No, non è la Bbc. La Commissione Parlamentare di Vigilanza ha accolto in tempi rapidissimi la proposta Baldassarre-Clinton per la soluzione della crisi al vertice del Consiglio d’Amministrazione Rai, dove come sapete le dimissioni della maggior parte dei consiglieri avevano condotto a una situazione che molti giudicavano insostenibile. Senza mettere in discussione le qualità professionali del direttore generale Agostino Saccà, veniva infatti considerata anomala la posizione di un direttore che, partito per dirigere tre reti, tre tiggì, seicentoquaranta Enti e cinque consiglieri d’amministrazione, si era trovato a dirigere di fatto un consigliere solo. I critici più acccaniti accusavano addirittura Saccà di aver fatto crollare catastroficamente gli indici d’ascolto (accusa non del tutto infondata, anche se ad Oppido Mamertina sono ancora almeno quindici gli utenti Rai, contro i sedici dell’anno scorso: una perdita dunque inferiore al cinque per cento) e di utilizzare le sedute del CdA soprattutto per aumentarsi gli emolumenti: Saccà si difendeva brillantemente sosenendo che questi erano solo i costi iniziali di un nuovo modello di giornalismo che prima o poi si sarebbe affermato: “Il pubblico ha bisogno di tempo per abituarsi. Ma era ora di dire basta al giornalismo all’antica, alle vecchie cariatidi come quel Biagi, quell’Hemingway, quel Kapucinski”.
Le voci di una sostituzione di Saccà conunque circolavano già da tempo: la Commissione Parlamentare aveva già comunicato a Baldassarre, in via riservatissima, un vero e proprio identikit di un possibile nuovo presidente. Siamo in grado di citare, grazie alle nostre fonti confidenziali, alcuni stralci significativi del documento. Ecco:
“Il prossimo direttore generale della Rai dovrà dunque:
– essere (…omissis…) in possesso di un’elevata professionalità nella sua attività principale;
– aver maturato contatti istituzionali al massimo livello e nella maniera più stretta possibilie;
– avere un nome noto al grosso pubblico, non solo (…omissis…) in Italia ma all’estero e soprattutto negli Stati Uniti;
– avere dimestichezza coi membri dei partiti di governo;
– avere eccezionali capacità linguistiche;
– essere capace di intrattenimento nella comunicazione orale e non solo in quella scritta;
– saper stabilire un rapporto corretto e gratificatorio (…omissis…) nei confronto degli uomini politici;
– mantenere pertanto e accrescere le competenze del dottor Saccà, ma nel quadro di una. ecc. ecc. (qui seguono quattordici cartelle di considerazioni politiche generali che omettiamo – ndr).
Sulla base di questo memorandum, alla fine è toccato al presidente Baldassarre prendere una decisione. Consultatosi con alcuni esperti del settore (l’ex presidente americano Clinton e gli editori, pure americani, Mardigras e Hoeffner), egli ha rapidamente individuato il personaggio che dava le massime garanzie di soddisfare alle indicazioni della Commission e nel contempo di non costituire una soluzione di continuità troppo accentuata nei confronti della direzione Saccà. E ha nominato Monica Lewinski.
La signora, che è giunta in Italia già da diversi giorni, è attualmente impegnata in una riscrittura radicale dei palinsesti. Purtroppo non siamo riusciti a ottenere da lei alcuna dichiarazione, se non un “mhm…” telefonico (in inglese) che ci sembra indicare la volontà, da parte del nuovo direttore, di non farsi impelagare in polemiche politiche.
Bisogna naturalmente tener conto del fatto che tanto la signora Lewinski quanto Baldassarre (che aveva cercato di mascherarne l’arrivo della signora diffondendo la voce di una sua fantomatica intervista a Domenica In) sono consapevoli della delicatezza del passaggio dalla vecchia alla nuova gestione. “Vi assicuro che non cambierà niente – ha dichiarato informalmente ai cronisti Baldassarre – Farà tutto quello che faceva Agostino, solo che lo farà meglio. Tutto qui”.
Staremo a vedere. Dobbiamo registrare purtroppo, in calce a tutta questa vicenda, una nota antipatica: l’ex direttore Sacca avrebbe dato mandato ai suoi legali di procedere in giudizio contro la Rai per indebita sostituzione, licenziamento illegale e mobbismo. “Il nostro cliente è in grado di dimostrare – hanno dichiarato in serata i legali – di aver sempre espletato le sue mansioni con professionalità e competenza, ottenendo sempre la piena soddisfazione di tutti i suoi interlocutori dentro e fuori la Rai”. “Quali interlocutori, avvocato?”. “Lo saprete in tribunale”.
Corre voce però che, fra politici, ministri, imprenditori, manager e membri di governo gli “interlocutori” di Saccà, in pochi mesi, siano stati più di cinquanta, tutti debitamente registrati a loro insaputa da una microcamera nascosta dietro un’orchidea. Fra loro ci sarebbe pure un cardinale.
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Libri di testo. Bonifacio ottavo non più all’inferno ma in paradiso, don Abbondio coraggioso difensore di Renzo e Lucia, Leopardi patriota padano, Garibaldi sbarcato non in Sicilia ma in Trentino: sono le prime modifiche ai libri di testo decise dall’apposita Commissione Ministeriale testè istituita.
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Economia. Lo Stato italiano esce dalla Telecom: l’ultimo 3,5 per cento del capitale (quello che doveva assicurare l’interesse pubblico sulla telefonia) è stato venduto per riempire qualche buco, e adesso la telecom non ha più nulla da vedere – neanche formalmente – coi cittadini italiani. Quello che all’inizio non si poteva dire (cioé che privatizzare i servizi pubblici significa perderli per sempre) adesso è dato apertamente per scontato da tutti, sinistra compresa. Eppure questo 3,5 per cento valeva bene uno sciopero generale.
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Mafia. Seimila fucili da guerra russi Sks, in perfetta efficienza e completi di lanciagranate, sequestrati nel porto di Gioia Tauro. Le armi, racchiuse in container, erano destinate a Vancouver (Canada) e Norkolf (Stati Uniti). Non si sa se fossero destinate a organizzazioni terroristiche o cosche mafiose. In ogni caso, è un esempio perfetto del traffico di armi oggi: lo sfacelo dello stato russo fornisce le armi a buon mercato; la mafia italiana, ormai indisturbata, si occupa di smistarle; la legislazione statunitense (che pernette la libera vendita di ogni tipo di arma) permette di piazzarle senza problemi sul mercato.
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Elettori. Votano per Gentilini come i siciliani votavano per Ciancimino.
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Cartello. “Vietato l’ingresso al personale sospeso dal lavoro”.
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Se noi concedessimo alla politica ciò che concediamo all’economia, saremmo fuori dalla democrazia già da vent’anni.
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Calciatori 1. Un calciatore trovato alcuni mesi fa in un casino a Teheran è stato condannato a 99 frustate e alla squalifica di cinque anni dalla nazionale.
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Calciatori 2. In Italia sono i calciatori la categoria emergente fra i nuovi miliardari. Almeno a giudicare dalle liste dei contribuenti, che vedono quest’anno il calciatore Del Piero (11,9 milioni di euro) subito dopo Agnelli (13,7 milioni) nella lista dei Paperoni. Fra i primi cento figurano inoltre Ronaldo, Batistuta e altri colleghi (ventidue giocatori e due allenatori) .
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< RAI E MICROSOFT TUTTE PER TE. Vuoi diventare giornalista on line? Oppure vuoi capire bene come funzionano le certificazioni Microsoft e quali sbocchi professionali aprono? Troverai tutto questo nello spazio in cui i manager delle grandi aziende danno consigli ai giovani che vogliono fare carriera. Questa settimana l’intervista al capo della formazione di Microsoft Italia ti farà capire cosa sono le tanto ambite certificazioni e come puoi sfruttarle per trovare lavoro. Inoltre, il direttore di Rainews24 – il canale all news che diffonde notizie su Internet e sul satellite – spiega cosa serve per diventare web-redattori. Se vuoi ulteriori informazioni o se non vuoi piu’ ricevere questa newsletter scrivi al nostro Servizio Clienti. Buona navigazione e a presto! Elisabetta Mantovani, Servizio Clienti >
(Ma che ci azzecca Rai con Microsoft? Pensassero a fare una tv meno disastrata…)
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Afganistan. Verranno reintrodotte dal governo denocratiche le pene corporali “islamiche” abolite dopo la cacciata dei talebani. L’amputazione delle mani per i ladri, in particolare, è rientrata in vigore nella provincia di Helmand, all’ovest del paese.
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Palestina-Israele. Cinque giovani palestinesi, che lavoravano come manovali in territorio israeliano, sono stati sorpresi da una pattuglia mentre tentavano di varcare il reticolato fra la striscia di Gaza e il territorio direttamente amministrato di Israele. Scambiati per terroristi, sono stati immediatamente soppressi a colpi di mitra. Il più giovane dei cinque aveva quindici anni, il più vecchio sedici. Erano – a quanto sembra – tutti imparentati fra loro.
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Cambogia. Denunciato da un’associazione antipedofili e arrestato in Italia un italiano (41 anni, di Varese) che aveva comprato per qualche dolalro una bambina di undici anni a Phonm Phen. E’ la seconda volta che viene applicata la legge contro i “turisti sessuali” in Italia. Con maggiore continuità viene invece applicata, verso i propri concittadini, dai paesi scandinavi e dai tedeschi.
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Civili. “Il governo tedesco comunica che, per fini di sicurezza, non esclude di poter istituire dei campi di raccolta per dissidenti politici. Il primo di tali campi potrebbe sorgere nelle vicinanze di Dachau”. Cosa sarebbe successo se i tedeschi avessero davvero annunciato una cosa del genere? Eppure, il governo americano (Hiroshima) annuncia tranquillamente che non esclude di poter usare *di nuovo* la bomba atomica: e nessuno dice niente.
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Selvaggi. Il governo etiopico, per solidarietà col paese confinante e “nemico” ma colpito da un’orribile carestia, ha deciso di liberare senza condizioni tutti i prigionieri di guerra eritrei – quasi duemila – di cui è in possesso.
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Tecnologie 1. All’asta (online) computer, scaffali e oggetti vari della società di Napster, fallita un anno fa e da tempo in liquidazione.
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Tecnologie 2. Amnesty denuncia il governo di Pechino per le censure imposte in Cina a chi usa l’internet.
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Cronaca. Roma. Lite fra due aspiranti rapinatori davanti all’ufficio postale di viale Beethoven: non riuscivano a mettersi d’accordo su chi dei due dovesse fare il palo. I passanti hanno chiamato i carabinieri, che li hanno arrestati per rissa, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
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Cronaca. Roma. Proteste (inutili) fra i poveracci per la decisione del comune di tagliare le corse dei metrò nel periodo natalizio.
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Cronaca. Roma. Misteriosa gang rapina sistematicamente sulla Roma-Napoli i Tir norvegesi, carichi di baccalà, che si dirigono verso la capitale. Almeno quattro carichi spariti. La polizia indaga.
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Persone. Hassan Kalif O., una giovane africana che lavorava come infermiera in Italia, era finita sui giornali sei anni fa per una tragedia: sequestrata da un gruppo di uomini in vena di “divertimento”, era stata trattenuta e seviziata per due giorni di seguito. Da quei due giorni non s’è mai più ripresa: ha abbandonato casa e lavoro, s’è messa a bere e ha vissuto per strada come una barbona. Adesso è morta, nel cortile dell’ospedale Ascalosi di Napoli, dopo trentasei ore passate lì, in attesa di essere soccorsa e trasportata in sala operatoria.
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Persone. Quel sindaco di quel paesino laziale, cinquemila abitanti compresi vecchi e bambini, che all’annuncio della devolution s’è messo la fascia tricolore, s’è rinchiuso nell’aula comunale e ha minacciato di darsi fuoco. Parente di quel maestro di scuola (Daudet?) che, all’annuncio dell’arrivo dei prussiani, per l’ultima volta scrive sulla lavagna le parole francesi (“vignerons”, “paysans”, “pays”) che da domani in poi saranno straniere.
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Massimiliano <cesare_augusto@tin.it> wrote:
< perchè quando qualcuno accusa berlusconi (o membri dell’attuale governo) per voi è tutto vangelo, ma se qualcuno accusa i vostri protetti no global o membri dell’opposizione tutto è falsità? che fine ha fatto l’imparzialità? grazie anche se come al solito non risponderete >
* * *
Caro Max, mi pare di capire che hai già scritto prima per criticare e che io non ti ho risposto. Se è così, scusami: non è stato intenzionale. Quanto a quel che dici, in parte hai ragione perché in realtà nessuno (me compreso) è mai completamente imparziale; in parte no perché credo che qui le critiche ai “nostri protetti” non siano mai mancate. Controlla…
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mr.olaf@tiscalinet.it wrote:
< Sono tornato dall’Iran non più di due mesi fa, e posso assicurare che già prima che le nerbate di cui parli venissero abolite era facile incontrare adolescenti seduti sulle panchine del parco liberi di chiacchierare, tenersi per mano e baciarsi. Non solo a Teheran, ma anche nella religiosa e bigotta città di pellegrinaggio Mashad esiste un grande parco dove gli adolescenti si ritrovano per innocenti pomiciate, parco circondato da verdi colline che, come è risaputo da tutti, e ricordato ad uno straniero con un accennato sorriso malizioso, è territorio di infrattamenti e camporelle.
Attenzione a quello che i media ci dicono sull’Iran, perchè riportano troppi storpiamenti e falsità. Il paese è da venti anni in mano al potere religioso, ma è ora affiancato da un potere laico democraticamente eletto che si sta costruendo la propria autonomia a spallate, e con successo. Parlando della popolazione, ne hanno fin sopra i capelli dei mullah e non si fanno problemi a parlarne per strada: dopotutto in Iran non è poi così facile essere condannato a morte per reati di opinione, dati alla mano si rischia di più, chessò, ad essere neri negli USA >
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Giuseppe Casarrubea wrote:
< Caro Riccardo, leggo sempre con molto piacere le tue note su “tanto per abbaiare”; ma tu non abbai alla luna: canti e sogni un mondo diverso. Perciò ti scrivo, dal versante di una cultura solidale immaginando anch’io che uomini e cose possano avere storie nuove, prospettive senza vinti nè vincitori. Parlavo oggi di te con un amico che tra qualche mese lascerà il Nord per venire a vivere qui, nei paesi dove per cinquant’anni operò Danilo Dolci, l’intellettuale italiano più processato del secondo ‘900, morto nel ’97.
Ebbi la fortuna di conoscerlo per quarant’anni e credo di avere imparato da lui almeno due cose importanti. La prima: la comunicazione di massa non esiste; la seconda: non separare mai l’esercizio intellettuale dall’azione sociale.
Sai bene che non sono due questioni ovvie o marginali. Nel primo caso anche per la questione che sollevi sulla vicenda Espresso-Repubblica, nel secondo perchè questa azione è il terreno debole di tutta la sinistra. Uso il termine sinistra consapevole che molta memoria si è perduta e quella che rimane rimanda solo a qualche data congressuale, che, francamente, non credo che valga la pena ricordare. Mi preme invece constatare la deprivazione continua di senso delle cose che in questa sponda si fanno, come se queste non avessero più riferimenti cardinali, come se si fosse smarrita la bussola.
Prendi il caso della prima strage di Stato del ’47 (Portella della Ginestra, 1° maggio: 11 morti e 30 feriti). Ti pare poco che al segretario dalemiano dei Ds di Sicilia quella tragedia non interessi nulla? Ti pare poco che molti giovani della cosiddetta sinistra militante non sappiano dove si trova e che cosa possa evocare quel luogo?Quando andavo a trovare Danilo, nel suo studio di largo Scalia a Partinico, nei primi anni sessanta, leggevo dietro la sua scrivania dei titoli di dazebao che egli stesso affiggeva periodicamente bene in vista in alto sulla sua testa: “Chi ha ucciso Leonardo Renda?”, “Che successe nel baglio dei Parrini?”. Nessuno poteva dare una risposta, tanto più che le domande erano assolutamente specifiche. Allora ero poco più che un ragazzo e quelle domande mi incuriosivano molto perchè mio padre, dirigente sindacale comunista, era stato ucciso dopo i fatti di Portella negli assalti contro le sedi della sinistra avvenuti il 22 giugno ’47.
Ritenevo straordinaria la figura di un uomo, venuto da una cultura mitteleuropea, che si interrogava sui morti, quando persino nelle sedi dei partiti che più si sarebbero dovuti interrogare, quelle domande erano tabù. Perciò queste diventarono un mio chiodo fisso e, sapendo che Danilo non dava riposte, cominciai da allora a tentare di darne qualcuna per conto mio.Così, in vista del 50mo delle stragi del ’47, accelerai i miei lavori e mandai i risultati della mia ricerca a Franco della Peruta, direttore della collana di storia contemporanea dell’editore milanese Franco Angeli. Così per i suoi tipi uscì allora il mio libro “Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato”. Costo: una querela per diffamazione da parte di un generale dei CC. della benemerita Arma. Il 31 gennaio ci sarà l’udienza (ex pretura di Partinico). E che Dio me la mandi buona.
Che voglio dirti? Anche le nostre storie sono a noi stessi sconosciute e frammentate e nell’imperversare di un processo di costruzione dell’Indistinto rischiamo tutti di passare per fanatici battisti, come ai tempi di Giovanni, di biblica memoria. Con una variazione: siamo testimoni di verità perdute. >
* * *
Caro Giuseppe,
ti ringrazio di avermi scritto. Ti prego di perdonarmi se ti rispondo così in fretta, ma davvero non sto bene. Non sono verità perdute: piuttosto addormentate, ma addormentate come la principessas della fiaba, in attesa di un bacio che le risvegli e le ridia a tutti. Giro moltissimo per l’Italia, di questi tempi, e credo che abbiamo ormai superato largamente il punto peggiore. C’è molta sinistra in giro, soprattutto fra i ragazzi. Non si concretizza e non si vede 1) perchè manca del tutto una sinistra politica 2) perchè l’ignoranza (in senso tecnico) oggi è tale che ogni passaggio da un gradino all’altro è faticosissimo e lento (ma proprio per questo ancor più commovente). Ma io ho fiducia in loro; fiducia razionale.
C’è un personaggio interessantissimo, nella letteratura del primo ottocento, ed è l’ufficiale di Napoleone (Balzac, ma anche il feuilletton: Dumas, per esempio). Un signore sulla cinquantina, ingrigito ma dritto, che se ne va in giro con la sua povertà militare, vecchie decorazioni sovversive all’occhiello, un bastone da passeggio che porta come una spada, l’occhio vivace, il sarcasmo. Egli non sa quasi più nulla di politica, ormai. Sa soltanto che allora il popolo vinceva, che i borboni sono dei tipi grassi tutti venduti agl’inglesi e non c’è pace possibile con loro; ama appassionatamente il suo paese. Ogni tanto s’incrocia coi Courfeyrac, coi Marius, coi compagni nuovi. Non sa nulla di socialismo, e come potrebbe saperne?, ma trova istintivamente in quei giovani qualcosa di ben conosciuto: e, da lontano, sorride. Egli non sa, o forse intuisce, che il suo ruolo politico in senso stretto è finito; sente invece benissimo, con tutta l’anima, un dovere: che è quello di testimoniare, a quelli che ora crescono, la dignità. E in questo pensiero s’allontana, bofonchiando contro i realisti e mugolando fra sè vecchie marsigliesi.
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Rufino <ruph@palatina.el> wrote:
< Nell’acqua lieve lei si bagnava
stendendo i piedini dorati
spruzzandosi i seni abbronzati
muovendo armoniosa il culetto.
Nell’acqua si intravvedeva
il fiore che la bella nasconde
non bastan gli spruzzi e le onde
a togliere agli occhi il diletto. >
* * *
Philodemos <phil@palatina.el> wrote:
< “Ciao”. “Ciao”. “Dì, come ti chiami?”.
“Che importa?”. “Va bene. Ma… sei sola?”.
“Sono con chi mi prende”. “Vieni a casa?”.
“Se vuoi”. “Ma quanto prendi?”. “Ciò che vuoi”.
“Beh… vieni?”. “Certo. Subito, se vuoi”.
“Allora andiamo subito”. “E sì. Andiamo”. >