Prostituzione. Lui fa il ministro, e ora si occupa di mettere fuorivista (aiutarle davvero, non se ne parla nemmeno) le prostitute. Lei fa la giornalista, e lo deve – ossequiosamente – intervistare. Lui, con tono grave e ministeriale, spiega come si occuperà delle prostitute. Lei, tutta sottomessa e mielosa, gli fa esattamente le domande che lui vuole. Lui, una volta, non aveva alcuna simpatia per l’uomo di cui ora è ministro: gli dava del mafioso e del profittatore. Ma poi ha dovuto concedergli una parte – la parte pubblica – di se stesso: sennò, di diventare ministro non se ne parlava. Lei non è una cattiva giornalista e sa benissimo, in realtà, come si fanno le interviste. Però deve concedere una parte – quella professionale – di se stessa: sennò, col cavolo che si fa carriera – ora – in Rai. È il tg dell’ora di pranzo: a quest’ora le prostitute non sono per le strade. Dormono d’un sonno pesante, sognando – forse – qualche posto lontano. Stasera ricominceranno a lavorare. Le puttane, infatti, ufficialmente sono loro.
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Scenari. Il processo di Milano, per corruzione di magistrati e altro, si concluderà probabilmente nei primi sei mesi del 2003 con la condanna (che ormai tutti prevedono) degli imputati. La condanna comporterà, come pena accessoria, l’interdizione dai pubblici uffici. La presidenza del Consiglio dei ministri è un pubblico ufficio. Che cosa succederà a questo punto?
– Scenario A: l’opposizione non chiede la decadenza del presidente (posizione dei Ds fino all’anno scorso);
– Scenario B: l’opposizione chiede la decadenza del presidente (posizione probabile dei Ds dopo Moretti e dopo Cofferati).
A questo punto:
– Scenario A: il presidente della Repubblica non ritiene la questione di sua competenza;
– Scenario B: il presidente della Repubblica invita il presidente del Consiglio a dimettersi.
In questo caso:
– Scenario A: il signor B. accetta l’invito e si dimette;
– Scenario B: il signor B. fa un discorso in tv e non si dimette.
E quindi:
– Scenario A: il presidente della Repubblica, inascoltato, si ritira;
– Scenario B: il presidente della Repubblica, facendo uso dei suoi poteri, scioglie le Camere e indice nuove elezioni.
A questo punto:
– Scenario A: il signor B., avendo mantenuto le sue (larghe) promesse elettorali, vince le elezioni e forma un nuovo governo;
– Scenario B: il signor B., non potendo mantenere a causa della crisi economica le promesse elettorali, viene sconfitto o non riesce comunque a mantenere una maggioranza assoluta.
In questo caso:
– Scenario A: viene incaricato egualmente di formare un governo, sperando che la (eventuale) esigua maggioranza regga;
– Scenario B: viene incaricato un esponente “neutro” per un governo più o meno di solidarietà nazionale, anche in considerazione dell’aggravarsi della crisi.
Gli alleati del signor B.:
– Scenario A: rifiutano sdegnosamente l’ipotesi;
– Scenario B: scaricano l’antico alleato in nome degli “interessi superiori della nazione”.
Gli avversari del signor B.:
– Scenario A: cercano un altro accordo del tipo bicamerale;
– Scenario B: non lo cercano affatto (per non essere presi a morsi dalla loro base) e cercano bene o male di mettere in piedi un governo alternativo.
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Variabili ulteriori:
1) In un qualunque passaggio fra queste fasi, e specialmente fra le prime, un’ondata terroristica (brigatisti, falangisti, islamici o qualunque altra cosa) potrebbe interromperne il regolare flusso e congelare la situazione in nome di superiori esigenze d’ordine pubblico. Queste ultime, l’anno scorso in una città italiana, hanno prodotto 1500 feriti – e un morto – nel giro di ventiquattr’ore).
2) L’opposizione potrebbe ottenere una vittoria elettorale tale da permetterle di governare senza bisogno di cercare alleati nella maggioranza attuale;
3) La crisi economica potrebbe diventare *molto* acuta (è già fuori dal sistema la principale industria del paese); in questo caso tutti i passaggi tenderebbero a spostarsi verso forme accelerate e estreme.
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Ecco. Buone vacanze.
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(Che poi, quest’estate, è andata ancora bene. Ai miei tempi, appena la gente cominciava a voltare gli occhi e ad andarsene in vacanza bombardavano Bologna o facevano saltare per aria qualche treno. Adesso invece il massimo che sono capaci di fare è qualche gabola per tener fuori dalla galera qualche ladrone).
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Solidarietà. Ancora solidarietà – dopo gli ottocento milioni di Feltri – per il “carabiniere” che ha sparato a Giuliani. Un sindaco calabrese gli ha offerto un lavoro. Il sindaco si chiama Costantino Belluscio, e noi cronisti vecchi ce lo ricordiamo come esponente autorevole – non solo in Calabria – della P2.
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Il coccodrillo. Ricordate il coccodrillo di Peter Pan, quello con la sveglia nella pancia e che si voleva divorare a ogni costo Capitan Uncino? Ogni tanto si sentiva il ticchettio della sveglia e Uncino – che non aveva paura di null’altro al mondo – impallidiva. Un ruolo del genere, nel nostro film, ce l’ha il giudice Garzon, quello che a tutti i costi vuole estradare in Spagna per reati locali. Il signor B., di fronte ai Peter Pan italiani, o sogghigna o ride. Ma quando sente il ticchettio di Garzon non ride affatto.
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Pro e anti. Il capo dell’antiterrorismo, un tale Luperi, è stato filmato con una busta di plastica contenente un paio di “molotov” da depositare dentro una scuola. Questi sarebbero gli antiterroristi. Figuriamoci i terroristi.
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Privatizzazioni. In corso quella della mafia. O almeno dei beni dei boss mafiosi, che dovrebbero essere messi all’asta (e possibilmente comprati da altri mafiosi) e non più, come ora, utilizzati per dare lavoro e per fini di utilità sociale. Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, però, l’obiettivo del provvedimento non è di fare un favore ai boss ma semplicemente di evitare che i giovani siciliani, trovando lavoro grazie all’antimafia, si affezionino troppo all’idea che vivere senza mafia si può.
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Carburante. Continua a peggiorare la qualità della cocaina utilizzata nei ministeri italiani. Le ultime forniture erano decisamente schifose, e gli effetti si vedono nelle interviste ai ministri e nel corso dei dibattiti parlamentari. Da quando è stato arrestato il povero Sandro Marcello (il collaboratore di Miccichè che riforniva i ministeri) la roba non è più quella di prima. E che cazzo! Si fatica, si salva l’Italia, si lavora, e poi neanche si può avere una sniffata di quella buona. Qua – ha intimato qualcuno – bisogna provvedere. Sennò ci buttiamo a sinistra, e chi s’è visto s’è visto.
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Indagini 1. Vanno a rilento quelle sul tizio di cui sopra, e sui suoi illustri amici. “Io? Ma manco lo conosco!” dichiara l’onorevole. E il povero Sandro Martello, zitto. Difatti hanno già minacciato il suo avvocato, e siccome i personaggi di ‘sta faccenda sono tutti siciliani, non c’è pericolo che qualcuno di loro dimentichi la virtù del silenzio. A parte questo, se vedete gli spot della Saatchi&Saatchi sulla regione siciliana (“grandi eventi d’estate, da Agrigento a Palermo”) non cambiate canale perchè Sandro Martello si offenderebbe: alla Saatchi, per fare gli spot, hanno chiamato la sua società. “Quello spot sa di coca”, si scandalizza Luca Orlando. Ma via! Se non li fa la Sicilia, gli spot cocaleri, chi li deve fare a questo mondo?
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Indagini 2. Vanno invece sveltissime quelle su Santoro, il quale – è stato accertato – è communista, e dunque va sbattuto via dalla Rai, a costo di perdere qualche milione di ascoltatori. Lui minaccia causa. E se ne va, col cuore in tempesta, ripetendo sempre quelle strane parole: – a questo mondo c’è giustizia, finalmente! – Tant’è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica.
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Italiani 1. Uno su dieci – secondo i dati Istat – è decisamente obeso. Tre su dieci invece non hanno ancora raggiunto un’obesità patologica ma sono decisamente molto al sopra del loro peso-standard. Rispetto a cinque anni fa, il tonnellaggio globale degli italiani è aumentato del venticinque per cento.
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Italiani 2. Record degli animali abbandonati per strada, quest’estate. Sarebbero già centodiecimila, secondo gli animalisti, i cani e gatti buttati fuori da padroni desiderosi di andarsene senza impicci in vacanza.
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Italiani 3. In America saremo rappresentati, a quanto pare, dal principale fabbricante d’armi italiano, il Cavaliere del lavoro Ugo Gussalli Beretta. L’Italia è uno dei maggiori esportatori mondiali di armi leggere (pistole e mitra); gran parte dei bambini uccisi in Ruanda e in Zaire sono stati fatti fuori con armi Beretta. Negli Stati Uniti, d’altra parte, il nome Beretta – fra gli italiani illustri – viene subito dopo quelli di Cristoforo Colombo e Al Capone: molte polizie americane sono equipaggiate con le calibro nove Beretta (e anche molti privati, naturalmente: la vendita delle armi, là, è libera, con gran beneficio dei fabbricanti di casse da morto e dei cronisti di nera). Una scelta oculata, insomma. Ed ecco spiegato perchè, pur non essendo piduista, il cavalier Beretta è così tanto stimato dal Capocavaliere.
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Italiani 4. In Iraq, e col fucile! Appena Gei Dabbliù ci fa un fischio, noi partiamo. O meglio, partite voi, ha annunciato con un ghignetto il ministro dando l’annuncio.
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Italiani 5. Qualcuno è ancora iscritto al sindacato. Ma in corso d’identificazione: schedature della polizia qua e là per le fabbriche, strani furti notturni dei computer con le liste nelle sedi sindacali.
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Regali. “Il complotto comunista” – un bel libro – è il dono di fine stagione che l’onorevole Nania, capo dei senatori di An, ha fatto a tutti i suoi colleghi prima di partire per le vacanze. Meritate: Nania, che qualche anno fa fu fra i mediatori della famosa cena dell’inciucio a casa Letta, anche nell’ultima crisi non s’è comportato male: è sua l’idea di fare il gioco delle tre carte con le commissioni senatoriali per far passare subito la Legge Salvaladri rel.3.1. Non so dove passerà le vacanze: spero non in Sicilia, dove all’inizio della sua carriera capeggiava – a Barcellona – una sezione di Ordine Nuovo, movimento neo-nazista successivamente disciolto per terrorismo.
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New Economy. Seattle. È stato indetto un concorso, aperto alla partecipazione di tutti gli architetti ed artisti che intendano prendervi parte, per un “Monumento ai disastri della New Economy”. Il soggetto è libero. I progetti verranno esaminati da un’apposita commissione, che provvederà a scegliere il più idoneo e a collocarlo in un luogo centrale della città.
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Old Economy. Secondo l’Adusbef, associazione di utenti bancari italiani, i premi (e i profitti) delle assicurazioni auto in Italia sono aumentati del 67, 8 per cento negli ultimi cinque anni.
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“Cento ebrei a morte per ogni nostro ufficiale ammazzato!”. Il rapporto delle Ss era di uno a dieci: dieci ebrei – o partigiani – per ogni tedesco ucciso. I dirigenti di Hamas, organizzazione terroristica palestinese, non si contentano – a quanto pare – delle semplici rappresaglie naziste. Una decina di studenti ammazzati, con una bomba nella tavola calda: e poi via ai festeggiamenti.
Le rappresaglie della Wermacht non si limitavano alle fucilazioni. “Achtung! I parenti dei terroristi saranno deportati!”. E infatti. I parenti dei terroristi, colpevoli o meno che siano, vengono prelevati dai soldati israeliani e deportati: e questa è la “politica” dell’altra organizzazione terroristica operante in Palestina – il governo israeliano. Una decina di bambini ammazzati, coi missili dentro le case: e poi via alle congratulazioni reciproche, “è stato un bel successo”.
A Gerusalemme dovrebbero tornare gli inglesi o i turchi, o chiunque non sia nè arabo nè israeliano. Legge marziale, e tribunale internazionale, sulla Spianata del Tempio, con giudici di paesi civili. Processo per genocidio ai danni dei palestinesi e degli ebrei. Alla fine due forche, una per lo sceicco di Hamas e l’altra per Sharon. Fargli gridare un’ultima volta “a morte i palestinesi”, “a morte gli ebrei”. E poi lasciarli là a dondolare.
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Spot. Il secondo Salone dell’editoria di pace (promosso dalla Fondazione per la Ricerca sulla Pace) si svolgerà a Venezia, alla Scuola grande san Giovanni Evangelista, dal 6 all’8 dicembre, con oltre centocinquanta editori, riviste, associazioni e movimenti pacifisti. Il catalogo però è in preparazione già ora: chi vuol partecipare dovrebbe chiedere subito la traccia per la compilazione dei vari contributi, che sarà inviata immediatamente a chi ne farà richiesta. Il filo conduttore – soprattutto per la produzione editoriale – è: potevano essere dieci anni di pace e invece sono stati (e sono) anni di guerra.
Lo spazio espositivo (gratuito, salvo l’autogestione delle spese) sarà dato in base alle esigenze di ciascuno; per chi avesse problemi ad essere presente in modo autonomo ci sono già due librerie che sono pronte a prendere accordi con chi vuole garantire comunque la sua presenza.
Info: Giovanni Benzoni, responsabile del Progetto Iride della Fondazione, Cannaregio 6057, 30131 Venezia. Tel: 041. 5206960 (anche fax) o 328. 2517362. Mail: gbenzoni@tin.it
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Beppe Sini <nbawac@tin.it> wrote:
< Contro il giornalismo. Tra i principali difetti del movimento pacifista c’è la diffusa abitudine di essere imprecisi, generici, esagerati, semplicisti, di prendere spesso per buone sciocchezze sesquipedali, di dire sovente inquietanti idiozie. Si abusa di fonti giornalistiche: la cui attendibilità è vicina allo zero. Il fatto che una corbelleria è stata pubblicata su un giornale o è stata detta in televisione non ne muta la natura di corbelleria. Sono cose che tutti sappiamo ma che di frequente dimentichiamo quando a dire scempiaggini sono i nostri amici, o comunque si tratti di scempiaggini che ci pare possano venir comode all’uso. Ma una scempiaggine è come una menzogna: mai può servire alla buona causa, e sempre la danneggia. Si prendono per buone analisi così semplicistiche che invece di essere strumenti che aiutano a districare questioni complesse divengono narcotici che aiutano solo a godere della propria stupidità. Se si studiasse un po’ di più e si cianciasse un po’ di meno, il movimento pacifista migliorerebbe di gran lunga la propria credibilità, e la propria autostima. >
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Andrea wrote:
< Vittorio Alfieri, “Della Tirannide”, wrote: “Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle con sicurezza d’impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo chiunque ha una forza effettiva che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società che lo ammette, è tirannide; ogni popolo che lo sopporta, è schiavo”.
O non sarà mica communista anche l’aristocratico Alfieri? >
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Troppa paura facevi, alle anime grige, tu che amavi.
Perciò t’hanno insegnato ad odiare il tuo amore.
“Noi l’avevamo detto!” sentenziano felici,
liberi finalmente da chi li giudicava.
Certo, non è difficile ammazzare i gabbiani.
Stringetegli il cielo attorno, appannategli il mare.
nel giorno-dopo-giorno buttateli nudi e soli:
la miseria assassina sa fare il suo lavoro.
Fra le pareti tristi della povera casa
come s’appanna l’elmo del tuo bel cavaliere!
Son scarafaggi e topi i nemici che hai,
altro che vecchi draghi! Qui non serve la spada.
E se anche questa è guerra, chi la sa più vedere?
Qui non ci sono trombe, e si combatte soli.
Resta il povero riso, coraggiosamente forzato
alla mattina – bandiere d’amore lise e fiere –
resta la bottiglia e il dolore e la malinconia
e cadere ogni giorno e rialzarsi pian piano
ogni giorno più piano e disperatamente agitare
le ali affaticate e stridere senza poesia.
“Noi l’avevamo detto, non poteva durare!”.
E ostinato ricredere, sul volto indurito, al tuo sorriso.