San Libero – 195

8 settembre 2003 n. 195

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Matti. Eh sì, ha ragione lui: bisogna essere proprio pazzi per mettersi a fare il giudice in questo paese. Dove gli avvocati di mafia diventano ministri e presidenti di commissioni, dove un governante su tre è un incappucciato della P2, dove i politici incriminati proclamano: “Resto al mio posto! Mi assolverà la Madonna!”, chi volete che si metta a fare un giudice, se non uno toccato nel cervello? Peccato che l’abbiano scoperto solo ora; se ci avessero pensato prima, a fargli l’esame psichiatrico agli aspiranti giudici, chissà quanti amici nostri sarebbero ancora vivi. “Avanti, tocca a lei! Lei, come si chiama?”. “Livatino Rosario”. “E perchè vuol fare il giudice? Sentiamo!”. “Per difendere i cittadini e affermar la giustizia!”. I tre commissari si guardano: “Va bene, avanti un altro!”. Due tizi afferrano Livatino e se lo portano dentro un’ambulanza. “E lei?”. “Borsellino Paolo!”. E così via.
Ma chi gliel’ha insegnato, al nostro valente cabarettista, che i personaggi scomodi sono matti e vanno – coerentemente – messi al sicuro in una stanza bianca? E’ un’idea troppo bella per essere sua. E infatti, è un’idea communista: mai sentito parlare di ospedali psichiatrici del Kgb? Il capo del Kgb, che ora è diventato anche presidente, è adesso – sono loro che lo dicono – il miglior amico del signor B. Nella Sardegna dei Vip, nella megavilla, i due grandi statisti – l’uomo del Kgb e l’uomo della P2 – discutono allegramente fra di loro: imbrogliare, nascondere, mettere dentro. Hanno le due più grandi mafie d’Europa, nei loro stati, e mai hanno fatto qualcosa contro di esse. I giornalisti liberi, quelli non ancora cacciati, e i giudici liberi, quelli non ancora fatti fuori, ogni tanto lo dicono: “Ma che rapporti aveva lei con questo Manganoff? Ma chi è questo Dellutriski?”. Ci sono tanti modi bellissimi di mettere al loro posto questi rompicoglioni stronzi, e i due se li raccontano ridendo. Quante belle cose hanno da insegnarsi a vicenda!
Al largo della villa, all’ancora, dondolano lo yacht del posteggiatore italiano e l’incrociatore blindato del guardialager russo. “Eh, chi l’avrebbe detto che ci sarebbe andata così! Ma ce n’è voluta!”. “Io una volta ho dovuto fare la Lewinsky col mio capologgia, un certo Gelli!”. “E io? Quella volta che il compagno Andropov mi ordinò di mettermi a quattro zampe?”. “Ma ne valeva la pena!”. “Eh sì, valeva la pena! Ora siamo tutti democratici! Viva la democrazia!”. E sghignazzano fragorosamente.
Lontano, lontanissimo, in qualche paesino del Baltico o del mar Nero, una donna ha appena ricevuto tutto ciò ch’è rimasto di suo marito: una fotografia sorridente con la scritta “Marina Russa”. Un altro marinaio andato giù con tutto il sommergibile perché da molto tempo i soldi per i pezzi di ricambio finiscono nelle tasche di nomenklatura e mafiosi. Ma qui, sulla Costa dei Vip, le onde lambiscono yacht e villa, garbate e carezzevoli come giornalisti.

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Il badante di Berlusconi, Gianfranco Fini, quando gli hanno messo davanti l’ultima uscita del suo assistito ha commentato: “Per favore, controllate subito che non sia uno scherzo”.
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Un gerarca di Forza Italia, l’Eccellenza Schifani, invece ha rimproverato severamente le sorelle di Falcone e Borsellino, “entrambe militanti a sinistra”, che si sono permesse di ricordare che c’erano i loro fratelli, fra i giudici che il suo presidente aveva appena insultato. “La signora Rita Borsellino – ha dichiarato stupefatto e indignato lo Schifani – è stata ospitata senza contraddittorio al Tg3”. “Senza contraddittorio”: evidentemente, per par condicio, assieme a lei bisognava intervistare anche Totò Riina.
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Pro bono pacis, per ora facciamo finta di non accorgercene. Ma molte dichiarazioni di Berlusconi, negli ultimi mesi, concretano dei reati previsti – oltraggio, istigazione a delinquere, alto tradimento – esprssamente previste dal codice penale. Uno dei terreni di discussione, nel prossimo governo di centrosinistra, dovrà essere quello della legittima punizione di questi reati pregressi, sia quelli imputabili a lui personalmente che quelli imputabili ad altri personaggi minori (per esempio il portavoce Bondi, che senza copertura istituzionale d’alcun genere ha pubblicamente espresso delle – previste dal codice – “minacce a un corpo dello stato”. In Argentina, ci sopno voluti vent’anni per arrivare a punire i reati dei politici un tempo dittatori. In Italia, mi auguro che ce ne vorranno di meno.
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Ci si accorge, rileggendo la Costituzione, che fra gli altri incarichi attuali di Ciampi c’è anche quello di “comandante in capo delle Forze Armate”. Questo, se le cose andranno nella direzione in cui purtroppo sembra che vogliano andare, col tempo potrebbe anche rilevarsi un particolare molto importante. (I servizi segreti invece sono passati sotto il diretto controllo, dai primissimi atti di questo governo, sotto il diretto comando di Berlusconi. Anche questo potrebbe rivelarsi, specie in caso di elezioni da gestire in condizioni strane e difficili, un particolare molto importante).

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Quanto a sè, lui non è né matto né impulsivo. Vuole semplicemente le elezioni anticipate, quelle di cui i nostri grandi leader (che se volessero le vincerebbero da circa un anno) hanno tanta paura. Ne ha paura anche lui, ovviamente: il fatto è che non è lui a decidere, ma i Dell’Utri e gli altri con cui ha avuto a che fare da giovane, all’inizio di tutto. Rinchiusi dentro l’armadio presidenziale si agitano, ringhiano e sbavano per uscire fuori. La serratura dell’armadio scricchiola sinistramente. Bisogna tenerli buoni, a qualunque costo.

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Operai. Proibito alla Fiat di Termini di commemorare Sabattini, leader storico della Fiom Cgil. Molto amato dagli operai, Sabattini era stato voluto l’anno scorso in Sicilia da Cofferati per guidare il sindacato: opposizioni nella Cgil siciliana l’avevano fatto dirottare al vertice regionale dei metalmeccanici, una soluzione che non gli è dispiaciuta perchè gli ha consentito di seguire molto da vicino la protesta degli operai di Termini. Qui, ora, gli operai hanno chiesto di fermare per dieci minuti la produzione per commemorarlo. “Ci hanno detto di no. In altre occasioni, come l’anniversario dell’11 settembre o la morte di Agnelli, ci hanno chiesto loro di fermarci”.

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Impero. Il dissidente sovietico Jesse Jackson, uno dei più noti esponenti del “disgelo” degli anni Ottanta, è stato tratto in arresto nel corso di una “marcia di protesta” all’interno dell’università di Yale nel Connecticut. Lo scrittore e uomo politico, da tempo un punto di riferimento per l’opposizione democratica in tutto il Paese, al momento dell’arresto si trovava alla testa di un corteo di circa millecinquecento simpatizzanti della “glasnost”. Tredici studenti, per la maggior parte aderenti al movimento per i diritti civili, sono stati arrestati nella stessa occasione.

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Persone. Nettuno (Roma). Un surfista romano di 26 anni ha evitato di annegare nel tratto antistante al litorale di Levante grazie al coraggioso intervento di un “assistente bagnino” di sedici anni, il giovane Valerio De Cesaris. Questi, visto l’uomo in difficoltà a causa del forte vento e del mare agitato, si è gettato in acqua e vincendo le forti correnti è riuscito a raggiungerlo a diverse centinaia di metri al largo. E’ stata allertata la Capitaneria di porto di Anzio, ma prima che arrivasse la motovedetta il ragazzo aveva già riportato il surfista sano e salvo a riva.

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mbna_pg wrote:
< Se le stronzate potessero volare, questa rubrica necessiterebbe di torre di controllo >

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Antonio Bianciardi wrote:
< In Toscana ancora cantano in ottava rima, casomai non più per strada o all’osteria, ma qualche poeta contadino (o professore) ce l’abbiamo ancora… Ad esempio, tutti gli anni la terza domenica di giugno, alla Comune di Bagnaia (Sovicille-Siena) si ritrovano alcuni poeti >

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Marco Tamanti wrote:
< Quando sento in televisione la parola road-map mi viene da cambiare canale. Perché ora la infilano ovunque? Non che abbia niente contro quella parola. Ma perché vogliono infilarcela in testa a tutti i costi? Per quanto riguarda “euri”, ho iniziato ad usarla per gioco, nel tentativo di storpiare leggermente la parola per far sorgere un sorriso. Tutto sommato ora mi e diventata familiare, quasi piacevole >

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deadpoet@tin.it wrote:
< Basta con questi “euri”- io non l’ho mai sentita usare, nemmeno alla fiera o alla pescheria. E’ vero che la grammatica è diritto consuetudinario e si fa nella strada, ma proprio perché euri è brutto e cacofonico la strada ha accantonato questa forma analogica. Secondo me ti ostini a utilizzare questa forma per vezzo >

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mariuccia wrote:
< Euri è proprio brutto, cacofonico come “I loghi”. Riguardo al mass “mi-dia”, problema non c’è: è possibile sia la pronuncia latina che amiamo, sia quella americana, che può piacerci meno, perchè se le radici sono nostre il neologismo è made in Usa. Nessuno scandalo nemmeno per naiki invece di naik, quando Nike è la brand e non la Vittoria greca del Louvre. A proposito, non era una Nike, le ali sono un malo assemblamento, un’invenzione di restauro “creativo”, pare rappresentasse invece la polena di una nave o chissà che altro, ma sicuramente senza ali. Però, noi tutti abbiamo bisogno di ali e di sogni e la Nike ci piace così >

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Al Faris wrote:
< declinare per numero una parola che di proprio termina in modo tanto simile a tante parole italiane, quindi perfettamente declinabile; e che in ogni caso all’estero declinano tranquillamente (euros) sia gl’inglesi che i francesi, e anche i greci usano declinare (eyros – eyroi). A parte il caso in discussione, un enorme carico di parole provenienti da altre lingue sono passate nel nostro vocabolario e oggi sono regolarmente declinate. Il divano del nostro arredamento, era in origine il diwan-Consiglio di Stato persiano, ma nessuno si offende a sentir dire “divani”. E la comunissima aspirina? Fu un medico tedesco (H.Dreser) che coniò questo nome nel 1899 e la Bayer l’anno dopo lo brevettò: quindi, quando la mia mamma mi curava l’influenza col latte caldo e le “aspirine”, commetteva un adulterio linguistico (Sarebbe molto più produttivo studiare se effettivamente l’aspirina sia in relazione con la sindrome di Reye (encefalopatia acuta) e magari trovare la terapia a questa sindrome, che fino a oggi è del tutto empirica) >

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Francesco wrote:
< Al festival del cinema di Venezia, nel 1966, il film “La battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo ricevette il leone d’oro. Film di denuncia dal carattere seccamente documentaristico con musiche, un pò melò, scritte dallo stesso Pontecorvo e da Ennio Morricone, venne usato nelle scuole di guerra francesi, aperte a tutti gli ufficiali dei vari regimi sud americani e statunitensi, per insegnare e spiegare il contesto in cui era opportuno sviluppare i principi – e quindi anche tecniche di tortura e scomparsa dei prigionieri – della “guerra controrivoluzionaria” >

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Serena wrote:
< Caro R., vivo in Svizzera. e leggendo questa: “Effetto Serra. Si restringe per il caldo la superficie della Svizzera… ” quasi ci credevo :))) Una cosa pero’ e’ vera: gli svizzeri si vantano del fatto che le più catastrofiche ipotesi per i prossimi cento anni sul surriscaldamento del pianeta saranno un vantaggio per la Svizzera: non più gelida, anzi quasi mediterranea. “Ci saranno finalmente palme e banane – non si stanca di ripetere un mio amico – nuoterai nei fiumi alpini e arriverai direttamente sull’oceano”. Mah. Un abbraccio >

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Francesco Faina wrote:
< Nel meeting di Cl s’è svolta una tavola rotonda sulla possibilità dell’Argentina di uscire dalla crisi, col ministro argentino Lavagna e il vicecancelliere italiano Baccini. Quest’ultimo, con una lungimiranza da volpe di qualsivoglia deserto, manifestava la sua preoccupazione circa l’avvicinamento delle posizioni Kirchner a quelle di Cuba e Venezuela. Il buon uomo forse dimenticava le conseguenze dell’applicazione pura e semplice dei principi del neoliberismo imposti dal Fni all’Argentina durante gli anni ’90, e come difficilmente un cittadino argentino possa pensare come salvifiche le soluzioni proposte sin qui. Ugualmente sconcerta l’assenza di informazioni sull’annullamento, in corso in Argentina, delle leggi di “Obediencia debida” e “Punto final” che hanno permesso impunità ai molti torturatori delle dittature passate >

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Massimo wrote:
< La mia memoria di ragazzino che seguiva il telegiornale, nel 1973, mi riporta le immagini di una vittoria delle sinistre in Cile, dei festeggiamenti. Poi continue notizie di disordini e scioperi, notizie frequenti e martellanti riportate dal tg. Fino ad arrivare poi a quell’immagine, forse una di quelle nella mia vita di spettatore di telegiornali che mi ha colpito più di tutte. Un ometto di mezz’età, con occhiali spessi, un aspetto esile, da persona vissuta sempre in mezzo a scartoffie, una vaga somiglianza con il nostro presidente Leone, giacca e cravatta da uomo della politica, lì, con un elmetto appoggiato goffamente in testa, un mitra in un mano, sul terrazzo della Moneda, ad aspettare l’ultimo assalto dell’esercito. Questa immagine ancora oggi mi emoziona, e certo non la dimenticherò mai.
Certo i tempi sono cambiati, qui non siamo in America Latina e i russi non ci sono più. Solo pensando a qualcuno che ancora parla di pericolo comunista e mostra nostalgia dei tempi della caccia alle streghe e delle discriminazioni, nel lavoro e negli impieghi pubblici, per coloro che avevano la tessera del pci (non tutti gli italiani hanno vissuto in Emilia Romagna), pensando a qualcuno che, nella sua rozza concezione del capitalismo, è rimasto a quei tempi lì e che in Sicilia comanda parecchio, viene naturale pensare a certe similitudini con le strategie destabilizzatrici del Cile di allora.
Solo l’omino con gli occhiali spessi come culi di bottiglia, che aspetta i fascisti con mitra ed elmetto, quello proprio non lo vedo >
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Nel settembre 2000 la Cia ha ammesso ufficialmente di aver partecipato alla preparazione del golpe che rovesciò nel 1973 il governo parlamentare di Salvador Allende. I servizi statunitensi hanno ammesso in particolare di avere organizzato l’agguato in cui fu ucciso, negli Stati Uniti, il generale Renè Schneider, che aveva dichiarato la propria intenzione di difendere il governo legale di Allende.

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Lorenzo said:
< Nessuno è meglio di nessuno >

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AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

Quel poco che rimase della vista attenta

< Quel poco che rimase della vista attenta
percepì un’ombra bianca
fra i due vagoni fermi
– una colomba in volo
per noi grigi viaggiatori.
Ho visto un ragazzino
con una faccia sconosciuta
il volto che il mio uomo amò tanto
Sottile tristezza di ragazzo, occhi
nocciola, il mondo ancora impacchettato
ed una lieve piega fra le labbra
la prima conoscenza del dolore.
Avrebbe dovuto essere così
anche lui, a quindici anni,
il lampo della vita teneramente
rinchiuso in un giubbotto. >

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“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)