Il progetto educativo dell’associazione G.A.P.A. si pone l’obiettivo di accogliere bambini e bambine, ragazzi e ragazze del quartiere all’interno di un percorso multidisciplinare che guidi la loro formazione in maniera armonica, considerando gli aspetti cognitivi, motori, emotivi, espressivi, immaginifici, sociali e relazionali del minore, al fine di stimolare processi di apprendimento e decisionali autonomi, capacità critica, abilità relazionali che possano portarli a diventare soggetti attivi e partecipi di una comunità inclusiva e non succubi di dinamiche di violenza, sfruttamento e controllo.
Per raggiungere tali obiettivi propone dunque i seguenti fondamenti basati su innovative strategie di intervento sociale e metodologie ormai sperimentate da decenni in tutto il mondo nel campo dell’educazione dell’intervento sociale:
Creazione di uno spazio sicuro e divertente
Uno spazio sicuro emotivamente e fisicamente, cioè inclusivo, privo di giudizio, rispettoso delle norme di sicurezza, garantisce la possibilità ai partecipanti di sperimentare le proprie capacità in un clima di fiducia reciproca. Permette inoltre di creare un ambiente favorevole all’apprendimento e al dialogo.
Il divertimento, inteso come mancanza di aspettative o di giudizi che possano inibire la crescita individuale, si riferisce alla possibilità dell’utilizzo di strategie di educazione non formale che mantengano il fulcro sul processo di apprendimento e sull’esperienza diretta e non esclusivamente sul risultato, in modo da garantire esperienze evolutive stimolanti, interessanti e partecipate. La presenza di tali caratteristiche è fondamentale per garantire soddisfazione, autonomia e motivazione e per attivare quindi processi di apprendimento e sperimentazione mediati dai responsabili delle attività in maniera sicura e fruttuosa.
È dunque necessario svolgere un lavoro attento e condiviso sull’organizzazione e la gestione degli spazi in modo da garantire ad ogni attività un efficiente svolgimento nel rispetto degli spazi e delle necessità altrui. Pertanto anche i materiali utilizzati nel lavoro con l’utenza vanno certificati e controllati per garantire le norme di sicurezza.
Qualora si ritenesse necessario si può scrivere ed approvare un regolamento interno tra tutti i responsabili delle attività, ad ulteriore garanzia di accessibilità e utilizzo della struttura.
Relazioni con la comunità
Lo spazio nel quale operiamo è il risultato di anni di impegno, militanza, partecipazione, azioni e riflessioni sulla libertà, la critica e l’antimafia, indirizzate dall’osservazione e dal radicamento all’interno del quartiere per oltre 30 anni. Il G.A.P.A è riuscito a praticare antimafia sociale coinvolgendo attivamente il quartiere, utilizzando moltissime strategie di intervento, non sempre convenzionali, dalla carta stampata all’arte visiva, dal cinema al teatro, dai compiti per casa agli aquiloni. Tale esperienza è preziosissima nel contesto di un progetto educativo atto a creare consapevolezza e va riproposta ed evoluta coerentemente con le nuove risorse umane, materiali, pedagogiche presenti sul territorio così da creare un progetto realmente radicato nel territorio, adattabile e senziente.
Ogni attività, intesa come strategia, deve stimolare la presa di coscienza dei diritti inalienabili dell’uomo e portare a riflessioni critiche sul concetto di cittadinanza e partecipazione, sull’acquisizione dei partecipanti del senso di responsabilità condivisa derivante da una situazione di libertà di azione all’interno di una comunità in cui ognuno è libero se anche gli altri lo sono.
Deve inoltre garantire il mantenimento di rapporti con il quartiere in un’ottica non colonialista ma mediatrice tra le esigenze, le idee e le abitudini già presenti e le alternative che la comunità educante del G.A.P.A. propone. Data la complessità di tale principio si richiede ai responsabili una programmazione flessibile, che possa essere ridiscussa e quindi un’apertura al dialogo e al confronto sia con l’assemblea che con gli abitanti e gli utenti.
Espressione e Creatività
La creatività, intesa come capacità peculiare dell’essere umano di modificare l’ambiente usando le proprie capacità cognitive, motorie, relazionali ed emotive, è un caposaldo del progetto in quanto facilita l’autoaffermazione dell’individuo nel riconoscimento della propria efficacia, del proprio ruolo di attore principale nelle scelte di vita. L’atto creativo prevede la necessità di effettuare valutazioni sull’identità dell’individuo rispetto all’ambiente, richiede di effettuare scelte e selezionare idee, stimola il problem solving e la capacità decisionale in un processo che può essere tanto individuale, quanto collettivo.
L’essere umano inoltre possiede per sua natura una necessità espressiva ad oggi sempre meno riconosciuta che, nella sua mancata affermazione, porta a difficoltà nelle relazioni, nella concentrazione, nella creazione di un’immagine efficace di noi stessi.
La capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, di scoprire veicoli per la loro espressione, è alla base del condurre esperienze di vita appaganti, garantisce un buon funzionamento in differenti campi di azione, dalla scuola al lavoro, dalle relazioni allo svago, e favorisce una consapevole valutazione dei contesti, delle opportunità di crescita e miglioramento e delle sfide che quotidianamente la vita propone.
Coerenza di intervento
Per garantire l’efficacia del progetto educativo è fondamentale che l’approccio educativo sia coerente e condiviso tra tutte le attività presenti nella struttura, negli obiettivi e nei metodi. Per tale motivo le strategie presentate devono essere condivise con l’equipe di responsabili delle attività, discusse e sperimentate. Ogni attività parte da una scheda di presentazione in cui sono indicati il target (es. bambini e bambini dai 6 agli 8 anni), la strategia (es. laboratorio di disegno), gli obiettivi tecnici (es. sviluppo coordinazione occhio-mano) gli obiettivi sociali coerenti con quelli del progetto educativo (es. abitudine al lavoro di gruppo e alla condivisione).
La sperimentazione delle attività favorisce poi la loro programmazione in maniera più strutturale. Avvalendosi dell’osservazione (criticità, gestione del gruppo, bisogni) infatti si può programmare l’attività in maniera che sia utile al raggiungimento degli obiettivi preposti, in una relazione di ascolto con il gruppo e i bisogni dell’utenza.
Il progetto si svolge all’interno di uno spazio sociale, in un quartiere privo di servizi e in mano alla malavita e per queste sue peculiarità è quindi richiesto agli operatori di non perdere il contatto con la realtà esterna ed interna delle vite individuali e collettive del contesto in cui si trova, confrontandosi in maniera aperta con le lacune e le difficoltà dell’utenza nell’approccio al metodo o alle strategie, garantendo l’inclusività.
Durata nel tempo
L’efficacia di un progetto educativo risiede indubbiamente nella sua costanza oltre che nella sua coerenza. Per tale motivazione è importante garantire continuità attraverso la programmazione, focalizzarsi sui limiti e le potenzialità del progetto, del territorio, delle strutture per non trovarsi impreparati nei momenti di criticità che, comunque, in parte avverranno in maniere imprevista.
Bisogna inoltre garantire la naturale evoluzione del progetto attraverso la condivisione, il confronto e momenti di valutazione che non siano in alcun modo giudicanti nei confronti dei responsabili o dei partecipanti, ma piuttosto intesi come momenti di riflessione atti a rendere raggiungibili gli obiettivi posti attraverso una metodologia condivisa. Tutto ciò è fondamentale in un progetto educativo come questo che si pone l’obiettivo di sviluppare nei partecipanti autonomia di azione, di apprendimento, di scelta e critica, per cui limitarsi esclusivamente ad attività saltuarie, non strutturate o integrate ai bisogni educativi dei partecipanti non garantisce il raggiungimento di tali obiettivi.
Approccio incentrato sui partecipanti
Il progetto si integra all’interno di un contesto e una comunità preesistente e si impone dunque di essere adattabile ai bisogni dei partecipanti in modo da rimanere aderente alla realtà ed agire su questa in maniera graduale. Il percorso di ogni strategia nel raggiungimento degli obiettivi si avvale, da parte del responsabile, di momenti di osservazione, rimodulazione e ascolto delle necessità del gruppo di partecipanti. (es. se il gruppo ha difficoltà a gestire il contatto fisico non insisterò da subito sulla necessità di toccarsi, ma modificherò il mio programma andando qualche passo indietro, in modo fargli acquisire tale competenza in un processo graduale che gli permetta di fare differenti sperimentazioni e risulti più consapevole e duraturo).
La partecipazione degli utenti è volontaria, sta al responsabile creare interesse e motivazione, assicurandosi che non ci siano dinamiche di ricatto o di esclusione interne ed esterne al gruppo.
Il comportamento del responsabile, in quanto soggetto educante facente parte a sua volta di una comunità educante, si rifà all’approvazione di un codice etico condiviso del quale il suddetto è messo al corrente e che può essere ridiscusso e adattato in base a critiche costruttive e coerenti, in discussioni orizzontali che coinvolgano tutti i responsabili delle attività, che possiamo qui indicare come “riunioni d’equipe”.
Per garantire tale tipologia di approccio la struttura va adattata in senso polifunzionale in modo che la proposta formativa sia varia e ognuno possa trovare spazio per mettere alla prova le proprie capacità nelle discipline che più gli sono congeniali e fornendo al quartiere differenti opportunità di crescita individuale e collettiva. In tal senso diventa stimolante la messa in gioco di molteplici strategie guidate da una metodologia comune che possano creare un clima di condivisione tra soggetti specialisti in differenti campi dell’educazione, del movimento, dell’arte, della tecnologia, ecc…
Lo spazio, essendo condiviso, presuppone delle regole che non sono imposte da un’autorità superiore, ma servono a differenti individui a vivere lo stesso posto in maniera collettiva e a rispettare se stessi, gli altri e le strutture. Nel progetto è prevista la creazione di un regolamento interno dei partecipanti, partendo dai bisogni individuali, attraverso un’assemblea di bambini e bambini, ragazzi e ragazze, famiglie che utilizzano lo spazio e lo vivono, mediata dai responsabili delle attività e aperta a tutta la collettività. Una volta creato tale insieme di norme di convivenza, sta ai responsabili sottolineare durante le attività la presenza di tali norme, senza puntare il dito o giudicare le azioni individuali, ma attivando nei partecipanti il senso di responsabilità individuale e collettiva.
Rete
Il progetto, come già specificato, si integra all’interno del territorio e per tale motivo si propone di creare relazioni con associazioni, individui, gruppi informali, istituzioni che operano nel territorio o che si occupino di formazione, progettazione ed educazione, che possano essere risorse complementari o catalizzatori per il lavoro su un piano più esteso e stimolante. Sono ben accette le collaborazioni e i momenti di formazione e autoformazione per i responsabili delle attività nell’ottica di una crescita individuale e corale delle risorse impiegate nel progetto.
Il progetto educativo del G.A.P.A., nell’ottica di uno sviluppo futuro, di una costanza e di un impegno di risorse umane formate e presenti sul territorio, oltre che per la garanzia di sicurezza strutturale e materiale, si avvale della partecipazione a bandi e progetti finanziati facendo riferimento in maniera pedissequa ai valori etici dell’associazione nella selezione di tali finanziamenti o collaborazioni.