San Libero – 119

Pare che la sinistra abbia trovato il suo Kutuzov. Niente pose napoleoniche, toni pacati, parole ben meditate e poche, nessun autocompiacimento, fermezza. L’opposto di quello a cui eravamo stati abituati in questi ultimi anni, quando caratteristiche indispensabili dei leader di sinistra sembravano diventate il bon ton in società, la battuta cinica, il cuoco personale, e il pugno di mosche in mano. Non è esattamente il leader che avrebbe voluto darci Berlusconi, Cofferati.
Ma è quello di cui avevamo bisogno. Non c’è niente di male a lasciar giocare (ma nella stanza dei giochi, e stando attenti che non si facciano del male) i Blair pugliesi e i Jospin de noantri: ma per le faccende serie adesso cominciamo ad avere un gruppo dirigente serio e all’altezza della situazione. Visto che l’altra volta siamo stati tanto intelligenti da dividerci fra di noi e regalare il governo a Taormina e Sgarbi, adessò ci toccherà lavorare diversi anni per rimediare il malfatto, alle prossime elezioni. Ma questa è la democrazia: in compenso, ora sappiamo che se non facciamo cazzate siamo tranquillamente in grado di mandare a casa i banditi e di chiudere questa terrificante parentesi berlusconiana.
* * *
Il popolo della sinistra, spesso ingenuo ma raramente stronzo, e in genere moralmente superiore ai suoi capi, ha dato in queste settimane una delle prove più belle della sua storia.
Per anni e anni ha dato pazientemente fiducia alla più incredibile collezione di cinici arroganti e perdenti che abbia mai infestato una sinistra europea. Questo per disciplina, perchè la prima cosa è l’unità – antichissimo insegnamento – e la gente seria non si ribella ai propri generali solo perchè hanno perso una battaglia. Una battaglia? Una, e due, e tre, e quattro – e poi sentirsi dire anche che si perde perchè non si imita sufficientemente il nemico. Alla fine, la pazienza dei pazientissimi è saltata.
Sarà stato Moretti, sarà stata qualche altra goccia che ha fatto traboccare il vaso, fatto sta che a un certo punto il popolo della sinistra, senza agitarsi troppo, ha deciso che la pazienza era abbastanza e che era arrivato il momento di cominciare a cambiare rotta. Senza panico e senza confusione, ha preso i propri litiganti generali e generalissimi, li ha depositati delicatamente in un angolo, e ha cominciato a inquadrarsi spontaneamente per affrontare il nemico.
La prima battaglia grossa – poteva benissimo abortire, finire nel solito giro di chiacchiere: invece è stata tranquillamente combattuta – è stata questa dell’articolo diciotto. È una battaglia sola, certo, ce ne vorranno altre – quattro anni di battaglie, per la precisione – prima di liberare il paese da ciò che l’infesta adesso: ma abbiamo cominciato bene.
Dopo anni di vergogne, di inciuci, di velarderie, di rondolini, ecco che finalmente un bel colpo di vento caccia via anche il ricordo di tutta quella gentaglia parassita e perdente e torna a mostrare le belle bandiere e i bei visi della sinistra italiana.
* * *
Ecco: che cos’erano, i girotondi e le moretterie, il si-salvi-chi-può di gente ormai anziana e allo sbando, o la critica d’un popolo giovane e sano che chiede più serietà ai suoi capi? Adesso ognuno può rispondere a questa domanda. Le critiche e le contestazioni sono segno di vitalità, non di debolezza. È la destra quella che s’irrigidisce nell’obbiedienza al capo, perchè è lei quella che adesso sente il declino. Ed è la sinistra quella che che non s’accontenta di se stessa, perchè sente che sta ricominciando la sua stagione.
* * *
Non c’è dubbio che, in quest’ultimo anno, fra i valori di parte governativa abbiano cominciato ad essercene alcuni con cui non è assolutamente possibile pensare di dialogare. Penso alla crociate antimagistrati, alle “cannonate in pancia” di Radio Padania, alle esternazioni di Taormina: con faccende del genere, diceva Pajetta, abbiamo smesso di discutere il 25 aprile del ’45 e non abbiamo alcuna intenzione di ricominciare. Ma questa è solo una parte piccola dei valori “di destra”: la grande maggioranza di coloro che votano a destra è gente forse rozza ma onesta, diversa da noi – ma proprio noi sappiamo che non bisogna offendersi della diversità – e spesso portata alla destra tanto dalle nostre ipocrisie quanto dalla propaganda di Berlusconi.
A questi nostri avversari, ma concittadini, è forse arrivato il momento di dire: Amici, noi non vogliamo convertirvi. Vi diciamo semplicemenrte che la sinistra è questa che vedete qui in piazza a testa alta. Non i parassiti, gli ipocriti, gli uomini di carriera: questi abbiamo avuto il coraggio di criticarli pubblicamente, senza paura di fare il gioco di nessuno. C’è andata bene, perchè siamo riusciti a indebolire loro, e a rendere più forte la nostra sinistra.
Adesso, però, tocca a voi di destra. Voi avete i Taormina, gli Sgarbi, i Bossi, i Berlusconi. Siete sicuri che siano loro a dover rappresentare la destra? Per noi, non è un problema. Ma per voialtri? O siamo solo noi di sinistra a saper fare pulizia in casa nostra? Noi, a un certo punto, abbiamo avuto il coraggio di ribellarci. Quando lo farete, voi?
Pensate cosa vi stanno facendo pensare ora, e cosa invece pensavate dieci anni fa. Sui giudici, sulla mafia, sui politici ladri, su Mani Pulite. Guardate l’intervista a Borsellino, quella vigliaccamente censurata da Lerner. Guardate la faccia di Borsellino mentre parla di Dell’Utri. Io credo che quella faccia vi dica un sacco di cose, solo che non volete accorgervene per non fare “il gioco dei comunisti”. Ne vale la pena?

________________________________________

Scorte. Il problema del terrorismo non si risolve con le scorte, ha giustamente osservato il ministro dell’interno: per cui, dare la scorta a uno in pericolo oppure non dargliela praticamente è la stesa cosa.
Poi ha cominciato a circolare la voce che i brigatisti intendevano prendersela anche con qualcuno del governo. Immediatamente c’è stata la fila per farsi assegnare scorte numerose e armatissime. Il più veloce di tutti è stato Bossi, che da alcuni giorni s’è affidato alla protezione degli agenti Gargiullo, Musumeci, Barbera, Mustafà (italiano d’Eritrea), Esposito Pasquale, Esposito Gennaro, Bagnacavallo e Miccichè.
Non del tutto rassicurato circa la sua incolumità, Bossi (che qualche anno fa ammoniva i magistrati: “Attenti, una pallottola costa poche centinaia di lire”) ha voluto tutelarsi a modo suo mandando in giro il messaggio: “Se toccano la Lega scoppia la guerra civile”. Come il boss dei corleonesi che “avverte” quelli di Porta Nuova.

________________________________________

Kriegsmarine. Due unità della Marina Padana hanno preso il mare dalle basi di Taranto e Augusta con compiti “di contrasto all’immigrazione clandestina”. Allo scopo di meglio ingannare il nemico in vista di eventuali azioni tattiche, i comandanti del “Radetzky” e del “Graf von Hindenburg” sono stati autorizzati a issare la bandiera italiana al posto di quella regolamentare durante le ore diurne (di notte la stessa bandiera potrà essere utilizzata per soddisfare le necessità fisiologiche degli equipaggi, secondo quanto a suo tempo disposto dalle autorità competenti). “Abbiamo inoltre raccomandato ai comandanti – ha dichiarato l’ammiraglio von Fini – di vigilare con particolare attenzione sugli equipaggi, nel caso qualche marinaio di origine napoletana profittasse d’un momento di disattenzione per cercare di salvare dall’affogamento qualche bambino”.

________________________________________

Politici. D’Alema: “La sinistra deve smetterla di criticare se stessa”. Berlusconi: “La campagna d’odio contro di Me”. Taormina: “I brigatisti braccio armato del sindacato”. Padani vari: “Una bella cannonata dentro la pancia” (delle navi). Maroni: “I no-global e i centri sociali che hanno giustificato l’assassinio di Biagi”.

________________________________________

Lavori atipici. Il vandalo conto terzi: consiste nel devastare a pagamento le scuole di altri ragazzi in modo tale da determinarne la chiusura, con relativa vacanza, per uno o più giorni. Precursori: i nove ragazzini fra i tredici e i quattordici anni, tutti figli di affermati professionisti, che hanno costituito un’organizzazione di questo genere a Roma. Venticinque commesse in poco più di un mese, tariffe promozionali (cinquanta euro a giornata di chiusura) e creazione di un consistente portafoglio clienti fra i ragazzi del liceo Democrito e della scuola media Platone.

________________________________________

Mucca pazza. È stata addirittura sottovalutata. Secondo il nobel americano Stanley Prusiner il prione della malattia sarebbe presente non solo nel midollo ecc. dell’animale malato, ma anche nei tessuti muscolari. Questo significherebbe – se l’ipotesi venisse confermata – che la maggior parte delle precauzioni prese finora contro la malattia avrebbero un valore molto limitato.

________________________________________

Neolingua. Riformare una cosa: abolire ogni riforma civile precedentemente effettuata sulla cosa stessa. Riformare il lavoro: abolire la rappresentanza sindacale dei lavoratori e ritornare al 1800. Riformare la giustizia: abolire la separazione fra potere esecutivo e potere giudiziario e ritornare al 1700. Riformare la scuola: abolire la laicità dell’insegnamento pubblico e ritornare al 1600. Riformare tutto: abolire case e caverne e ritornare ad arrampicarsi sugli alberi da cui, per colpa dei communisti, siamo improvvidamente discesi.

________________________________________

Campagne d’odio. I magistrati che ce l’hanno con me sono peggio dei brigatisti. Chi l’ha detto?

________________________________________

Ici Paris. Le chef de la delegation culturelle italienne, un ancient truffateur condamnè pour truffe et manteinant engagè en autres truffes, a etè contestè au salon du livre par un group de persons pourbien. La delegation s’est ritiree pour proteste. La France s’en enfiche, les editeurs italians aussi.

________________________________________

Ossessioni. Dopo l’elegante signora Sellerio da Palermo, anche il colto ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, ha sprecato un po’ del suo preziosissimo tempo per deplorare l'”ossessione antimafia” di Claudio Fava. La mafia non è il centro del mondo, la lotta alla mafia non ha niente a che spartire con la politica, ci vuole misura e metodo, i magistrati non debbono fare battaglie, che non è il loro mestiere: questi i saggi insegnamenti che, dalla poltrona nel suo tranquillo studio di via Solferino, il Mieli ha amabilmente impartito a Fava.
Mieli, che ha un’opinione alta di sè (la sua rubrica sul Corriere è impaginata esattamente come quella che un tempo era di Montanelli: dal che deduco che se ne consideri l’erede), non ha tuttavia particolari caratteristiche individuali, in bene o in male, che lo distinguano da altri intellettuali italiani: da giovani ribelli, nella maturità impiegatizi, infine – quando hanno fortuna – dispensatori di saggezza al pubblico da un seggio in consiglio d’amministrazione.
Senza volerlo è tuttavia riuscito a ferire me e, credo, Fava, citando come sostenitore della sua tesi un compagno dei miei bei tempi, Carmine Mancuso: “Quando Sciascia lanciò la sua provocazione contro i professionisti dell’antimafia – gli fa dire Mieli – noi lo contestammo duramente; ma aveva visto giusto, era stato un profeta, anche se allora quelle espressioni apparvero fuori luogo perchè in anticipo sui tempi”.
Fra Carmine e me, a quei tempi, uno degli scherzi preferiti era la grande fortuna materiale da me e da lui accumulata grazie al nostro abile “professionismo dell’antimafia”. C’incontravamo in qualche trattoria da tre soldi, e subito cominciavamo a prenderci in giro: “Ehi professionista! Come hai investito i miliardi, oggi?”. Questo quando eravamo di buonumore, quando cioè non avevano appena ammazzato qualcuno di noi.
Ecco: di quello che pensa Mieli o la signora Sellerio, onestamente, non me ne importa granchè. Invece di Carmine sì. Se qualcuno lo vede gli chieda, per favore, se davvero ha cambiato idea sull’antimafia e i relativi professionisti.

________________________________________

Cronaca. Roma. Uno scolaro di sette anni, alle elementari Fratelli Bandiera, è stato denunciato alla polizia da un comitato di genitori esacerbati dalle continue monellerie del bambino. Le indagini sono in corso.

________________________________________

Cronaca. Genova. Assolti i due vigilantes che nel luglio 98 furono messi a guardia di otto clandestini sorpresi a bordo di una nave tunisina appena giunta in porto. “Non posso rimpatriarli subito – dichiarò il capitano – Debbo restare in porto per riparazioni”. Perciò i clandestini furono rinchiusi in un paio di cabine della nave, coi due vigilantes a sorvegliare. Una delle cabine andò a fuoco poco dopo e cinque degli otto emigranti ci lasciarono la pelle.

________________________________________

Cronaca. Roma. Vince con largo margine (cinquantotto per cento) la lista unitaria di sinistra alla nuova università di Roma, la RomaTre. Gli studenti di sinistra, che tradizionalmente si dividono in quattrocento liste diverse, quest’anno avevano avuto la strana idea di provare a presentarne una tutti insieme.

________________________________________

Cronaca. Roma. Una serie di immobili appartenenti a enti pubblici è stata messa all’asta, senza troppo rumore, nei giorni scorsi dal signor Stato. La maggior parte di essi (fra cui il Colonna Palace ex Inpdai, l’Hotel del Corso, i due palazzi per uffici di via Nazionale e il Mozart) sono stati aggiudicati, per un prezzo molto inferiore al loro valore, all’imprenditore romano Franco Caltagirone, proprietario fra l’altro dei principali quotidiani cittadini.
Fra i cittadini romani, solo quelli che leggono Repubblica hanno quindi avuto il bene di sapere che fine avevano fatto le proprietà che fino all’altro giorno facevano parte – accumulate col sacrificio di generazioni di cittadini-contribuenti – del loro patrimonio collettivo e ora, da un momento all’altro, sono passate ad arricchire il patrimonio privato di una famiglia privilegiata.

________________________________________

Mimmo Lombezzi wrote:
< L’idea di Radio Padana di cannoneggiare le navi dei clandestini potrebbe in effetti risolvere il problema dell’immigrazione da zone di guerra mandando un “segnale forte” (come si suol dire) in fondo al mare. A quel punto però tanto vale speronarle. Sarebbe più economico (dal punto di vista delle munizioni) e più sicuro dal punto di vista dei risultati. Col mare mosso una “canunada” potrebbe mancare il bersaglio offrendo oltretutto il fianco a noiosissime querimonie internazionali se a bordo avessero il tempo di lanciare messaggi radio. Lo speronamento invece (come dimostra la vicenda della “Kater i Rades” affondata nello stretto di Otranto) ha effetti immediati e inoltre – nel casino della tempesta – permette di affogare in un mare di interrogativi eventuali responsabilità. >

________________________________________

Giacomo <solitario@infinito.it> wrote:
<La naturalezza dello scrivere è così comandata che posto il caso che per conservarla bisognasse mancare alla chiarezza, io considero che questa è come di legge civile, e quella come di legge naturale, la qual legge non esclude caso nessuno, e va osservata quando anche ne debba soffrire la società o l’individuo, come non è straordinario che accada.>