C’erano le mamme, tante! I volti loro, provati, stanchi, fieri, nascondevano anni di sofferenze, di ingiustizie, di diritti negati! C’erano le mamme, ed erano belle…
Poi entrammo nel Palazzo del potere. Buio, triste, lussuoso e povero. Era brutto “il Palazzo”. Ci fecero attendere. Poi entrammo in un salone. Una tavola, delle sedie, diversi uomini. C’era, al centro, l’Assessore Maimone. Composto, ben vestito, signorile. E ce n’era un altro che prese subito la parola, Drago si chiamava: “Amici, sono contento di ricevervi e di darvi ottime notizie: vi abbiamo risolto il problema! L’Andrea Doria continuerà ad esistere. Sì, così è! Un po’ più in là, in un plesso che per adesso si chiama Tempesta. Ma da domani cambierà nome. Noi pensiamo sempre a voi cittadini! Ma credete davvero, che avremmo permesso che i vostri figli andassero ancora in una scuola così insicura, così pericolosa?”.
Qualcuno allora ribatté dicendo che le scuole di Catania per l’80 % non rispettano le norme di sicurezza. Ma l’Assessore Drago replicò col sorriso in bocca: “Sì, mio caro amico, hai ragione, grazie per il prezioso intervento. Ma la Doria, non è di nostra proprietà! Saremmo cattivi amministratori se spendessimo male il vostro denaro. Sì, perché i soldi sono vostri, cioè “nostri”… nel senso che sono di tutti i cittadini. E poi da qualche parte dobbiamo cominciare!”
Poi si alzò, chiese scusa e se ne andò. Aveva fretta, doveva spendere bene i suoi soldi, cioè i nostri. Prese parola allora Maimone, sorrise anche lui: “Signore siate contente: vi abbiamo trovato la soluzione. I bambini avranno una scuola tutta nuova, un cortile, una palestra! E’ lontana da via Cordai? Ma non è vero! Ed anche se lo fosse, non sapete che i vostri, cioè i nostri bambini, sono per la maggior parte in sovrappeso? Ma farà loro bene una passeggiatina! A tutto abbiamo pensato, a tutto”.
Allora qualcun altro gli chiese se basteranno le aule, e se i bambini della Tempesta avranno disagi o dovranno affrontare, cosa non auspicabile, un trasloco. “Ma non ci sono bambini alla Tempesta! Sono pochi! C’è spazio per tutti, 18 aule!” disse il capogabinetto dott. Ferlito, e poi l’Assessore sottovoce aggiunse: “Anzi, la volete sapere una cosa? Vi stiamo preparando una scuola nuova!”. “Ma dove?” gridò un’incauta voce, “Beh il posto lo vedrete, abbiamo le carte. A tutto abbiamo pensato, a tutto!” concluse Maimone. “Ma Assessore ci assicura che realmente sia così?” ripetemmo insistentemente. “Ma certo! Io fiabe non ne racconto! A tutto abbiamo pensato. A tutto!”.
C’era il sole quella mattina. Lui era sincero davvero.
Salvo Ruggieri