San Libero – 105

Digiuno. Scioperano papi e ragazzini. Chi dentro a un liceo, per dire “non vi vendete la mia scuola”. Chi dentro a un vaticano, per dire “mettete giù quei coltelli”. Uno sarà una persona importante (il ragazzo: la classe dirigente di domani), l’altro lo è stato. All’insaputa l’uno dell’altro, tutt’e due, hanno deciso di digiunare per farsi dare retta, almeno un poco. Che cosa possono avere in comune un vecchio ad Alkezeimer avanzato e un ragazzino del Tasso? Mah: forse la paura, l’impotenza. Sono simpatici a tutti, vanno in televisione, hanno un ruolo preciso da svolgere, tutt’e due, nel mondo dei buoni sentimenti. Però a nessuno, in effetti, passa per la mente di prenderli sul serio per davvero. Sfogarsi, occupare le scuole, ma poi diventare manager. Oppure pace in terra, va bene, ma poi ognuno coi suoi, e per chi sgarra i bombardieri.
Attorno ai ragazzini volteggiano i tuttologi e gli ex ragazzini pentiti. Attorno ai vecchi papi gli intellettuali “laici” e i religiosi perbene: parlare coi musulmani va bene, ma senza esagerare e purchè prima diano serie garanzie, sentenziano all’unanimità l’ex rivoluzionario Mieli e il cardinale Ruini. Nel mondo “realista” e “adulto”, solitudine della vecchiaia e dell’adolescenza.

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Arafat. Alla fine di agosto, un quotidiano israeliano – lo Yediot Ahronot – ha organizzato (e pubblicato) una tavola rotonda fra intellettuali sul tema “Eliminare Arafat”. Il dibattito è stato, come si dice in questi casi, franco e approfondito: ai falchi che volevano senz’altro far fuori il leader avversario si contrapponevano garbatamente le colombre che ammonivano sui pericoli dell’operazione. Alla fine, la conclusione prevalente è stata che no, per il momento non conveniva.
Dibattiti di questo genere, in Europa, finora si sono verificati solo nelle riunioni della direzione strategica delle Brigate rosse e, forse, negli uffici affari riservati di qualche servizio segreto. In Israele sono pubblici. L’ipotesi di una colonia “occidentale” in Medio Oriente, alla fine, non ha funzionato. Gli europei israeliani si sono piuttosto, alla fine, mediorientalizzati.
Originariamente c’erano poche cose al mondo europee quanto Israele. Gli ebrei che emigravano in Palestina per costruirvi un mondo nuovo (non una Grande Israele, non un insediamento religioso: un focolare) erano il cuore e l’anima della cultura europea. In quasi metà d’Europa gli ebrei erano stati per secoli praticamente l’unica componente civile. In paesi avanzati come la Germania erano stati il versante umanista e borghese, contrapposto a quello militarista e feudale, dell’intera società. Gli ebrei sopravvissuti all’Olocausto portavano con sè in Palestina lo spirito di Chagall, di Freud, del socialismo, di Einstein, del più umano pensiero che avesse mai prodotto il mondo occidentale.
Adesso eccosi là, accampati come una tribù feroce, pronti a lasciar sventrare i propri figli come a macellare i figli degli altri, pur di non cedere di un passo. Sharon disprezza e umilia Arafat esattamente come Bin Laden disprezza e uccide, non considerandoli umani, i suoi “infedeli”. Vendetta più feroce, crepando nel suo sotterraneo, Hitler non avrebbe potuto augurarsi.
Nè gli Sharon nè i Laden esprimono qualcosa di unicamente personale. Usciti entrambi da classi dirigenti elitarie e selettive, ma entrambi con alcunchè di malato che gli ha reso difficile integrarsi in esse, possiedono la feroce capacità dei dittatori del novecento di comprendere al volo e di tradurre in pogrom paure popolari profonde. L’emarginazione degli arabi, l’insicurezza degli ebrei, diventano materiale umano combustibile per rinnegare profondamente arabi e ebrei, per trasformarne la storia nel senso del Volk eletto, del superuomo. L’odio fra arabi e ebrei (noi cristiani abbiamo odiato gli arabi e abbiamo odiato gli ebrei: loro non si sono odiati finchè non gliel’abbiamo insegnato noi) è semplicemente l’ultima eredità che l’Europa del novecento lascia al duemila.
Quella parte più primordiale del cervello, che gli scienziati chiamano cervello rettile, è l’unica oramai, dalle parti di Betlemme e di Nazareth, che funziona. Qualcosa di peggio del terrorismo, che in confronto è umano: tecnicamente vengono utilizzati esplosivi e carri armati, ma in realtà si macellano a colpi di pietre scheggiate e di amigdale.
È ingiurioso, in questo secolo, parlare di Natale.

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Sono le ventitrè di domenica ed è ancora viva la Bolcassini.

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Il mondo salvato dai ragazzini (nel senso che i ragazzini ci volevano mettere le mani ma è arrivata la polizia e ha salvato il mondo). A Catania, al liceo Boggiolera, i ragazzi hanno occupato la scuola per protestare contro la Moratti. È arrivata la Digos e se n’è portati via una cinquantina, denunciati a piede libero per interruzione di pubblico servizio. Il preside smentisce di averla chiamata lui. Due giorni prima un episodio analogo si era verificato ad Acireale dove i ragazzi, occupando la scuola, “per fare le cose in regola” avevano mandato alle autorità un documento con tutte le loro firme. A Roma, al Virgilio, invece niente polizia: il consiglio d’istituto s’è limitato ad annunciare che, vista la sovversione dilagante, quest’anno niente gite scolastiche per nessuno.
A Genova, i magistrati hanno scoperto che non è stato un carabiniere solo a sparare su Carlo Giuliani, ma due. È vero, l’Italia non sarà mai Forcolandia: da noi non s’impicca, si fucila.

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Italia anno due. Sarebbe finita con un linciaggio, oppure con un varietà televisivo in prima serata, la storia dei due ragazzi di Novi Ligure, se l’Italia fosse già abbastanza americana. Siccome invece ci sono ancora dei magistrati, è finita con una sentenza equilibrata, nè crudele nè “esemplare”.
Qualunque cosa abbia fatto, un essere umano non è mai un mostro: la sua “normalità” può comprendere degli orrori. La folla, per rassicurarsi, vuole o dimenticare l’orrore o dimenticare l’umanità di chi lo ha commesso; il giudice, che è un uomo solo, non può fare nessuna di queste due (in fondo identiche) cose.
Ma in questa storia, oltre alle vittime che sono morte e a quelle che hanno ucciso, ce n’è un’altra che è miracolosamente rimasta viva, grazie alla benevolenza del caso e alla serietà dei magistrati. È il ragazzo albanese che avrebbe dovuto pagare per tutti, falsamente accusato dagli assassini e immediatamente indicato al linciaggio dalla gente perbene.
Di lui nessuno parla più: eppure, se questo delitto fosse avvenuto fra un paio d’anni sanni invece che ora, sarebbe stato ucciso fra le urla d’entusiasmo della popolazione. Immaginate una Novi Ligure già completamente “devoluta”, con un giudice eletto dal buon popolo padano e uno sceriffo anche lui elettivo al posto del vecchio maresciallo e del magistrato: quanto tempo sarebbero durate le invocazioni d’innocenza dell’innocente? Sarebbe stato già un successo, per la legge, riuscire a impiccarlo regolamentarmente dentro a un carcere invece di lasciarlo linciare in piazza dal popolo inferocito.
La nuova Italia si presenta così, da un lato con la faccia feroce di Bossi che urla agli assassini albanesi, dall’altro con quella untuosa di Bruno Vespa che invece porta sul palcoscenico l’imbecille che, pur di apparire in tv, non esita a presentarsi come “fidanzato” di una ragazza all’inferno. E i pensosi dibattiti, e la faccia di Sgarbi (al quale dunque c’è ha chiesto un commento) che commenta sentenze, e i ragazzini del bar che parlano di pena di morte, e i vecchietti che bruciano negli ospizi e i cadaveri degli emigranti dentro i container… Ed è appena l’anno secondo, del nuovo secolo. Che Italia sarà questa?

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Ricerca avanzata. Il comune ha mandato gli operai a mettere fuori uso l’impianto elettrico del centro sociale Auro e del Medialab, il laboratorio catanese di informatica accolto fra l’altro nel portale dell’Unesco Italia per le sue attività didattiche e di ricerca. Loro sono quelli che fanno informatica aggratis. A pagamento, sempre a Catania, la fanno quelli dell’ST Microlectronics: e questi invece li stanno licenziando.

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Roma. L’albero di Natale di piazza San Pietro, l’anno scorso fornito dalla Carinzia di Heider, quest’anno lo è stato dalla Transilvania di Dracula. Dev’essere un tipo strano, quello che sceglie gli alberi in Vaticano.

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Londra. Evade dall’allevamento tacchino già prenotato per il cenone. Dopo una fuga di svariati chilometri, è infine stato raccolto in una sede di animalisti.

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Sydney. Sospesa una maestra d’asilo per aver rivelato ai bambini che Santa Klaus non esiste.

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Cronaca. Roma. Approvata una risoluzione municipale in cui s’invitano i cittadini a sostenere i meritori sforzi delle gattare: “Il gatto è patrimonio culturale di Roma”.

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Cronaca. Civitavecchia. Fermata all’uscita del supermercato con delle scatolette non pagate e denunciata per furto. Sono stati i poliziotti ad accorgersi che lei in realtà non mangiava da diversi giorni. Hanno convinto il padrone a ritirare la denuncia e hanno fatto una colletta fra loro sbirri. Poi l’hanno riaccompagnata al supermercato perchè si comperasse qualcosa.

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Bill <billclinton@democratic.org> wrote:
<Chi di noi ha radici europee non è senza colpa. Durante la prima crociara i soldati cristiani, quando presero Gerusalemme, per prima cosa bruciarono una sinagoga con dentro trecento ebrei, poi continuarono le loro gesta uccidendo sul Monte del Tempio ogni donna e ogni bambino che fossero musulmani. Ancora oggi in Medio Oriente si racconta quella storia e ancora oggi la paghiamo.
In America, abbiamo creato una nazione che praticava la schiavitù e molto spesso gli schiavi venivano uccisi ancorchè innocenti. Questo Paese si è voltato dall’altra parte quando i nativi americani venivano spogliati dei loro beni e uccisi perchè erano considerati meno di un uomo. E anche di questo oggi paghiamo ancora il prezzo>.

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Walter Lanaro <Cuccu44@freemail.it> wrote:
<Perchè non creare una Giornata Nazionale Antimafia, in cui ricordare tutte le vittime della mafia ma non solo? Sarebbe un segnale finalmente “reale” e “forte” da parte delle istituzioni. Addirittura mettere questa giornata in Costituzione. Credo ne abbia l’importanza visto che di morti la mafia ne ha fatti fin troppi! E visto che la guerra contro lo stato è tuttora in corso! Sarebbe una giornata in cui ricordare il sangue versato dalle vittime, ma dovrebbe anche essere una giornata in cui parlare di “antimafia”in modo propositivo, cercando di creare un dibattito nel popolo, spesso volontariamente troppo cieco e sordo! Vorrei che questa giornata diventasse un giorno un nuovo 25 Aprile, ma questa volta per festeggiare la liberazione da un’altra occupazione, quella mafiosa!>

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Socrates<xantippes@eleuteros.el> wrote:
<Infatti, esula dalle consuetudini degli uomini lasciare andare in malora, come ho fatto io, tutti gli interessi privati, trascurare la famiglia per tanti anni, per occuparsi, invece, unicamente di voi. Tutto questo si sarebbe anche potuto spiegare se ne avessi ricavato qualche vantaggio, se vi avessi chiesto, in cambio, del denaro. Ma voi stessi vedete che i miei accusatori, che hanno accumulato su di me accuse così impudenti, non sono stati capaci di trovare un solo testimone che dicesse che io mi sia fatto una sola volta pagare o abbia chiesto qualcosa. Sono io, invece, che presento un testimone inconfutabile, che attesta la verità di ciò che dico: la mia povertà>