Alessandro Romeo
Si scherza, si gioca… due amici ridono rumorosamente scambiandosi pacche sulle spalle mentre escono da un centro scommesse in via Sangiuliano a Catania. Sarà perché si aspettano grandi vincite, sarà che stanno già fantasticando sulla vita agiata che faranno tra poco, giusto il tempo che escano i numeri giusti. Davanti all’ingresso di questa bisca legalizzata è posteggiato in bella mostra uno scooter di grossa cilindrata, sul marciapiede: si sa che i numeri vanno inseguiti di corsa, se ne scappa uno, si è sempre in tempo per acchiapparne un altro.
E se i numeri tardano ad arrivare, perché attendere per festeggiare una vittoria certa? Così si va al bar di fronte “due campari gin!”. Nemmeno si accorgono che il bar è affollato da persone in attesa di un dibattito che li riguarda: il gioco d’azzardo. “Più giochi più perdi, è matematico” è lo slogan della giornata, ma loro di numeri se ne intendono così bene che sanno cosa serve per vincere: tornare alla ricevitoria, e aspettare, aspettare.
E mentre molti altri continuano a giocare con la propria vita inizia lo Slotmob, uno dei sessantuno organizzati nello stesso giorno in Italia, che a Catania è ospitato dal bar Pgreco. Il suo gestore, Giovanni Coppola, quest’anno viene premiato non con una coppa ma con un motto “Per fare i caffè non servono slot machines”, proprio per la decisione di non averne nel suo esercizio. Importante iniziativa di questa edizione è la lettera distribuita tra il pubblico da indirizzare al Presidente della Repubblica Mattarella con la richiesta di “togliere la gestione dell’azzardo alle società commerciali che non possono che incentivarlo per trarne profitto”.
Molti giovani attenti nelle prime file, mentre più indietro qualche signora ripassa le regole di più classici giochi di carte in vista dei prossimi tornei estivi tra amiche ai lidi. Anche l’assessore D’Agata, presente come rappresentante della giunta, fa un azzardo: promette che a breve avremo un regolamento comunale che fissi una distanza minima tra i centri scommesse e i luoghi sensibili come le scuole, fissi dei termini per l’apertura al pubblico e favorisca con dei contributi economici gli esercizi commerciali che eliminino le slot machine. Chissà come mai il comune di Catania è così affezionato ai regolamenti, che prevedono lunghi tempi di approvazione e difficoltà di applicazione, quando un’ordinanza del sindaco (che ha potere di intervenire in materia di salute pubblica) sarebbe molto più tempestiva ed efficace. Resta la promessa di un impegno su questo versante ma speriamo che per incassare questa vincita non bisognerà aspettare molto!