Trama
Qiang è un bambino di 4 anni che, nella Cina Popolare del 1949, viene portato in un Istituto pechinese dei migliori dai genitori troppo impegnati nel lavoro. Qiang deve confrontarsi con la vita della collettività, regolata in modo per lui troppo rigido dalle educatrici che mantengono l’ordine tramite la consegna e la revoca di piccoli fiorellini rossi di carta. Ci sono cinque modi di guadagnare i fiori: vestirsi da soli al mattino, lavarsi le mani prima di mangiare, essere educati con le maestre, non disubbidire alle regole e soprattutto andare regolarmente di corpo tutte le mattine. A Qiang però queste regole non vanno tanto giù, alcune non le capisce, altre non riesce a seguirle ma più di tutto Qiang non vuole stare in quell’asilo in cui i suoi genitori lo hanno relegato perché troppo impegnati con i gravosi doveri imposti dalla rivoluzione socialista. Cosa ci sta a fare lì, in un posto in cui tutti lo trattano come un tipo strano solo perché bagna il letto la sera? Se poi ci sono cinque modi di guadagnare fiori rossi ce ne sono infiniti per perderli e Qiang questo lo sa bene. Dalla fase del pianto sconsolato Qiang passa ben presto a quella della disobbedienza attiva e in un impeto di coraggio riesce persino a coalizzare l’intera scolaresca contro la maestra diffondendo la voce che di notte la donna si trasformi in un mostro divoratore di bambini.
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