Parole e musica per ricordare Giuseppe Fava

Marinella Milazzo, Fondazione La Città Invisibile

“Fava, il grande giornalista, il maestro della verità, rimane insostituibile. La mafia, criminale e politicoaffaristica, lo ha ucciso per questo: la sua voce era unica, forte e chiara, spietatamente veritiera, insomma straordinariamente giustiziera del marcio e della corruzione. Era il laboratorio di altre voci come la sua. Era un grido unanime contro lo sperpero di denaro pubblico a vantaggio di soliti noti. E in questo servizio che generava alla nostra terra, egli era il riscatto dei deboli, della gente onesta, e quindi anche di quelli come noi, se volete, di tutti noi volontari senza padroni”.

Queste le parole di Alfia Milazzo Presidente della Fondazione La Città Invisibile, che il 5 Gennaio si sono elevate insieme alle note dell’orchestra infantile Falcone-Borsellino presso la sede del Gapa, nel cuore di S. Cristoforo in via Cordai, per commemorare, 30 anni dopo, la morte del giornalista Giuseppe Fava per mano della mafia.

Parole e Musica durante il corso della mattinata. Le Parole sono anche quelle di Giovanni Caruso, “Omero contemporaneo che riesce a trasmettere l’ideale di giustizia sociale e etica del giornalismo in un tutt’uno” lo definisce così Alfia Milazzo, nel suo grido di denuncia contro le Istituzioni dell’abbandono sociale di quartieri come S. Cristoforo dove si chiudono le scuole, le biblioteche, i centri culturali, e invece dovrebbero essere raddoppiate le forze che operano nella cultura e nell’educazione, parole di Giovanni Caruso che chiedono una definitiva regolamentazione dell’assegnazione dei beni confiscati alla mafia.

La musica suonata dall’orchestra infantile Falcone-Borsellino, alla presenza del Procuratore Salvi, diretta dal Maestro Andrea La Monica, è quella di Vivaldi, Beethoven, Mozart, Gardel, Isaac. Per i giovani musicisti non è solo una esibizione corale del loro talento ma un grido unanime, si sono preparati a questo evento leggendo gli scritti di Pippo Fava e ponendosi delle domande che non lasciano spazio a contraddizioni: loro stanno diventando la risposta a tutto ciò per cui sono morti uomini come Fava, Peppino Impastato, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino. Sono la risposta.

foto Alessandro Romeo

Recitate da Orazio Condorelli le Parole di Fava, mentre Dei Pieri, Giunta, Asero, Mancuso e Spina, i giovani dell’associazione Atlas, mettono in scena uno sketch teatrale ispirato al lavoro di Pif.

“Crescere dentro questo universo di verità, questo è il percorso di vita che La Città Invisibile ha ricostruito per i bambini “invisibili” di Catania. Un modello che ha radici in don Milani, per esempio, ma anche in don Puglisi”, parla proprio di 3P un giovane di Belpasso, Alfio Platania, delle Agende Rosse, associazione di Salvatore Borsellino, per raccontare il modello al quale si ispira nel condurre la sua lotta al racket della mafia nel suo paese.

Ancora parole di denuncia quelle di Ettore Marini, anche lui delle Agende Rosse, che chiede la verità e sostiene, come i bambini dell’orchestra i giudici di Palermo, Di Matteo, Teresi Tartaglia, Del Bene, minacciati di morte da Riina.

Giovani e meno giovani sono insieme oggi, voce nuova, sull’esempio dei Giovani di Pippo Fava, è quella di Ester Castano, Premio Fava 2014, la voce spezzata dalla commozione quella di Pino Finocchiaro quando viene trasmesso il suo cortometraggio L’ultima violenza, manifesto di denuncia sulle responsabilità della morte di Fava.

Parole forti quelle che Riccardo Orioles, direttore dei Siciliani Giovani e collaboratore di Fava: ha affidato ai bambini invisibili dell’orchestra il compito di portare avanti il principio di legalità, come paladini dei diritti. Sarà a loro che prima o poi la coscienza di uno Stato rozzo, colpevole e disattento dovrà riconoscere il merito di essere il nuovo libero modello di civiltà.