Beccaria. Solo un italiano su tre, secondo un sondaggio dell’Istituto Cirm relativo al gradimento dei mezzi d’investigazione utilizzabili nelle circostanze attuali, si dichiara favorevole all’uso della tortura. Questo dato, complessivamente inferiore a quello riscontrato nella stessa audience durante il medioevo, conferma le tradizioni umanitarie del nostro Paese. Negli Stati Uniti, viceversa, il ricorso alla tortura sembra riscontrare un sostanziale gradimento da parte del pubblico e se ne fa portavoce il più autorevole settimanale di sinistra, il popolare Newsweek.
Lo stesso settimanale aveva peraltro ipotizzato l’uso della nuova tecnologia già quattro anni fa, nell’ipotesi (allora accademica) di recrudescenze terroristiche tali da richiedere risposte innovative. La cultura liberal di cui Newsweek è espressione lo induce tuttavia a prediligere forme di tortura psico-chimiche rispetto a quelle meccanico-fisiche, giudicate obsolete.
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Aspetto con curiosità di sentire le parole “patria” e “bandiera” pronunciate da Dell’Utri
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Make war, not love. Roma. Vescovi in allarme per l’aumento di matrimoni “misti” fra cattolici e musulmani. In preparazione un manualetto-guida rapida, da distribuire alle diocesi, sui pericoli dei matrimoni di questo tipo. E che diamine, adesso ci mettiamo pure ad amarci fra musulmani e cristiani? Un po’ di ritegno, perbacco, anzi perdio.
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Guerra, terrorismo, ecc. Quarantaquattro morti sulle strade italiane (e oltre mille feriti) sulle strade italiane durante l’ultimo ponte.
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Patrioti 1. Uno che mentre i colleghi cantano Fratelli d’Italia resta là come un crucco a bocca chiusa, e fa il ministro. L’altro che ascolta Stars&Stripes sul’attenti e con la mano sul cuore, ma quando parte l’inno italiano scende dal palco perchè ha altro da fare, e fa il capo dei ministri. E io pago.
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Patrioti 2. Il vicesindaco di Milano che ha proposto di distribuire sì un tricolore a ogni cittadino, però sponsorizzato da qualche ditta per coprire le spese, perchè mica i sghei si trovano per la strada, neh. (Mediolanum? Moratti? Pasta Barilla?)
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Patrioti 3. L’Istituto studi ricerche informazioni Difesa, diretto dal generale Pedone, propone di arruolare extracomunitari per coprire i vuoti delle forze armate italiane. L’esercito professionale che sta sostituendo quello popolare ha infatti difficoltà a riempire i suoi ranghi per mancanza di volontari. Anche il generale Poli, ex capo di Stato Maggiore, non ha dubbi: “Almeno diecimila extracomunitari. Ne ho già parlato al ministro Martino”.
Gli italiani, insomma, davanti al bar Rosati a gridare entusiasti “Guerra! Guerra!”. E i marocchini e i rumeni (e i sardi, i calabresi, i siciliani…) al fronte a fare la guerra vera.
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Cortei. Beh, non infieriamo. Sono contento che i pacifisti fossero tanti, e i berluschisti così pochi. Però la cosa di cui sono più contento è di aver visto che i compagni avevano quasi tutti – con davvero poche eccezioni – delle belle facce da compagni, allegre, non inacidite, di chi ha belle cose da fare e non solo cose vecchie da demolire. Facce così non hanno nessun bisogno di passamontagna. Questa è la strada, ragazzi.
La scena più bella: quando sono arrivati i due o tre coglionazzi che a tutti i costi volevano bruciare bandiere, e allora dal corteo sono usciti tre o quattro curdi coi baffi e gli hanno spiegato che quello non era il posto per giocare alla guerra e che se ne andassero a giocare da qualche altra parte. E poi i miei amici giovani, a cui ormai è affidato molto più Riccardo di quanto Riccardo sia rimasto dentro me stesso, con quelle facce, con quei cartelli e per quella strada.
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Giornalismo. Mi manca Montanelli, e questa proprio non ci voleva. Non che non dicesse cazzate: ma le diceva in buona fede. Stanno venendo a mancare, in generale, i giornalisti, proprio in tempo di guerra. Come si dice propaganda in modernese? Marketing? Advertsing? People-imbrogling? Boh. Certo, se la studiano bene, e ormai ci sono tutti gli esemplari schierati, dal rozzo tipo Goebbels al postmoderno tipo Young&Rubican.
Al tipo Goebbels appartiene ad esempio l’odioso Feltri: chi è contrario alla guerra “scappa”, “è un vigliacco”, “sta col nemico”. Questa è roba abbastanza conosciuta, si chiama – tecnicamente – propaganda e naturalmente il suo obiettivo, quando sbatte sessanta foto di “nemici” in prima, è che qualcuno gliene faccia fuori almeno un paio a revolverate.
L’esemplare postmoderno – nel senso che qualcosa mastica, di tecniche della comunicazione da ’36 in poi – è Bruno Vespa, che è in grado di improvvisarsi un obiettivo tattico immediato (Islam, pacifisti, Di Pietro – quello che in quel momento è l’obiettito tattico del Palazzo) e bombardarlo alla meglio, senza tante complicazioni. Nel caso dell’Islam, per esempio, piglia il primo sfaccendato che trova per la strada, lo nomina Rappresentante Generale dell’Islam per l’Italia, e gli ordina di dire tutte le cazzate che può, di sputare per terra, di ingiuriare crocefissi – di fare il matto, insomma. Poi naturalmente i cattolici più bestie s’incazzano, poi i laici danno addosso ai cattolici integralisti, poi… Non male. L’unico limite di questa tecnica è che è troppo occasionale, nel senso che dovendo andar dietro – settimana per settimana – ai mutevoli bisogni di chi serve gli manca il tempo di costruirsi una sua strategia complessiva, magari meno appariscente ma nel complesso più utile ai fini del servizio (inteso nel senso di colf, non di servizio giornalistico).
Questa strategia invece, incisiva ma di basso profilo ma rassicurante, sta cominciando a svilupparla bene il Corriere, che s’è finalmente liberato di Albertini (non il sindaco: ma il lettore del Corriere d’oggigiorno ignora completamente chi fu Albertini; è, cioè, completamente corrierizzato).
Il Corriere, dunque, tiene costantemente un medio profilo, alternandosi sapientemente fra Merlo e Panebianco, rassicurando il lettore, trasmettendogli continuamente un senso di perbenismo senza tempo e dunque senza rischi. Questo gli dà la possibilità, quando occorre (ma con estrema parsimonia, per non inflazionare) di condurre delle campagne politiche miratissime, non solo nel campo della politica e della cultura.
La settimana scorsa, per esempio, l’obiettivo del Corriere era di fare scoppiare dei sanguinosi disordini a Roma, di portare in dote al governo un’altra Genova (mi fate la cortesia di immaginare quale sarebbe il clima *oggi* se fossero morti un paio di dimostranti sabato? Pensate un pò).
Siccome il Corriere è una struttura seria, mica una roba alla Feltri, ha fatto interventi piccoli e mirati: il principale, dare risalto alle deliranti “interviste” (sulla cui autenticità io ho molti dubbi) di celerini che dichiaravano di voler far strage di manifestanti, di volergli dare “quel che non gli abbiamo dato a Genova” e roba del genere. Bello: si alza la tensione, si anfetamina polizia e dimostranti, poi arriva un numero sufficiente di blacbloc, poi si lasciano i reparti senza ordini, poi…
Stavolta tutto questo non è successo. Un po’ perchè il governo non se l’è sentita di giocare col fuoco. Un po’ perchè il clima fra polizia e carabinieri era – stavolta – civile. E molto – io sospetto – perchè stavolta i capi dei pacifisti sono stati molto più seri e organizzati dell’altra volta (stavolta, fra l’altro, giocavano in casa perchè i centri sociali più seri organizzativamente stanno a Roma) e avevano preso le loro misure. Non ne sono sicuro: ma un paio di volte, nel corteo, ho avuto l’impressione che degli aspiranti (e d’incerta origine) provocatori venissero allontanati con molta discrezione ma con una certa fermezza.
A parte, questo: è nata una sinistra. Non è quella che pensano Bertinotti o Casarini, e neanche quella che penserei io. Ma è una sinistra, una sinistra vera: entro il 2005 diventerà maggioranza.
Lasciate crescere il bimbo (e sgridatelo forte quando combina cazzate) e vedrete se non ho ragione.
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Madrid. Manifestazione di cinquecento pecore, con relativi pastori, alla centralissima Puerta del Sol davanti alle massime autorità spagnole. I pastori (“zaurdos”), giunti nella capitale dopo giorni di marcia a piedi dai più lontani confini de Paese, protestavano contro la mancanza, a loro dire, di leggi che tutelino dalla concorrenza straniera gli ovini dell’Estremadura. Alla manifestazione ha presenziato S.M. la Regina.
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New York. Silvio Berlusconi è stato eletto, dopo un’accanita campagna condotta a suon di televisioni, sindaco della città. Nella versione locale, si chiama Michael Blomberg ed è il titolare dell’omonima catena di televisioni; non essendoci una P2 a New York, tuttavia, non ha potuto iscriversi tempestivamente alla loggia e si ritiene che questo potrebbe danneggiarl in futuro.
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Londra. Abolita l’ereditarietà alla Camera dei Lord: chi vuol fare strada in Inghilterra, se la deve fare da solo. In Italia invece essere figlio di qualcuno è la cosa più importante. Rai, politica, industria, case della libertà, editoria… Prova un po’ a fare il conto di chi c’è dentro solo perchè figlio/figlia/parente di qualcuno. Una volta c’era la tassa sull’eredità (in America c’è ancora) che doveva servire a rendere la strada un po’ meno liscia ai figli di papà: D’Alema l’ha diminuita, e Berlusconi l’ha abolita.
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Tokio. Fragorose sghignazzate del buon vecchio Zorzi (quello incriminato per le bombe di piazza Fontana) alla notizia che l’Italia ora manda in giro soldati “per combattere il terrorismo”. Già s’era divertito moltissimo, qualche tempo fa, quando aveva saputo che il giudice Meroni aveva chiesto al governo italiano di ottenere la sua estradizione dal Giappone dove s’è rifugiato. Quando poi gli hanno detto, l’altro giorno, che Maroni è finito sotto disciplinare perchè aveva criticato le lungaggini del governo, il buon vecchio Z., che trent’anni fa ammazzò qualche decina d’italiani per difendere l’Occidente, s’è messo a rotolare per terra dalle risate e c’è voluto il valium per calmarlo
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Fuoritema. (Oh, leggetevi il Rap di Alberto Arbasino. Niente di simile dai tempi di Pasolini. Non ne cito neanche un verso perchè non so quale scegliere e *ve li dovete leggere tutti*. Ma ritiro tutte le cattiverie che ho scritto su Arbasino. Anche quando sbrodola due articoli al giorno, e in più pure una lettera allo Specchio dei tempi? Uhm… E vabbene: anche).
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Cronaca. Salerno. Rilasciata, dopo le opportune indagini, la piccola Rubijana Bajramovic, di otto anni. I suoi genitori sono zingari e lei assomiglia a una bambina salernitana scomparsa alcuni anni fa. Poichè è noto che gli zingari rubano i bambini, gli investigatori hanno immediatamente pensato che la bambina scomparsa potesse essere lei. Polizia nel campo-nomadi e Rubijana portata a forza in un “centro di accoglienza”. Per fortuna, da qualche parte – dove il medioevo è già terminato – hanno inventato l’esame del Dna e qualcuno ha avuto l’idea di farlo fare a Rubijana. Non era lei. L’hanno ricaricata su una macchina e l’hanno riportata al campo.
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Cronaca. Roma. Pensionato settantaduenne dirotta il bus 554 con un coltello tirato fuori dalla busta della spesa. “Portatemi a casa – ha ordinato – sto a Torpignattara”. “Sono disperato – si è poi giustificato l’anziano – Ho la moglie malata e settecentocinquanta milalire di pensione”.
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Cronaca. Agrigento. Danneggiata una gradinata dei Templi da una misteriosa esplosione inneggiante “ai fratelli afgani” e “al dio Allah”. La polizia ritiene tuttavia che questo attentato abbia poco di talebano e molto di mafioso, in relazione alla demolizione delle case e ville abusive che l’onesto prefetto locale sta cercando di portare avanti nonostante l’opposizione politici e prelati del luogo (e non solo del luogo). Mandateci le truppe dell’Onu, a difendere i Templi di Agrigento dagli agrigentini: l’altra volta l’avevamo detto per scherzo, ma ora lo diciamo per davvero.
(Non essendosi fatti vivi i talebani, in loro rappresentanza ad Agrigento s’è paracadutato Sgarbi, che naturalmente ha difeso le ville abusive, ha insultato gli archeologi e la sovrintendente alla cultura, ecc. ecc. Forse era meglio se venivano direttamente i talebani).
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Cronaca. Una donna di quarantanove anni affetta da tumore al pancreas, bisognosa di medicine specifiche per la chemioterapia, ha dovuto ricorrere al tribunale per ottenere dalla Asl la fornitura gratuita dei farmaci salva-vita.
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Cronaca. Como. Bloccato alla frontiera con la Svizzera un Tir tedesco: nella bolla di carico c’era scritto “Laden”. Alla fine, con l’aiuto di un interprete, il camionista è riuscito a spiegare che Laden in tedesco vuol dire semplicemente “carico”.
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Cronaca. Ribera (Agrigento). “Smettetela di perseguitare gli emigranti – ha tuonato la domenica don Emanuele Casola, a metà della messa – Se negate la casa ai tunisini, per esempio, come potete dire di essere cristiani? E io dovrei dare la comunione a dei cristiani così? State freschi!”.
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Cronaca. Roma. Due studenti, di padre arabo e madre svedese, cercano una casa a Roma. Uno ha l’aria proprio araba e si chiama Walle. L’altro è biondo. Il biondo, dopo qualche giorno, trova una stanza. Walle – aspirante fotografo, studente all’istituto di design – non ci riesce. “La signora voleva 750mila lire per la stanza, al telefono. Ma poi, quando mi ha visto, ha cambiato idea. Le ho portato il permesso di soggiorno. Ma lei voleva un certificato dei carabinieri con su scritto che non sono un terrorista. Ma mica li fanno, ‘sti certificati”.
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Francesco Aldo wrote:
<Ciao Riccardo, ho letto il tuo articolo su clarence e l’ho trovato interessante e critico. Ma purtroppo i tempi SONO critici…. Hai provato a viaggiare negli ultimi due mesi in metro a Milano ? Fatti un giro, vedrai che la guerra noi la stiamo già combattendo. Qualche giorno fa qualche buontempone ha fatto girare delle e-mail in cui c’era scritto che era meglio quel giorno non prendere la metro poichè si sussurrava di un attentato. 80% di passeggeri in meno! e tutto perchè un individuo chiamato Bin Laden promette il paradiso a chi uccide e terrorizza gli infedeli (io e te, si anche tu, che non vuoi la guerra…). Come facciamo a risolvere il problema del terrorismo sotto l’egida dell’onu, quando essa stessa non viene riconosciuta ed accettata, per principio, dai paesi che proteggono il terrorismo?
Ti sarei grato se mi facessi sapere quale altra ricetta alternativa potremmo proporre per riappropriarci di quanto i terroristi ci hanno tolto. Saluti e spero tu mi risponda presto. Apri gli occhi, finchè sei in tempo…>
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Caro Francesco, non ho ricette alternative per riappropriarci di quanto ci tolgono loro. Cerco di ragionarci su, ma non sono un guru. Vorrei però che non ci togliessimo noi stessi quello che siamo, che ci fa vivere e ci fa essere – fra l’altro – occidentali: la libertà, l’ironia, la voglia di vivere bene e anche la tolleranza verso tutti gli altri esseri umani. Io per esempio in metrò di solito non ci vado (sono un po’ claustrofobico) ma in questo periodo l’uso più del solito “per non dare sazio” (come si dice in siciliano) a chi mi vorrebbe fare vivere spaventato. Così, cercando di essere più forte io stesso, mi viene anche più facile essere più comprensivo e amichevole (l’intolleranza di solito nasce dalla paura) verso le altre persone, comprese quelle “strane”. Non ti dico di “aprire gli occhi” a tua volta, perchè questo fra noi occidentali non si usa: è una frase da fanatici, e chissà come si traduce in talebano. Affettuosamente, Riccardo.
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(Beh, siamo al numero cento della Catena. Il primo è uscito nell’ottobre del 99 e arrivava a centocinquanta persone. Oggi potremmo fare già un buon corteo. Alti e bassi. Qualche pelo grigio in più nella barba – a voi, spero non sia venuta troppo lunga leggendomi. Grazie a tutti)
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Lorenzo<barbiana@libero.it> wrote:
<Non posso fare a meno di dichiararvi esplicitamente che seguiterò a insegnare ai miei ragazzi quel che ho insegnato fino a ora. Cioè che se un ufficiale darà loro ordini da paranoico hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una casa di cura.
Spero che in tutto il mondo i miei colleghi preti e maestri d’ogni religione e d’ogni scuola insegneranno come me. Poi forse qualche generale troverà ugualmente il meschino che obbedisce e così non riusciremo a salvare l’umanità. Non è un motivo per non fare fino in fondo il nostro dovere di maestri. Se non potremo salvare l’umanità ci salveremo almeno l’anima.>