena ha messo il piede fuori dalla materassina. Ha insegnato a noi “grandi” come va vissuto lo sport. Al termine del primo incontro da lui, disputato e vinto, si è fermato a parlare con il ragazzo con il quale aveva gareggiato. Come se fossero amici da sempre e senza alcuna ruggine per il combattimento appena finito, i due, che non si erano mai visti, hanno parlato e scherzato. Hanno vissuto lo sport per quello che è, un gioco.

Puoi perdere o vincere, ma ciò che, davvero, conta è il modo in cui lo fai, la maniera in cui sopporti la sconfitta e festeggi la vittoria. La lotta è uno sport che si presta a quest’atteggiamento; il saluto tra i due contendenti a inizio gara, all’arbitro e al maestro dell’avversario a fine gara sono le regole ma, poi, sono sempre le persone e, in questo caso, i lottatori a fare la differenza.

Per l’ennesima volta, alla cattedra salgono i bambini e ci insegnano come vivere la vita.