San Libero – 223

23 marzo 2004 n. 223

________________________________________

Ma Aznar era iscritto ad Al Quaeda? Naturalmente no: fra l’altro è troppo buon cattolico per farlo. Mettiamo però, per ipotesi impossibile e del tutto surreale, che lo fosse. Chessò, per qualche miliardo di dollari di qualche banca saudita; oppure semplicemente per conversione. Bene, a questo punto che cosa potrebbe chiedere Al Quaeda a un capo di governo occidentale? Imbottirsi di tritolo e fare il kamikaze? Ma di quelli ne hanno già abbastanza. Andare in tivvù a predicare il califfato di Cordova e la sharia? Ma no: si sputtanerebbe subito; e del resto ho i miei dubbi che Al Quaeda s’interessi davvero ai califfati. Tutto ciò che a un Aznar verrebbe chiesto sarebbe di fare gran dichiarazioni contro il terrorismo, di mandare magari qualche soldato a far da bersaglio da qualche parte – e però di stare in campana, di segnalare subito appena qualche indagine minacci di farsi pericolosa e in questo caso, forte della sua autorità di uomo di governo, creare delle false piste e dichiarare a gran voce che l’attentato non è di Al Quaeda ma di qualcun altro.
Aznar, come abbiamo detto, non è un agente di Al Quaeda. Ma ha fatto esattamente ciò che avrebbe dovuto fare se lo fosse stato. L’ha fatto gratis, nel senso che non è stato pagato; l’ha fatto per fazione politica, per ambizione, per strategia elettorale o per quel che volete. Rimane che l’ha fatto, e che – oggettivamente – ha commesso favoreggiamento nei confronti di Al Quaeda. In guerra, per cose del genere, si fucila. La Spagna non fucila più, grazie a Dio, e tutto s’è risolto democraticamente. Ma nessun paese civile avrebbe potuto mantenere al governo un momento di più un uomo che, magari “in buona fede”, favorisca per fini politici il nemico.
In Italia, una faccenda così sarebbe durata a lungo. Con sei televisioni di proprietà del governo, non è difficile persuadere la gente dell’ammissibilità di qualunque favoreggiamento, di Al Quaeda o di Cosa Nostra che sia. Ma in Ispagna la stampa è libera. E i cittadini spagnuoli, da poco democratici, sentono ancora molto la dignità della democrazia (da noi, uno come Galante Garrone viene seppellito senza che il governo mandi una bandiera. Da loro, il parlamento compatto vota, destra e sinistra senza distinzioni, per onorare i superstiti delle vecchie Brigate Internazionali). “Hanno votato per paura”. Ridicolo: di tutto si può accusare uno spagnuolo, meno che di essere vigliacco. La Spagna non è un paese in cui il re scappa lasciando la capitale in mano ai tedeschi. E nemmeno un paese in cui il capo del governo cerca le scuse per non andare a visitare i soldati al fronte perché, fisicamente, ha paura.
Infine, bisogna dirlo, Aznar ha avuto sfortuna. Tradire la volontà popolare, facendo esattamente l’opposto di ciò che essa vuole, da un po’ non solo è ammesso ma è anche portato a esempio di carattere forte. In Spagna, in Italia, in Inghilterra i governi hanno mandato truppe contro la dichiarata e esplicita volontà dei cittadini, espressa nei sondaggi e sbeffeggiata da tutti. I media hanno esaltato la “capacità di comando” di questi leader, il loro virile infischiarsene della gente. Bene, Aznar ha avuto la disgrazia di farsi beccare proprio il giorno prima delle elezioni, l’unico giorno ogni millecinquecento in cui i cittadini possono dire la loro senza che tv e governi gli ridano in faccia. Quello che i cittadini volevano era semplicemente “combattere quei bastardi di terroristi e fargliela pagare”. Aznar non era d’accordo ed è stato cacciato. Che c’è di strano?
* * *
Adesso, due anni e mezzo dopo l’undici settembre e prima delle altre cose terribili che sicuramente si stanno preparando, è tempo di cominciare finalmente – il che finora non s’è fatto – a combattere il terrorismo. Il terrorismo nasce in Arabia Saudita e in Pakistan: ma entrambi questi paesi – dittature ferocissime – sono “alleati dell’Occidente” e nessuno li tocca. Il terrorismo ha utilizzato freddamente le invasioni di Afganistan (colpa dei sovietici) e Iraq (colpa degli americani) per reclutare e addestrare le sue due generazioni, a distanza di vent’anni, di quadri combattenti: ma l’occupazione dell’Iraq, che interessa solo le aziende della “ricostruzione”, viene fatta passare per una vittoria occidentale.
Il terrorismo ha un punto intrinsecamente vulnerabile, che è il suo finanziamento: ma esso non viene colpito perché per indagare sul denaro terrorista bisognerebbe abolire il segreto bancario, e mettere allo scoperto così anche il denaro “democratico” o semplicemente ladrone (non indaghiamo sui conti dei Bin Laden perché altrimenti saremmo obbligati a indagare anche sui conti dei Tanzi). Il terrorismo, infine, è spesso aiutato dalla scarsa professionalità o corruzione di chi tecnicamente dovrebbe fargli fronte: la Cia e i servizi americani, dopo decenni passati a reprimere i contadini del Salvador o i poveracci del Brasile, non sono stati capaci di contrastare nemmeno lontanamente la plateale preparazione dell’undici settembre.
Ora il tempo precipita, perché l’attentato di Madrid è un segnale preciso. Le “armi di distruzioni di massa” non le aveva Saddam, ma prima o poi le avrà qualcun altro. Bisogna che la lotta al terrorismo diventi una priorità assoluta, prima degli imbrogli di Aznar o delle ambizioni di Blair o delle aziende dei Bush o degli affari di Berlusconi. E’ facile, o era facile fino a ieri, far finta di far lotta al terrorismo sulla pelle dei soldati di Nassirya. Ma, oltre che moralmente ripugnante, è ormai complicità oggettiva con Al Quaeda.
* * *
Ci sono segnali spiacevoli, in giro per il nostro paese. C’è gente che a suo tempo ha fatto l’elogio di Mussolini e che adesso dichiara – scherzando – che non gli dispiacerebbe essere un dittatore e – seriamente – che vuol cambiare la procedura parlamentare perché gli fa perdere troppo tempo. Ha già detto una volta che un’elezione (quella che l’ha mandato a casa la prima volta) era truccata e senza valore. Non vorrei che la stessa brillante idea gli venisse, con meno timidezza e più incattivimento, una seconda volta. Lui se ne sarebbe andato tranquillamente, al posto di Aznar? O avrebbe dichiarato che il voto era truccato (o “da paura”) e si sarebbe barricato dentro? L’articolo ottantasette dice (di quella cosa “bolscevica”, come lui ha detto una volta, che è la Costituzione) che: il Presidente della Repubblica “ha il comando delle Forze armate”. Di chi è il comando delle Forze Armate, di chi e di nessun altro? Del Presidente. Di nuovo: chi può dare ordini ai militari? Solo Ciampi. Ripeta con me, capitano: chi è il comandante? Ciampi. A lei, colonnello: chi comanda? Ciampi. Mi scusi, generale: lei, da chi prende ordini? Da Ciampi. Va bene. Per oggi basta così. Ma per un po’, questa materia, sarà bene ripassarla spesso.

________________________________________

Promemoria. Piazza Fontana, 1969. Brescia, 1974. Milano, 1974. Italicus, 1974. Ustica, 1980. Bologna, 1980. Rapido 904, 1984. Firenze, 1993. Milano, 1933. Roma, 1933. Più Falcone e Borsellino, più la Falange Armata, più Via Fani. Tutti questi attentati terroristici, in cui complessivamente sono morti almeno tanti cittadini innocenti quanti a Madrid, hanno due cose in comune: a) sono accaduti in Italia; b) quando ancora non c’era Bin Laden.

________________________________________

In ogni corteo, perché sia completo, dev’esserci per regolamento: a) un politico viscido che cerca di intrufolarcisi dentro; b) un compagno imbecille che virilmente lo minaccia in nome della Giusta Linea. E poi qualche milione di gente normale che dei due coglionazzi manco se ne accorge.

________________________________________

Culo. Nella notte fra il 17 e il 18 marzo (23:08 ora italiana) il pianeta che voi e io abbiamo l’onore di abitare è stato sfiorato da un asteroide (Nasa Class. 2004 FH) di circa trenta metri. La distanza di sfioramento è stata di soli 43mila chilometri, poco più di tre volte il diametro terrestre. Va bene: possiamo ricominciare a litigare.

________________________________________

La campanella. La ricreazione è finita: le ragazzine italiane torneranno a studiare cucito e ricamo come si addice a delle fanciulle perbene. Avranno meno bisogno di uscire di casa, e perciò lo studio dell’inglese (che serve solo ai call-center) sarà drasticamente ridotto. E Religione, e Morale, e Economia Domestica e Calligrafia? Quelle, probabilmente, seguiranno. Insieme ai grembiuli neri, ai collettoni bianchi inamidati, alla domenica in chiesa e – forse – alla mezz’ora di struscio domenica dopo la messa. Più fortunati i ragazzi: a loro hanno levato solo Darwin e un po’ di scienze (c’è già la bibbia) e gli antichi romani. Di questi ultimi non mi riesco proprio a capacitare. Che diavolo hanno fatto a Berlusconi, da toglierli dai programmi di scuola? Spartaco? Catilina? La plebe sindacalista, con quei communisti dei Gracchi?

________________________________________

Giornalismo. Di Pietro abbandona incazzato il programma di Socci.”Mi sono chiesto cosa ci facevo lì, visto che non mi si consentiva di parlare”. E poi: “Il problema è anche la professionalità dei conduttori. A Santoro gli si potevano rimproverare molte cose, ma la sua bravura e intelligenza non è paragonabile”. Ogni tanto i politici (d’opposizione) si accorgono che se ci fossero ancora dei giornalisti sarebbe una bella cosa.

________________________________________

New tecnology. Anche questa primavera sono diminuite le rondini, che fanno fra le altre cose più fatica a migrare: ne sono arrivate meno dell’altr’anno e l’anno venturo ne arriveranno meno ancora. (Questo, veramente, con le nuove tecnologie non c’entra niente. C’entra invece con la nostra capacità di godercele davvero. Le tecnologie, e tutto il resto).

________________________________________

Inghilterra. Ai tempi dei Celti, in Britannia veniva ancora praticato il cannibalismo: l’hanno scoperto gli archeologi dell’Università di Bristol, secondo cui le ossa di alcuni uomini all’epoca seppelliti nel Gloucestershire presenterebbero tracce riconducibili ad esso. Un interrogativo inquietante su Stonehenge e compagnia celtica (da qualche anno in qua rivalutata). Ed anche, alla luce della Proposta di Swift e dell’attuale crisi dell’industria alimentare, una possibile alternativa per il futuro.

________________________________________

Impero. Secondo uno studio dell’Università di Roma, ci sarebbe una causa fisica dietro la “sindrome da panico” che prende sempre più piede fra le popolazioni urbane dei paesi industrializzati. La sindrome, che colpisce il due-tre per cento della popolazione, sarebbe direttamente correlata all’eccesso di anidride carbonica carbonica nei centri urbani. Il tasso di anidride, che si è mediamente quadruplicato nel giro di dieci anni, sarebbe dunque responsabile non solo delle classiche patologie polmonari e/o tumorali ma anche di disturbi di massa più propriamente neurologici.
Per (arbitraria) associazione d’idee, il pensiero va alla teoria di alcuni storici, di una ventina di anni fa, secondo cui la causa principale della fine dell’impero romano sarebbe stato l’avvelenamento da piombo diffuso dalle tubature idriche. La città, insomma, all’apice del suo sviluppo può diventare una macchina per avvelenare i cittadini.

________________________________________

Cronaca. Roma. Interrotte le lezioni di Scienze delle Comunicazioni: gli addetti non sono riusciti a comunicarsi tempestivamente un cambiamento d’aula deciso in mattinata.

________________________________________

Cronaca. Non ho il nome del vigile del fuoco che la settimana scorsa, a Vibo Valentia, ha salvato una famiglia da un incendio con una scala improvvisata (era fuori servizio). Se qualche lettore calabrese me lo facesse avere gliene sarei grato.

________________________________________

Spot. In edicola “Antimafia Duemila n. 38”. In questo numero: Cuffaro: un incontro con Michele Aiello?/ Il nome eccellente con cui era in contatto Riina/ Lo Ior e il riciclaggio/ Duro colpo alla ‘Ndrangheta, catturati i superboss/ Lo svuotamento del 41 bis/ Caso Calvi,

________________________________________

Spot. In edicola “Viaggio in Cecenia” di Carlo Gubitosa. Un giornalista racconta la sua esperienza a Grozny e nei campi profughi del Caucaso, svelando i segreti inconfessabili che si nascondono dietro la “lotta al terrorismo” di Putin.
Info: 3492258342 – c.gubitosa@peacelink.it

________________________________________

Memoria. Marzo 44. Gli operai della Fiat e delle altre principali fabbriche del nord accolgono a fischi e urla i fascisti venuti a “riportare la disciplina”. Arrivano – chiamati dai fascisti – i nazisti coi mitra, ma anche loro sono respinti dagli operai che, in diverse fabbriche, si sono già asserrragliati dentro. Al grido di “pane-pace-libertà” lo sciopero, preparato accuratamente dai sindacalisti clandestini, dura per parecchi giorni ed è la cosa più bella mai avvenuta sotto una bandiera rossa. Quella sulla ciminiera di Fiat-Stura era piccola e stenta ma rimase a illuminare la città per parecchi giorni. In Fiat, all’Ansaldo, in Marelli, alla Falck, a Genova, in decine di città produttive e industriali del nord, furono gli operai – non gli imprenditori, da tempo rassegnati – a salvare pochi mesi dopo le macchine, i capannoni industriali e gli impianti che i tedeschi volevano far saltare prima d’andarsene lasciando dietro di sè – come ordinava Hitler – una maceria. Non ci sarebbe stata rinascita industriale del dopoguerra, nè “miracolo economico” quindici anni dopo, e nemmeno anni ottanta e novanta e telefonini ora, se in quel momento davanti a ogni camion di tedeschi che arrivava non si fosse schierata subito una squadra di tute blu, armata di qualche fucile ma con volti durissimi, operai e italiani. E nella mattina nebbiosa si sentono le urla dei caporali che urlano “Rauss! Indietro!”, i motori che si riaccendono e i camion che si riavviano disperati e rabbiosi verso nord. La nebbia cade e ritorna e di nuovo si scioglie e s’infittisce ancora. E passano fulmineamente sessant’anni e il popolo delle fabbriche, trasformato ma simile, è ancora lì.

________________________________________

Paolo wrote, due anni fa:
< 15 febbraio. Non era mai successo prima che milioni di persone manifestassero per lo stesso motivo, e che questo avvenisse contemporaneamente in centinaia di città in tutto il mondo. Uno dei più grandi (e begli) esempi di globalizzazione. Una diffusione paragonabile solo alla diretta TV della finale dei mondiali di calcio. Facciamo dunque sì che questa data sia ricordata. Certo vorremmo che fosse ricordata per il suo effetto – magari avessimo scongiurato la guerra – ma in parte questo effetto è ancora da vedere, e dipende molto da come e quanto del 15 febbraio si parlerà in futuro. Dipenderà da quanto quel momento sarà un punto di riferimento per tutto il movimento pacifista. “Dopo il 15 febbraio nulla è più come prima” >
* * *
E adesso il venti marzo. Il day before della primavera.

________________________________________

alessandro.paganini@cheapnet.it wrore:
< Leggo che il maresciallo dei carabinieri Ernesto Pallotta ha dichiarato: “In Iraq c’è la guerra”. Per questa frase il ministero della “difesa” punisce il militare con la consegna di rigore. Leggo anche della recente applicazione del codice penale militare di guerra. Sublime: il ministero applica il codice di guerra e CONTEMPORANEAMENTE sanziona chi dice che c’è la guerra >

________________________________________

mauro wrote:
< “Istituito un numero per segnalare i casi di bambini costretti a mendicare…”. Giusto. Ma mi lascia perplesso l’accanimento contro famiglie povere che usano i loro bambini. Un signore rumeno sul tram n.8 a viale Trastevere raccoglieva soldi facendo sunonare un bambino di 7-8 anni. Il bambino suonava effettivamente bene: perchè suo padre aveva deciso di usare almeno un po’ dei soldi guadagnati per far prendere al bambino lezioni di violino… Una signora chiedeva l’elemosina portandosi un neonato in braccio, sempre sulla metro a Roma; e qualche signora seduta commentava sdegnata il fatto che usasse un bambino così piccolo per raccogliere soldi. Ma un bambino di pochi mesi, per lasciarlo alla baby sitter o al nido, costa 600-800 euro. Non so, sarà una grande iniziativa, dovrà essere estesa a tutta Italia, ma qualche dubbio preferisco tenermelo, non tanto sull’iniziativa ma sulle persone. Ps: proletario sul vocabolario è colui la cui unica ricchezza è la prole >

________________________________________

fedrip@tiscali.it write:
< Ho già ricevuto la mail contro il caro-benzina più volte. Dopo averci pensato un pò ho concluso che non mi sembra opportuno aderire alla “rivolta”: provo a spiegare il perchè:
1. la benzina è cara solo in piccola parte per causa dell’avidità dei petrolieri. La maggior parte del prezzo è dovuta alle imposte e dunque anche effettuando un boicottaggio per ridurre a miti consigli le compagnie petrolifere si otterrebbe uno sconto piccolissimo rispetto al costo al litro.
2. lascio le raccolte firme e i boicottaggi a cose più gravi e drammatiche: la Libertà, Pace, la Fame, l’Aids, l’Ecologia, la Politica e così via. Non penso che la possibilità di andare in macchina a basso prezzo rientri nella categoria dei concetti maiuscoli da sostenere. Chissà perchè siamo sempre più pronti a sostenere le “crociate” quando vanno a toccare il nostro portafoglio.
3. sono in buona parte d’accordo con Beppe Grillo che ha proposto in un suo spettacolo di far pagare la benzina per uso privato non 1 ma 5 o 10 euro il litro. Così tutti andremmo più volentieri con i mezzi pubblici che sarebbero più efficienti. Eppoi scusatemi: ma la guerra in Iraq (e tante altre, purtroppo) non sono forse state fatte anche perchè tutti vogliamo la benzina meno cara ? A nessuno piace la guerra ma a tutti piace la benzina regalata…
4. La ricerca automobilistica si darebbe un po’ più da fare: non è una novità che le automobili moderne sono dei fornelli che si muovono, sprecando in calore più della metà dell’energia fornita dalla combustione. La tecnologia c’è già per fare macchine più efficienti magari con carburanti alternativi: solo che si è deciso che finchè il petrolio non sarà finito e finchè sarà possibile prenderselo in qualche modo allora continueremo con la tecnologia vecchia (se l’uomo delle caverne avesse ragionato così saremmo ancora… nelle caverne).
5. la mia macchina è alimentata a Gpl: inquino meno, spendo meno e non compro benzina. Il metano è un altra alternativa e *non* ha a che fare con il mercato del petrolio >

________________________________________

Federico wrote:
< BOUMMM!
– Sganciato primo missile intelligente colonnello!
Al comando, il tattico responsabile per quel settore, colonnello Bob Sveglione, seguì il tracciato luminoso del missile sul radar – si dirigeva veloce verso l’ospedale, nei cui sotteranei – forse – vi era un deposito di armi chimiche.
Ma a un tratto il missile sembrò tentennare, forse fu lo sguardo del bambino – il bambino della stanza 12, corsia 3, che svegliatosi in quel momento si chiedeva cosa fosse quel puntolino che si ingrandiva nel cielo oltre la finestra.
Tant’è, il missile virò bruscamente e si diresse verso il cacciabombardiere che lo aveva sganciato.
– Damn’, missile fuori traiettoria! – disse il colonnello.
Giunto nei pressi del caccia il missile tentennò per la seconda volta, forse furono i sogni del pilota – che fantasticava d’avere abbastanza carburante per invertire la rotta, tornarsene a casa e non sganciare mai più una bomba.
Tant’è, il missile virò e si diresse verso il centro comando. Giuntovi – siccome era un missile intelligente – non ebbe alcun tentennamento >

________________________________________

dinamitebla@inwind.it
< Il problema è che chiunque essi siano stanno vincendo loro. Ci stanno incatenando al terrore. Ci stanno facendo diventare statunitensi, prossimamente anche noi gireremo l’un contro l’altro armati. Non è una questione di educazione, ma di buon senso. Non posso più andare al cesso senza lasciare il bagaglio? Ma perchè? Ma da quando? Dall’11 settembre o dall’11 marzo? O dall’Italicus, o dalla stazione di Bologna? Stiamo giocando male, e non so se è colpa del regolamento, della federazione, del presidente, dell’allenatore o della squadra >

________________________________________

Mr B. said:
< Non è piacevole passare la giornata in Parlamento a votare. Io ho già delle idee per cambiare i regolamenti parlamentari. La democrazia si può esprimere anche con altri sistemi, magari scandalosi >

________________________________________

Lev <jasnaja@narod.ru> wrote:
< Al posto di uomini dotati di potere divino e direttamente guidati dalla volontà divina, la storia moderna ha messo o degli eroi dotati di capacità eccezionali, sovrumane, o semplicemente degli uomini di vario genere, dai monarchi ai giornalisti, che governano le masse >

________________________________________

AntonellaConsoli <libera@libera.it> wrote:

< Ho attraversato
la lunga fila di roghi
e ancora il filo spinato
impiglia urli di carne dolente.
Ho attraversato le foreste di Dodona
Dove colombe bambine raccoglievano
i ciottoli muti,
per sempre,
di piccole, piccole gemme >

* * *

< In punta di piedi,
fiala dorata,
una carezza, non è il vento.
E’ tornata, è tornata primavera.

Scrivo ancora omaggi di rose
nel mio giardino ancora sbocciano,
ho cercato di nasconderlo
era un innamorato.

La freccia è partita,
amore segna la vita >

________________________________________

“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)