22 dicembre 2003 n. 210
________________________________________
Menù: baccalà alla livornese. Ciampi nella parte del livornese e indovinate chi nella parte del baccalà.
________________________________________
E se dio vuole è finito il “semestre europeo”. Geograficamente, l’Europa c’è ancora. In questi sei mesi Pierino B. ha potuto fare tutto quel voleva perché a rimproverarlo si faceva mala figura con l’Europa (“Che diranno i vicini”). Finiti i sei mesi il maestro Ciampi ha ritirato fuori la bacchetta e alla prima marachella giù sculacciate, incurante degli strilli.
(Adesso in Europa al posto del signor B. c’è un irlandese. Mi auguro che sia un irlandese beone e non uno di quei rari irlandesi astemi e tristi: questo per non farci rimpiangere troppo il signor B. Sulle avventure del signor B. in Europa pare che ora metteranno in edicola una serie di cassette sugli episodi più spassosi: “Silvio cowboy”, “Silvio cosacco del Don”, “Silvio e il tedesco”, “Silvio fra i turchi”, “Silvio e lo sceicco”, “Mr Silvio va in America”. Mancano – peccato! – “Silvio alla corte della regina”, “Silvio aviatore” e “Silvio dal Dalai lama”, che non c’è stato il tempo di girare. Potevano lasciarcelo un altro mese, accidenti).
________________________________________
Politica. Non ho ancora capito qual è il nostro punto di vista sulle pensioni. Nemmeno sull’articolo 18, sui soldati in Iraq, sulla Rai, sull’inflazione e il resto. Naturalmente, siamo tutti nemicissimi di Berlusconi, che vuole abolire le pensioni, togliere l’articolo 18, tenere i soldati in Iraq, fare a pezzi la Rai. Ma questo significa che noi vogliamo ritirare i soldati, difendere le pensioni, mantenere l’articolo 18 ecc.? Uhm. Io penso che prima o poi (piuttosto prima che poi) il signor B. farà la fine non dico di Ceaucescu (per carità) ma quella di Michele Parretti o di Felice Riva, in qualche paese estero in cui avrà avuto la preveggenza di sistemare un po’ di denari.
Ci sarà un mese di tripudio e tutti saranno molto felici e s’intervisteranno a vicenda e danzeranno per le vie. Al trentunesimo giorno apparirà in tv un signore molto lindo e perbene e mi dirà più o meno: “Buongiorno signor O. Sono il nuovo presidente. Mi congratulo con lei per la valorosa resistenza opposta al tiranno Berlusconi. Purtroppo, prima di sparire dalla scena costui ha completamente dilapidato le casse dello stato, onde per cui siamo qui a chiederle di dare il suo contributo alla rinascita nazionale rinunciando responsabilmente alla sua pensione”.
“Compagno Lispi! – dirà contemporaneamente un altro signore lindo e perbene dal televisore del mio vicino – Viva la classe operaia e viva il sindacato! Purtroppo, a causa della dissennata politica economica del precedente governo, occorre rilanciare l’industria italiana nel mondo (primo piano sul gruppo degli industriali sullo sfondo, dignitosi ma laceri e con la faccia contrita) e pertanto bisognerà rassegnarsi sull’art.18, e anzi già che ci siamo anche sul 19, 20 e 21”. Poi arriverà il generale Managgialarocca che annuncerà “Italianiiii… fuggirete voi vilmente di fronte ai terroristi iraccheniiii? Non ho capitooo la rispostaaaaa…. Comunque, fianco destr, fianco sinistr, avanti, marsch!”.
Per dire che i problemi non finiranno con Berlusconi, e già le prime avvisaglie (ogni volta che un pezzo grosso del centrosinistra apre la bocca per dire qualcosa che non sia “abbasso Berlusconi”) si fanno sentire. Ma allora che facciamo, ci teniamo il signor B.? Oppure nè con l’uno nè con l’altro, “fate vobis” alla Ponzio Pilato? Non è una strategia molto intelligente: il governo attuale è molto divertente sul piano spettacolare ma ci sta costando un casino, un altr’anno di questa storia e finisce che si emigra tutti in Argentina o in Romania. Insomma bisogna scegliere: turiamoci il naso – diceva Montanelli – e votiamo Dc. Cioè, nella circostanza concreta, Prodi e Rutelli.
* * *
Però senza farsi illusioni, e senza dargliela vinta proprio tutta. Già ora in questo momento, la forza organizzativa (e elettorale) della sinistra risiede più nei cittadini incazzati e nei girotondi che non nei partiti ufficiali, sempre più loffi e sempre più imbranati. Per ora gli eredi di Craxi, i “socialisti”, stanno imponendo l’ukase (terrorizzati dalle manette) “Non vogliamo Di Pietro!”. E nessuno, nella sinistra, gli ride in faccia nè gli risponde a tono. Per dire in che mani siamo.
Ma è sicuro che dobbiamo accettare proprio tutto? Non c’è proprio niente che possiamo imporre a questa gente? Io penserei che, se non possiamo sceglierci tutto il governo, possiamo almeno scegliercene una parte. Possiamo dire: Benissimo, ingoiamo Prodi e Fassino. Però ci vogliamo dentro, chessò, Gino Strada e Rita Montalcini. Scegliere due o tre nomi, che siano un po’ il simbolo del movimento, e imporli agli apparati: almeno questo. E’ una cosa possibile, o tutto il nostro ruolo consiste nel gridare viva e abbasso nelle piazze? Chissà se provassimo a contarci, su una faccenda come questa.
* * *
La società civile, dieci anni fa, aveva cominciato a incamminarsi per questa strada. Lo fece poco, lo fece male, lo fece rozzamente e soprattutto si affidò alle persone sbagliate: che, annusato il Palazzo, lo gradirono e ci entrarono dentro e non ne uscirono più. Ma la strada era buona. In prima fila c’erano quelli che allora si chiamavano i militanti e il movimento antimafioso. La mafia è un potere totale, molto pervasivo, molto “padronale”: non è quattro killer, è una classe dirigente che ha il potere economico e in più è armata. E quindi l’antimafia, quand’è conseguente, diventa l’alternativa fisiologica al potere bruto. Per questo eravamo vincenti allora e per questo abbiamo tradito o ci siamo dissolti appena abbiamo preteso di diventare antimafiosi di corte con tutti i privilegi del potere.
* * *
Per me, che di quella generazione ho fatto parte, ci sono delle giornate simboliche – come il primo maggio o il venticinque aprile – che in qualche modo riassumono tutto questo. Una di esse è molto vicina, ed è il cinque gennaio, il giorno in cui gli imprenditori mafiosi fecero ammazzare il capo dell’opposizione antimafiosa in una città siciliana, che era Catania, in cui vivevo allora; e sono passati vent’anni. Vent’anni, ma brucia ancora; brucia, e fa luce.
Io credo che queste scadenze vadano riprese, non con celebrazioni ufficiali e importanti relatori, ma con serietà e concretezza, col fare delle cose fra eguali e insieme. Trovarsi insieme, parlarsi, criticarsi, proporre, scoprire quant’è bello e difficile essere non-inquadrati, essere diversi. E’ una faccenda antichissima, eppure ringiovanisce ogni momento, e rende antichi e giovani coloro che hanno l’umiltà e la forza di affidarsi ad essa senza inseguire sogni di palazzo e di status e dunque, poveramente, di potere. Si chiama forza del popolo, democrazia.
________________________________________
Economia 1. Secondo l’Istat, è aumentata notevolmente la percentuale di italiani che considerano precarie le condizioni economiche del proprio nucleo familiare. Tre quarti delle famiglie dichiarano di non essere più in grado di risparmiare.
________________________________________
Economia 2. Secondo l’Eurispes, le principali organizzazioni mafiose presenti in Italia hanno ottenuto negli ultimi quattro anni ricavi per circa 43 miliardi di euri. Di essi, circa 26 provengono dai traffici di droga. Se queste cifre sono esatte, Cosa Nostra continua ad essere la maggiore azienza italiana.
________________________________________
Economia 3. Secondo il presidente della Banca mondiale Wolfensohn, le risorse economiche dedicate nei paesi industrializzati allo sviluppo sono circa un quindicesimo di quelle dedicate a spese militari (cinquantasei contro ottocento miliardi di dollari l’anno). Se queste cifre sono esatte, la guerra continua ad essere la principale base economica del pianeta.
________________________________________
Economia 4. Secondo Grover Norquist – il più brillante analista della nuova destra americana – più della metà dei cittadini statunitensi appartiene ormai, in maniera più o meno marcata, alla nuova “investor class” che vive prevalentemente di investimenti in borsa. Secondo Norquist, il progetto politico del partito repubblicano (e del democratico, se vorrà sopravvivere) dovrà consistere nell’unificazione di questo nuovo ceto con la tradizionale top class di milionari (in dollari) che conta quasi quattro milioni di cittadini Usa. I democratici rispondono che “la “investor class” è tutt’altro che monolitica, e che la maggioranza dei piccoli investimenti si riversano ancora sui tradizionali fondi pensione senza un’attiva partecipazione ai giochi di borsa.
________________________________________
Economia 5. Fra il 1970 e il 2000 il salario medio dei lavoratori dipendenti americani è aumentato di circa il dieci per cento. Nello stesso periodo la retribuzione dei top manager è aumentata di circa ventotto volte volte. Il divario fra gli stipendi più bassi e quelli più alti, che nel 1970 era di uno a trentanove, nel 2000 era superiore a uno a mille. L’un per cento “più ricco” guadagna il sedici per cento del reddito nazionale, esattamente quanto il quaranta per cento “più povero” del Paese. Queste cifre corrispondono più o meno a quelle dell’anno finanziario 1913. E’ una struttura sociale completamente diversa da quella (basata su una middle class protetta e garantita) che siamo abituati a conoscere come “americana”. Quest’ultima è durata dagli anni Trenta (Roosevelt, keynesismo su vasta scala) agli anni Ottanta (Reagan, deregulation di massa).
________________________________________
Adozioni. Centosessantaquattro bambini stranieri adottati da famiglie italiane sono stati restituiti, nel corso degli ultimi anni, ai Paesi di provenienza. Un terzo di essi sono tornati alle famiglie di origine. Degli altri non si hanno in genere più notizie.
________________________________________
“Fatti processare, buffooone, farai la fine di Ceausescu!”.
“Prendete le generalità di quell’uomo! Identificatelo!”.
* * *
“Io mi ero iscritto come tutti gli altri, per campare: però ogni sera ascoltavo Radio Santoro!”.
“Non rivanghiamo il passato, siamo tutti italiani”.
“Io ubbidivo agli ordini”.
“Si stava meglio quando si stava peggio”.
________________________________________
Cronaca. A Roma, all’Ostiense, degli operai scavando hanno trovato il corpicino di una bambina appena nata, in una cassettina di legno. C’era dentro un suo povero giocattolino, oltre alla bimba; una croce di legno, sepolta sotto la terra, era stata nascosta vicino per benedire il luogo.
Ostiense, in Roma antica, era il luogo dove vivevano più schiavi: il porto era vicino e i ricchi, la notte, erano infastiditi dal fracasso dei carri e dai vagiti dei neonati abbandonati da chi non li poteva tenere. Morivano come uccellini, i bimbi degli schiavi, in *quella* Roma. A volte, ma non sempre, venivano sepolti come i liberi, ma di nascosto, in un piccolissimo angolo di terra. A volte, un poeta si fermava – ma un poeta minore, di quelli che campavano di epigrammi d’occasione – davanti a uno di questi angoli clandestini. “Sii leggera – scriveva – per questa bimba, terra: è stata così leggera lei per te!”.
________________________________________
Cronaca. Verrà conferita la cittadinanza romana a Natale Morea, l’anziano barbone che la settimana scorsa ha salvato un gruppo di ragazze dall’aggressione di alcuni malintenzionati. Il comune gli darà una casa, i parenti sono andati a trovarlo, le autorità lodano il suo coraggio. A Trieste, nel frattempo, due barboni che dormivano per la strada – un ex legionario sessantenne e la sua compagna – sono stati sfigurati con una bottiglia di acido muriatico da un uomo che si è poi dileguato. Il barbone romano è ricoverato in gravi condizioni al reparto rianimazione dell’ospedale Cto di Roma. I due barboni triestini al reparto di chirurgia plastica dell’ospedale di Trieste. Tutti gli altri, ancora per la strada.
________________________________________
Mario Setta wrote:
< Fortunatamente ho appreso poco che che il presidente Ciampi non ha firmato la legge Gasparri. Mi sento sollevato. Ho curato con altri docenti il volume dal quale viene riportato il brano che allego (del filosofo Calogero, ndr). Ciampi ha ritenuto che nel libro vi siano le idee alle quali si ispira anche oggi. Ero quindi fiducioso, anche se con tremenda apprensione. Saluti e buon lavoro >
* * *
Io non speravo che Ciampi avrebbe resistito. Mi sono sbagliato, e Lei ha avuto ragione. Le auguro di aver sempre ragione così.
________________________________________
c_carmelo@yahoo.it wrote:
< Il governo americano mi nausea ma rispetto il popolo americano che non può essere identificato con l’operato del suo governo. Non assecondare, includendo le sue parole nella “catena”, chi ti scrive che gli americani sono stronzi >
* * *
Caro Carmelo, le cose fra virgolette (Tizio wrote ecc.) sono opinioni dei lettori, spesso molto diverse dalle mie. Debbo pubblicarle anche e soprattutto quando non mi piacciono. Per il resto, hai perfettamente ragione
________________________________________
Bruno wrote:
< Caro O, la settimana scorsa mi è arrivata la “catana” di San Libero. Non credo che sia un refuso: ci vorrebbe giusto una katana (sciabola giapponese) per separare il vero dal falso di questi tempi >
________________________________________
alessandro wrote:
< Stimolato dal continuo bombardamento di signorine in stringatissimi tanga, mi sono chiesto che ricarico abbiano per permettersi tale scialo pubblicitario. Un tanga di mia moglie da 12 euro pesa 16 grammi. Fa 750 euro al chilo. Il cotone è quotato attorno al mezzo dollaro per libbra, che equivale a circa 90 eurocentesimi al chilo. Quindi, dalla borsa di Londra al sedere di una consumatrice, il purissimo cotone aumenta di 830 volte circa di prezzo >
________________________________________
linarena wrote:
< I suoi latrati sono solo stanche ripetizioni di ciò che la sinistra ha diffuso nelle scuole e sui giornali. In fondo, Lei opera alla stessa maniera della Guzzanti. Fa solo sorridere e commentare sottovoce: banalità da sacrestia. Il commento su D’Alema o Berlusconi può far solo sorridere le massaie di Berlusconi. Piuttosto, credo sia giunto il momento di organizzare una vera e propria campagna di contestazione giudiziaria del canone Rai. Non possiamo far divertire questi marpioni a spese del popolo italiano o della massaie che comprano pannolini e latte in polvere.La Rai dev’essere privatizzata ed il canone abolito. Cordialità >
________________________________________
salvatore wrote:
< Caro R., ti seguo da molto tempo, dal primo numero dei “Siciliani” e in seguito su “Avvenimenti” poi ti ho perso di vista (come altri della scuola Fava). Credo che ciò sia dovuto al fatto che per te e quelli come te è molto difficile essere presenti in un panorama editoriale come quello italiano dove ormai scrivere di mafia e del suo strapotere (nei palazzi) è assolutamente fuori moda oltre che inopportuno, con buona pace di coloro che mangiano terra da molti anni.
Cosa vuoi che possa pensare oggi un Libero Grassi che in compagnia dei mafiosi non avrebbe neppure condiviso un caffè, davanti alla oscena difesa d’ufficio di Del Noce, direttore di raiuno, nei confronti di Tony Renis amico conclamato di Gambino e Spatola, dato che “anche Frank Sinatra era amico dei mafiosi… e allora?” Già, e allora?… Sanremo “cc’attocca”, come si suol dire da noi. Anche questi sono segnali importanti lanciati alla mafia.
Nel mio piccolo cerco di combattere anch’io perché valga la pena anche per me vivere anche se da molti anni coltivo l’idea di prendere i bambini e andarmene via lontano dalla Sicilia e dai siciliani (ora capisco Cazzola) inerti davanti anche all’assassinio della studentessa annegata nella pioggia nella città “capitale del Mediterraneo”.
Reagisco con la satira, faccio vignette da sempre e da quando sono in rete in particolar modo, perché penso o mi illudo che possa essere un buon viatico per lanciare un messaggio in bottiglia alla deriva, sperando che prima o poi alcuni possano raccoglierlo. O forse come dici tu, tanto per abbaiare. Un caro saluto. sasa >
________________________________________
kensan@libero.it wrote:
< Bene, mi sono accorto che da più di un mese non guardo la TV nè leggo i giornali. A dire la verità sto meglio così, me lo hanno consigliato molte persone ma non riuscivo a staccarmi dalla scatolona. Adesso ho un problema, come mantenermi informato? E poi avere delle notizie selezionate nel modo che intendo io, come posso fare? Era un problema latente che ho scoperto di avere risolto oggi. La soluzione è avere sottomano una persona che ha buone qualità umane, fargli scrivere un testo che riporti le notizie più importanti e aspettare che te le invii a casa. Semplice >
________________________________________
AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:
22 dicembre 1988
< Angusta la casa
non trova spazio nemmeno
in una poesia di natale
Viene una ragazza
ogni tanto
con le briciole del suo amore
e si sforza di inzupparle
non sa se ha ancora un cuore
Vedi dove finisce la poesia
e dove finisce la speranza
sgretoli l’ultimo sorriso
contro un muro freddo
Il the non l’hai mai saputo fare
e la tua pipa è parecchio fumosa
In quella casa piccola
piccola come il mondo
ogni tanto viene una ragazza
stanotte ha cercato
tra mille parole
la più bella per dirti
ti amo
Neanche il sole è stato al suo patto
è arrivata con nubi la nuova giornata
Ma che c’entra, che importa
la ragazza cerca ancora
tra mille parole
la più bella per dirti
ti amo >
________________________________________
“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)