San Libero – 109

Anzi, 14 gennaio 1936. “Allarmiiiiii / allarmiii / allarmi siam leghisti / terror dei communisti / terror dei moderati / Noi siamo del leghismo gli esponenti / noi siam di Berlusconi i combattenti / lottiam contro i terroni e gl’immigrati / sputiamo sull’Europa e i magistrati / Le donne non ci vogliono più bene / perchè portiamo la camicia verde / Ci dicono che siamo delle merde / ci dicono che siamo da catene / Chi se ne frega! come fidanzata / abbiamo la Padania liberata / Agli ordini di Berlusconi e Bossi / ricacceremo indietro negri e rossi…”
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Editoriale di Cremona Fascista: “Ma che ci fa ancora il governo a Roma? A Roma ladrona? A un passo da Napoli e Marrakesh? Al nord, il governo, al nord, via dalla terronia! Vogliamo il governo in Padania, ora che quel cagadubbi di Ruggiero, al soldo franco-britannico, non c’è più. A Mantova? No: Mantova è oramai troppo meridionale, al confine di Reggio Emilia, praticamente quasi in mezzo ai communisti”.
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Stefani. “Allo scopo di venire incontro alle giuste rivendicazioni di alcuni camerati, d’ordine del Duce la sede del Governo Nazionale è stata spostata da Roma a Salò. Seguiranno ulteriori disposizioni circa le dislocazioni dei singoli ministeri (Cultura popolare, Culto, Finanze, Welfare, Guerra, Difesa della Razza, ecc.). Firmato: il Capogabinetto, Interlandi”.
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Foglio d’ordini. Nessun rilievo alle dichiarazioni antinazionali del sovversivo Rutelli. Ignorare totalitariamente la c.d. presa di posizione del massone Jospin.
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Stefani. S.E. il Duce è stato nominato oggi con provvedimento del governo Maresciallo d’Italia e Comandante Supremo delle Forze Armate.
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Foglio d’ordini. Vanno assolutamente ignorate le dichiarazioni del cardinal Montini a favore dell’ebreo Arafat.
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Stefani. Nel consegnare le feluche ai nuovi ambasciatori S.E. il Duce, Capo del Governo, Maresciallo d’Italia, Ministro degli Esteri e Comandante supremo delle FF.AA. ha ammonito i giovani che intraprendono la carriera diplomatica a “mantenere l’alito fresco e le mani asciutte”, e ciò allo scopo di mantenere alto il prestigio dell’Italia nel mondo.
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Foglio d’ordini. Recensire favorevolmente, con richiamo in prima pagina e fotografia dell’Autore in evidenza, il volume “La rabbia e l’orgoglio” della scrittrice Oriana Fallaci. Ricordare che esso è disponibile a prezzo ridotto in tutte le sedi rionali del Partito.
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Stefani. Nel quadro della lotta al terrorismo, il Ministro dell’Interno, presi gli ordini dal Duce, dispone: “Art.1 – Tutti i cittadini di origine islamica sono tenuti a portare ben visibile sulla persona un contrassegno di colore verde. Art.2 – È fatto divieto ai cittadini di origine islamica di assumere al proprio servizio persone di religione cristiana. Art.3 – Le professioni di medico, patrocinatore legale, ingegnere, notaio, insegnante nelle scuole private e pubbliche di ogni ordine e grado sono interdette fino a data da determinarsi a tutti i cittadini di origine islamica. Firmato: Scajola. Controfirmato: Ciampi”.
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Foglio d’ordini. Smetterla di sfruculiare l’alleato Americano a proposito dei pretesi bombardamenti di civili.
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Stefani. Il vicesegretario dell’Alleanza Nazionale Forzista, S.E. Fini, ha ricevuto ieri il rappresentante degli Italiani In Incognito, cav. Provenzano.
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Foglio d’ordini. Si dispone: la sospensione dalle pubblicazioni per giorni 8 (otto) de Il Mattino di Napoli a motivo della pubblicazione di una corrispondenza sulla “ripetuta rottura di cordoni” da parte di folla entusiasta durante visita di S.E. Storace a Napoli.
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Cronaca cittadina (pag.27). Un deprecabile incidente ha interrotto ieri per quasi quindici minuti la circolazione dei tram nel centro di Milano, nelle immediate adiacenze del palazzo di Giustizia. Un anziano signore è stato investito, per tragica fatalità, da un automobile che (probabilmente per una distrazione dello chaffeur) ha proseguito la sua corsa senza fermarsi. Non è stato possibile rilevare il numero di targa nè il colore o il modello dell’automobile, e neanche la direzione presa nella fuga. Attive indagini vengono tuttavia condotte dai servizi di sicurezza e dalla Guardia Padana. Per l’anziano (le cui generalità rispondono a quelle di tale Borrelli Saverio, pubblico dipendente, da Milano) non c’è stato purtroppo nulla da fare.
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Foglio d’ordini. Si dispone: la chiusura del giornale, la sospensione dall’albo dei giornalisti e l’invio al confino per anni due di direttore e redattori del settimanale “Centonove” (Messina). Motivazione: nell’ambito di un servizio sulla nuova moneta, titolava “Adesso abbiamo tutti bisogno di un borsellino”, con la parola “borsellino” scritta con B maiuscola con chiaro intento politico volto a sovvertire le Massime Autorità dello stato.
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“Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se scappo all’estero dimenticatemi”.
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“Solo la volontà di Dio può piegare l’Italia leghista. Gli uomini e le cose mai”.
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“Dio stramaledica l’Europa”.
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Raccolte dalla polizia:
“Ah, se il Duce sapesse!” (al mercato).
“Mi ricordo che prima della guerra…”.
“Pensa che di tutto il governo il meno fascista è Fini…”.
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Riciclata. Due pidocchi scommettono a chi arriva prima a fare il giro della bocca di Sgarbi, da un angolo all’altro. Vince quello che passa dalla nuca.
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Appunti per la regia. I due leghisti di base li facciamo interpretare, al solito, a Gassmann e Tognazzi. Gino Cervi fa Ciampi. Paolo Stoppa D’Alema. Berlusconi lo prendiamo direttamente dai cinegiornali Luce. Bianco/nero, mi raccomando. Vorrei un primo piano dell’Alfa Romeo con lo scudetto a griglia. Il dialogo fra lui e lei (lui in divisa, il giorno prima di partire, lei coi capelli alla maschietta) col palazzo dell’Eur sullo sfondo. “Parlami d’amore Mariù”. Lei fa l’annunciatrice alla radio anzi no, la velina. I vecchi genitori di lui (interno decoroso medio-borghese, con mobili falsi d’epoca e playstation) che guardano i bollettini del Telegiornale. Interno di studi Eiar, telecamere e microfoni a tromba, il collega arrivista e quello iscritto al partito però simpatico, che la corteggia. Il gerarca stronzo (accento meridionale) e l’usciere romanaccio (Fabrizi? ma è una parte molto breve).
Folla eterogenea (ma molti neri) alla fermata del tram. Venditori di caldarroste e di Cd piratati, qualche adolescente in divisa, gruppo di ragazze dei call-center a fine turno (“Ma poi lui m’ha mandato un sms”, “Difficile che le rinnovano il contratto”, “Io invece preferisco la neve”, tutto sfumato); postino, prete (o monaca), mamma con passeggino e poi tutti gli altri gente anziana. Primo piano di lei fra la folla mentre sale sul tram. Flash-back di lui che legge (sentiamo le parole sullo sfondo, con la voce di lei) la sua e-mail sotto la tenda in Africa. “Parlami d’amore Mariù”.
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Gli opuscoli antisemiti del Corriere (copertine vivaci) nelle vetrine delle librerie.
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Poi ci sono le eulire, le mezze eulire, i cinque centesimi un soldo, le nostre truppe in colonia, il biglietto della lotteria da un milione, l’immarcescibile fedeltà all’Alleato, la Fiat a rate, gli annunciatori che con aria entusiasta spiegano perchè tutto va bene.

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Eugenio wrote:
<Oggetto: Non ce la faccio più!
Ciao R, ho 20 anni e sono abbastanza avvilito per quello che mi circonda: una guerra, uomini di potere (sia di destra che di sinistra) che non sanno fare il loro lavoro ma che sanno solo farsi prendere per culo dalle “Iene”, un’Italia che vedo sempre più arrancare per essere uno dei potenti della terra, un’Euro che non mi convince (anche se sono ignorante in materia economica la penso così).
Ormai non si fa più nulla di quello che si faceva prima. Cacchio divertitevi e uscite, la guerra non ce l’abbiamo nel sangue! Volete attraversare Milano e sapete che non c’è altro modo che prendere un mezzo pubblico? Prendetelo e non fate quella stupidissima faccia non convinta! Volete comprare quel televisore nuovo per cui avete risparmiato soldi? E fatelo, tanto non è che quei soldi vi serviranno a fermare la pazzia dell’uomo!
Io mi ritrovo a 20 anni in una sorta di crisi generale dalla quale cerco di uscire con l’indifferenza verso tutta questa merda, ma è una cosa brutta, oltre che difficile da fare.>

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Dall’Africa, don Federico <donfederico83@hotmail.com> wrote:
<Ho ricevuto l’appello per Safya Hussaini. Stiamo radunando tante firme. Nostra situazione di rifugiato ci ha reso più sensibili alla sofferenza delle persone. Infatti la Guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo ha colpito anche la diocesi di Uvira dove svolgo il mio ministero da presto 20 anni.
Sono stato perciò costretto a fuggire nella citta di Kigoma in Tanzania da dove vi scrivo. La nostra diocesi è stata quasi completamente devastata e numerosi fedeli son stati ammazzati. Purtroppo da parte della comunita internazionale è ancora scarsa l’attenzione per quello che sta accadendo nella regione dei grandi laghi africani.
Amo l’amicizia e sono felice di ricevere attraverso la corrispondenza una parola di conforto, dei messaggi di incoraggiamento. La vita del rifugiato in un paese straniero è infatti molto dura, e la solidarieta dei fratelli, ovunque essi si trovino, è di grande sostegno nei momenti difficili. Noi qui a Kigoma stiamo facendo il possibile per garantire l’assistenza minima alle vittime della guerra.
Vorrei che questa lettera sia ventilata presso gli amici e conoscenze della Rete interculturale di solidarieta Ali per volare. Con affetto, Rev.do Kyalumba Don Federico>

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Vostr’Emittenza che mi sta in cagnesco
per quei pochi scherzucci da dozzina
e mi gabella per antiberlusco
perchè metto le birbe alla berlina…