Salvatore David La Mendola
“Prima c’era l’homo habilis, poi 100 milioni di anni fa è arrivato l’homo erectus, e poi si è trasformato in homo sapiens sapiens, che vuol dire uomo molto sapiente”. Questo è quello che mi ripeteva Chiara mentre studiava la preistoria per l’interrogazione. “Una sana e robusta crescita” le dissi io.
Sempre quel giorno Salvo mi raccontava la lezione della maestra sulla crescita delle piante. “Prima c’è il seme, che con l’acqua e il sole cresce, e poi alla fine c’è il frutto” diceva entusiasmato. “Per questo” continuava “ci ha detto la maestra che non si può diventare grandi senza prima essere piccoli”.
Sarà ovvio, eppure nel 2013, nel Mondo come a San Cristoforo, i bambini sono costretti a diventare grandi troppo in fretta. Nel nostro quartiere, molti bimbi devono combattere presto battaglie più grandi di loro. Alcune volte per la poca attenzione che ricevono in famiglia. Altre volte per i problemi economici e sociali che affliggono il nostro quartiere, lasciato nell’indifferenza delle istituzioni comunali. Per questo motivo devono crescere subito, bruciando le tappe.
La società accelerata in cui nascono, li lancia anch’essa rapidamente nel mondo degli adulti. Così i bambini, bombardati dal consumismo, vogliono avere ciò che hanno i grandi. E allora un bambino come tanti afferma con ostentazione “io ho l’ultimo cellulare, quello meglio”. Si invecchiano con cosmetici e trucchi e delle bambine si consigliano dicendo “no, devi usare il mascara così sembri più grande”. Ripetono imprecazioni senza conoscerne il senso, ma si giustificano “è perché sono stressato”. Si avvicinano troppo presto all’esperienza dell’amore, ma affermano ” è perché io lo/la amo”. Cercano di apparire anziché essere quello che sono: bambini.
I diritti fondamentali delle nuove generazioni, come quello alla scuola, alla legalità, al gioco, all’infanzia, sono stati trascurati e distrutti dalla politica di questi tempi. Mi chiedo perché non si possa partire da noi, dal quartiere di San Cristoforo per cambiare. Partire da qui per insegnare ai nostri bimbi come è bello essere piccoli, senza addossargli colpe e doveri che non possono sopportare.
I nostri bimbi, rispetto ad altri, prendono coscienza troppo presto di un mondo che coscienza non ne ha. Perciò dovremmo, come le piante di cui mi parlava Salvo, dare loro prima di tutto “acqua” e “sole” affinché anche loro possano portare il loro frutto. Nel giusto tempo che ci vuole.