“Quando noi suoniamo le note ce le suggerisce Borsellino”

Le associazioni chiedono al Comune una sede per operare

di Omero 50

La piazza si affolla di ragazzini e ragazzine che si sistemano sulle sedie, aprono gli astucci dei loro strumenti musicali, li accordano, e una volta pronti, iniziano le prove orchestrali.

Siamo a Catania in piazza San Cristoforo, al centro di uno dei quartieri più poveri della città, l’8 settembre. E questa non è una iniziativa dell’assessorato “alla bellezza condivisa”, o l’ultima iniziativa dell'”Estate catanese” ma un’azione di protesta della Fondazione “Le città invisibili”, che da qualche anno ha messo su “l’orchestra sinfonica infantile Falcone Borsellino”.

Un’orchestra fatta da piccoli musicisti che vengono dai quartieri dimenticati della nostra città, che hanno deciso di combattere le mafie e l’illegalità istituzionale a suon di Mozart e di Vivaldi.

Ma a Catania la voce dei quartieri popolari non è tanto ascoltata, neppure in musica. Così la nostra orchestra si ritrova senza nemmeno una sede dove provare.

Fino a qualche tempo fa provavano nella parrocchia del quartiere, ma una parte di questa è stata dichiarata inagibile; hanno chiesto aiuto al Comune per una sede, ma dall’ Amministrazione non è arrivata alcuna risposta.

La piazza, adesso, si affolla di genitori del quartiere, che bene informata, chiede: “Ma perché ‘sti ragazzini sono costretti a provare qui, tra le auto e la confusione?”.

Qualche giorno prima aveva dovuto chiudere l’associazione “Mangiacarte”, la libreria popolare del quartiere Antico Corso. Faceva un lavoro importante, divulgando l’importanza della lettura, prestando libri ai ragazzini del quartiere e non solo, organizzava iniziative popolari per rilanciare la cultura li dove molte volte è negata. Anche qui, alla richiesta d’aiuto, il Comune tace e non risponde.

Eppure in città ci sono molti beni comuni abbandonati, ci sono molti beni confiscati alle mafie, che vanno restituite alla comunità civile e alle organizzazioni sociali e culturali per sacrosanto diritto e per colpire nei “piccioli” l’organizzazione mafiosa.

A giugno è stato approvato il regolamento che dovrebbe assegnare i beni confiscati: buono o cattivo che sia, almeno c’è: abbiamo il diritto di vederci restituire questi beni che ci toccano di diritto.

Allora, diciamo alle organizzazioni che costruiscono attraverso la cultura e le battaglie sociali, un percorso di antimafia sociale di unirsi, di formare un fronte che chieda e pretenda i beni comuni e i beni confiscati alle mafie, in modo che i ragazzini e le ragazzine con la musica e i libri possano combattere l’ignoranza e l’oppressione mafiosa, che tanto comodo fa al potere.

Solo con una lotta comune potremo ascoltare e vedere dei giovani musicisti regalarci musica e cultura: non per protestare ma perchè questo è un diritto.

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L’Elefante sorride guarda la piazza assolata, guarda il palazzo di città e molti turisti che ammirano le bellezze di piazza Duomo. All’improvviso si sente echeggiare le note dei violini e degli strumenti dell'”Orchestra sinfonica infantile Falcone Borsellino”.

Sono lì, ragazzini e ragazzine dei quartieri popolari, per protestare, così come aveva fatto qualche giorno prima in piazza San Cristoforo. Protestano perché vogliono una sede dove provare e suonare, dove fra un brano e l’altro apprendere che la musica e la cultura in generale è anche resistenza contro la mafia.

Dalle stanze del palazzo ascoltano la protesta del tutto civile e pacifica.

Passa per caso un consigliere comunale ed invita una delegazione dell'”Orchestra” a salire su, vengono ricevuti dall’assessore Girlando (assessore al Patrimonio).

Qui immaginiamo quale possa essere il colloquio tra i rappresentanti dell'”Orchestra” e l’assessore: Alfia Milazzo, responsabile dell'”Orchestra” chiede con certezza dei locali che potrebbero essere quelli dell’ex Midulla (ex centro culturale di quartiere) o i locali restaurati dell’ex Manifattura Tabacchi.

L’assessore tergiversa, promette insomma fa il “politico”, infine, Giuseppe, un bambino di otto anni, che suona il violino recita queste parole: “Quando noi suoniamo le note ce le suggerisce Paolo Borsellino”.

Qualcuno ci ha raccontato che l’assessore si è commosso e ha promesso che in settimana darà una risposta per una sede anche se sarà solo provvisoria. A quanto pare ci sono volute le parole di un bambino e non la consapevolezza che i beni comuni appartengono alla cittadinanza tutta e che quando questi vengono affidati non è una mera concessione ma un dovere di chi ci amministra.